Salario minimo per legge: Parlamento e governo non possono ignorare un tema che riguarda 9 milioni di persone. Queste le conclusioni del convegno “Per un'esistenza dignitosa - La giurisprudenza tra la legge che non c’è e la contrattazione che non basta” promosso a Roma dall’Associazione Comma2 Lavoro è Dignità. Affrontare nuovamente il tema trovando un percorso comune di dialogo e lavoro è l’invito alle forze politiche.
Come si ricorda alcuni mesi fa, su richiesta del presidente Meloni, il CNEL espresse il proprio parere negativo sul salario minimo per legge, contribuendo a fermare l’iter legislativo della proposta di legge che venne sostituita, nell’ottobre scorso e per volontà dell’attuale maggioranza, da due deleghe al Governo dalle quali esso scomparve.
Tutti i relatori del Convegno, seppure con alcuni distinguo, hanno invece concordato sulla necessità di continuare a parlarne, perché un tema che riguarda quasi 9 milioni di lavoratori (“circa 3,6 milioni con compenso inferiore a 9 euro l’ora e oltre 5 milioni di lavoratori “discontinui”, cioè che lavorano meno di 6 mesi all’anno” ha dichiarato l’onorevole Arturo Scotto), non può non essere preso in considerazione dalle forze politiche.
Ha contribuito ad una chiara lettura dei dati l’economista Paolo Naticchioni il quale ha affermato che in Italia il 25,9 dei lavoratori del settore privato ha un salario inferiore ai 9 euro l’ora e che tale percentuale aumenta in maniera considerevole nel caso di donne e giovani.
Più in generale, ha continuato il professor Naticchioni, in oltre venti anni i salari in Italia non solo non sono aumentati, come avvenuto negli altri Paesi europei, ma sono addirittura diminuiti di quasi il tre per cento. È dimostrato, tra l’altro, che già un minimo aumento generalizzato del salario, contribuisce in maniera determinante alla diminuzione dei suicidi e alla migliore salute dei bambini e del loro rendimento scolastico.
“Affrontare continuamente il tema con incontri, dibattiti, seminari e convegni ha già ottenuto l’importante risultato di renderlo trasversale e non settoriale – ha sottolineato la senatrice e già Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo – per questo è importante continuare a farlo”.
Il salario minimo è Legge dello Stato in 21 dei 27 Paesi dell’Unione Europea: in essi è stato introdotto per una questione economica ma anche di giustizia sociale. La stessa giustizia sociale che ha recentemente ispirato la Corte di Cassazione in numerose sentenze: la prima è la N. 27711 del 2 ottobre 2023, alla quale ne sono seguite altre. Il massimo organo di giustizia, dopo aver messo in discussione la congruità salariale di alcuni contratti collettivi, ha determinato il giusto salario utilizzando anche fonti particolari come gli indici Istat per misurare la soglia di povertà o la soglia di reddito per accedere a talune prestazioni di sostegno, ispirandosi sempre ad una delle norme fondamentali della nostra Costituzione, l'art. 36 (“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”).
Al Convegno sono intervenuti: Alberto Piccinini, Presidente Nazionale di Comma2 Lavoro è Dignità; Bruno Del Vecchio, Avvocato del Foro di Roma. Socio Comma2; Pier Giovanni Alleva, Docente universitario. Giuslavorista. Socio Comma2; Paolo Naticchioni, Docente di Economica Università Roma Tre e membro del gruppo di lavoro nominato dal Ministero del Lavoro "Interventi e misure di contrasto alla povertà lavorativa in Italia"; Antonella Gavaudan, Avvocata del Foro di Bologna. Socia Comma2; Enzo Martino, Avvocato del Foro di Torino. Socio Comma2; Nunzia Catalfo, già Ministra del lavoro - Movimento 5 Stelle; Arturo Scotto, Componente della Commissione Lavoro della Camera – PD; Paola Palmieri, Consigliera CNEL – USB; Tania Scacchetti, Consigliera CNEL – CGIL.
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