Sci Alpino, Il Recupero di Sofia Goggia: "E' dal dolore che si può ricominciare, la meta è oltre la vetta"
La regina della discesa libera continua a fare progressi. Ore di allenamenti agli attrezzi: "Per ripartire. Per continuare imperterrita nel percorso. Per andare avanti. Perché bisogna farlo". Una Minuzzo 2.0 entrata di diritto nella storia del Circo Bianco.
di Antonio Panei
Sabato 27 Febbraio 2021
Roma - 27 feb 2021 (Prima Pagina News)
La regina della discesa libera continua a fare progressi. Ore di allenamenti agli attrezzi: "Per ripartire. Per continuare imperterrita nel percorso. Per andare avanti. Perché bisogna farlo". Una Minuzzo 2.0 entrata di diritto nella storia del Circo Bianco.
Si allena, la grinta non le manca, lei lo sa cosa vuol dire ripartire e rimettersi in gioco dopo un brutto infortunio. "Mi alzo inversa ma raddrizzo le giornate come posso", twitta Sofia Goggia, la regina delle piste, la bandiera dello sci azzurro, l'orgoglio delle Fiamme Gialle, amata da tutti: compagne di squadra, avversarie, appassionati di questo sport di ogni latitudine. Uno sport che nella Penisola continua a far notizia solo quando il tricolore sventola sul podio.


Lei è bergamasca doc e non perde occasione per precisarlo da tutte le parti: "In quella che è la mia vita da vagabonda, in giro per il mondo, che altro non fa che rendermi una 'zingara', è bello portare in testa - e nel cuore - le proprie radici. Spero di poter sempre onorare Bergamo con la mia indole orobica". Quando vince, e le capita spesso di farlo, vince per l'Italia e per la sua città natale.


28 anni, campionessa di discesa libera (oro alle Olimpiadi coreane di Pyeongchang, una Coppa del Mondo e una bacheca piena di medaglie e trofei), la Goggia è ormai entrata nella storia di questa specialità. Una Chenal-Minuzzo 2.0, che con la Giuliana olimpionica del '52 ha in comune la classe sulla neve e la capacità di saper comunicare storie ed emozioni. Cresciuta sulle piste di Foppolo, in uno scenario da Paradiso Terrestre, all'ombra dei duemila metri del Monte Valghussera, la Sofia nazionale ha avuto, finora, tantissima gloria ma anche tanti infortuni.


Il primo, al ginocchio, a 17 anni. L'ultimo, al piatto tibiale, speriamo davvero l'ultimo, lo scorso fine gennaio a Garmisch, dopo i trionfi di Cras-Montana. Una frattura che l'ha costretta a dare forfait all'appuntamento dell'anno di Cortina 2021. All'indomani del suo rientro forzato a casa, nella Valle di Astino, si è fatta fotografare con un telescopio astronomico per scrivere: "Era un’ottica mondiale. Ora invece è una specula che mi invita a guardare avanti. In là. Per ripartire. Per continuare imperterrita nel percorso. Per andare avanti. Perché bisogna farlo. Usque ad finem. Ci vuole coraggio, e ora è necessario metterlo in campo".


E' forte Sofia la bergamasca, non solo con gli sci ai piedi, è forte anche con le parole, con quel suo continuo richiamare motti e frasi latine, che la fanno speciale, divoratrice di libri e di gare mondiali, giovane intellettuale del Circo Bianco. Adesso il suo recupero procede a ritmi serrati, sotto gli occhi di Belle, la pastora australiana più famosa d'Italia, che non la molla mai, nemmeno per un minuto e che lei, spesso, porta con sé sul podio. Ed ora che Il countdown verso il ritorno all'attività agonistica è iniziato, per SuperGoggia è tempo di rispolverare la frase che l'ha sempre accompagnata in tutti i momenti difficili: "E' dal dolore che si può ricominciare, consapevoli che la meta è oltre la vetta".

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