Snam, entro il 2026 investimenti totali per 10 mld, +23% rispetto al piano 2021-2025 (3)
Utile netto: crescita di circa il 3% medio annuo nel periodo 2022-2026, pur a fronte dell'aumento dei tassi di interesse.
(Prima Pagina News)
Giovedì 19 Gennaio 2023
Roma - 19 gen 2023 (Prima Pagina News)
Utile netto: crescita di circa il 3% medio annuo nel periodo 2022-2026, pur a fronte dell'aumento dei tassi di interesse.
Consociate

Un ulteriore elemento di creazione di valore è rappresentato dal portafoglio di partecipate, a cui si è recentemente aggiunta la partecipazione nel corridoio Sud con l’Algeria, composto da TTPC e TMPC, che sono state raggruppate in cluster per riflettere il loro ruolo rispetto agli obiettivi strategici di breve e medio-lungo periodo.

Del primo gruppo fanno parte gli asset definiti "Value Enhancers" dell'infrastruttura nazionale, ovvero quelli con una connessione alla rete Snam in Italia e che contribuiscono a circa il 60% dei proventi netti da partecipate previsto al 2026.

La francese Teréga, la britannica Interconnector e l’emiratina Adnoc sono definite come "Enablers" di opzionalità del business: non hanno un collegamento con la rete italiana di Snam ma offrono visibilità sul mercato, così come opportunità di business e possibilità rispetto ad evoluzioni di portafoglio. Infine, sono presenti partecipazioni come Italgas e ITM Power, che possono rientrare in una logica più opportunistica.

Target di piano al 2026

Nel periodo 2022-2026 Snam prevede una crescita significativa dei principali indicatori di performance nel rispetto della solidità finanziaria.

Nell'orizzonte di piano si prevede una crescita media annua (CAGR): maggiore del 5% della RAB nel 2022-2026, più del doppio rispetto alle previsioni del precedente arco di piano (2021-2025) per effetto di maggiori investimenti e del deflatore; del 7% circa dell'EBITDA, rispetto al 4,5% del precedente piano 2021-2025, per effetto principalmente della crescita della RAB (80%), di maggiori remunerazioni da quadro regolatorio, dal crescente apporto di incentivi "output based" e dai business della transizione energetica.

L'insieme di questi fattori contribuirà alla crescita dell’EBITDA di Gruppo atteso pari a circa 2,85 miliardi di euro al 2026, di cui circa 140 milioni saranno legati ai business della transizione energetica; del 3% dell'utile netto per effetto dell'incremento della redditività industriale del business e delle misure di efficienza, compensate da una crescita degli oneri finanziari per l'aumento dei tassi di interesse che si ipotizzano al 2% medio nell'arco di piano, rispetto ad una previsione dell'1,1% nel piano precedente 2021-2025.

Rispetto alla guidance sull'utile netto 2022, pari ad almeno 1,13 miliardi di euro, la proiezione a fine 2026 è di 1,27 miliardi di euro. Confermata ed estesa di un anno la politica dei dividendi: 2,5% di crescita minima annua del dividendo estesa al 2026, con conferma del +5% per azione nel 2022.

Snam prevede che per l'esercizio 2022 possa essere distribuito nel 2023, un dividendo complessivo pari a 0,2751 euro per azione di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento il 25 gennaio 2023 (record date 24 gennaio 2023), con data di stacco della cedola il 23 gennaio 2023, come deliberato dal Consiglio di Amministrazione in data 9 novembre 2022 mentre il restante 60% a saldo con pagamento il 21 giugno 2023 (record date 20 giugno 2023) con data di stacco della cedola il 19 giugno 2023, da sottoporre all’Assemblea degli Azionisti che approverà il bilancio di esercizio 2022.

Struttura finanziaria e allocazione del capitale

Dopo anni di costante e significativa riduzione del costo del debito, gli sforzi futuri saranno dedicati al contenimento degli effetti negativi del peggiorato scenario macroeconomico. La rilevante porzione del debito a tasso fisso (ad oggi circa 80%), la durata del debito a medio-lungo termine (cinque anni) e un profilo di scadenze ben scaglionato nel tempo, rappresentano i fattori mitiganti costruiti negli ultimi anni e nel corso del 2022.

Le principali leve per il futuro saranno invece: una maggiore diversificazione delle fonti e degli strumenti di finanziamento; il ricorso a strumenti di debito più flessibili, anche in virtù della forte relazione di lungo termine con le principali banche nazionali e internazionali. Tali azioni dovrebbero consentire di beneficiare della normalizzazione del ciclo di rialzo dei tassi e dell'implicito natural hedging che il sistema tariffario italiano è in grado di offrire nel medio e lungo periodo attraverso le periodiche revisioni del costo del capitale riconosciuto.

Nell'arco di piano Snam, a fronte di un indebitamento atteso salire a circa 18 miliardi di euro nel 2026, prevede di mantenere: ratio di credito, sia di flusso (FFO/Net Debt) sia di stock (Net Debt/Fixed Asset incluse le consociate) coerenti con il merito di credito attuale; un mix tra debito fisso e variabile di circa 2/3.

Cresce il peso della finanza sostenibile che si prevede passare a circa l'80% al 2026 rispetto a circa il 70% raggiunto a fine 2022, a fronte dell'obiettivo di strutturare le emissioni future di Snam in formato ESG (Sustainability-Linked-Bond oppure Use of Proceeds).

Con riferimento alla strategia di allocazione del capitale, resta prioritaria l'attuazione del piano di investimenti insieme alla massimizzazione del valore degli asset (delle consociate). Snam potrebbe valutare una strategia di rotazione del capitale per gli asset considerati "non strategici" da utilizzare per possibili opportunità di crescita non organica. (Segue-4)

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