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Non basta una telefonata a Giorgia Meloni per colmare il vuoto strategico del Partito Democratico. Elly Schlein è stretta tra Conte e Landini, mentre nel PD emergono voci riformiste come quella di Pina Picierno. L’analisi impietosa di Luigi Tivelli(NELLA FOTO) su il quotidiano Il Tempo.
Non basta una telefonata a Giorgia Meloni per colmare il vuoto strategico del Partito Democratico. Elly Schlein è stretta tra Conte e Landini, mentre nel PD emergono voci riformiste come quella di Pina Picierno. L’analisi impietosa di Luigi Tivelli(NELLA FOTO) su il quotidiano Il Tempo.
La recente telefonata di Elly Schlein a Giorgia Meloni ha fatto notizia, ma rischia di essere solo un gesto formale. Come sottolineato da Luigi Tivelli in un’analisi pubblicata su Il Tempo, la segretaria del PD appare ancora lontana dal mostrare una reale cultura di governo. Troppo condizionata da figure come Giuseppe Conte e Maurizio Landini, Schlein sembra non riuscire a imprimere una direzione chiara e riformista al suo partito.
Nel frattempo, nel Partito Democratico emergono figure come Pina Picierno, che in un’intervista recente ha dimostrato lucidità, coraggio e una visione politica concreta. La sua affermazione secondo cui “Schlein ha fatto bene a chiamare Meloni” appare sensata, ma va letta come il minimo sindacale richiesto a una forza di opposizione che voglia essere anche costruttiva.
Tuttavia, come sottolinea Tivelli, Schlein continua a soffrire per una sorta di “landinite acuta”, ovvero l’eccessiva influenza di un sindacalismo che ha perso lo slancio riformista delle origini. Basta confrontare l’attuale Landini con figure storiche come Luciano Lama o Bruno Trentin, che rappresentavano un sindacalismo dotato di una vera cultura istituzionale. Oggi, il paragone appare impietoso.
Il PD e il bisogno di una nuova stagione riformista
La Picierno ha ricordato come il Paese abbia bisogno di una “grande stagione di riforme economiche, istituzionali e sociali”. Un’affermazione condivisibile, ma discutibile è il suo ottimismo quando sostiene che solo il PD possa rappresentare queste esigenze. Il governo Meloni, pur tra le sue difficoltà, ha dimostrato una certa coerenza e un senso istituzionale che al momento manca all’opposizione.
La riflessione di Tivelli si allarga poi alla crisi del bipolarismo in Italia, ricordando episodi cruciali della storia repubblicana, come la mancata conferma di Giovanni Spadolini alla presidenza del Senato nel 1994. Un errore che segnò l’inizio di un bipolarismo muscolare e poco equilibrato, con effetti duraturi sul sistema politico italiano.
Meloni e Schlein a confronto: la distanza resta ampia
In un contesto internazionale sempre più instabile — con le tensioni tra Stati Uniti, Europa, Israele e Iran — serve una guida politica salda e responsabile. Giorgia Meloni ha dimostrato finora senso delle istituzioni e capacità di sintesi. Elly Schlein, invece, pur cercando un dialogo, ha ancora molta strada da fare per guidare davvero l’opposizione con credibilità.
Se vuole valorizzare il riformismo che esiste ancora nel PD, dovrà smarcarsi dalle logiche di pura contrapposizione e riconnettersi a una visione di governo concreta e moderna. In questo contesto, figure come Picierno potrebbero rappresentare un punto di ripartenza, ma il tempo stringe.