Ursula Von der Leyen: la nonna più “in” d’Europa
"Siamo sempre abbastanza giovani per credere al mondo, e sempre abbastanza grandi per fare la differenza".
di Pino Nano
Martedì 26 Ottobre 2021
Roma - 26 ott 2021 (Prima Pagina News)
"Siamo sempre abbastanza giovani per credere al mondo, e sempre abbastanza grandi per fare la differenza".

La foto qui in alto è tenerissima. La donna che tiene in braccio la nipotina appena nata è una delle donne più potenti del mondo, Ursula Von Der Leyen, attuale Presidente della Commissione Europea e a postare la foto sul suo profilo Instagram l’11 maggio scorso è stata proprio lei, la Presidente Von Der Leyen, per annunciare di essere diventata finalmente nonna.

Such a magical moment - my first grandchild!”, “Che momento magico, la mia prima nipotina”, è il regalo forse più speciale che uno dei suoi sette figli le abbia potuto fare in uno dei momenti forse più difficili del suo impegno pubblico e politico alla guida degli Stati Uniti d’Europa.

Ma non soddisfatta di questo la Presidente torna a parlare della nipotina appena arrivata in casa alla famosa Conferenza di Strasburgo sul “Futuro dell’Europa” e lo fa nella maniera più naturale e forse anche più disarmante di questo mondo: “Un mese fa – racconta al microfono- sono diventata nonna per la prima volta. La prima carezza alla mia nipotina è stato uno di quei momenti che rimettono tutto in prospettiva e ti ricordano che cosa è veramente importante nella vita”.

Ma c’è ancora molto di più.

Nel corso di quel suo intervento ufficiale alla Conferenza di Strasburgo Ursula Von Der Leyen sottolinea come proprio la nascita della sua nipotina le abbia “insegnato una cosa che non dobbiamo mai dimenticare: siamo sempre abbastanza giovani per credere al mondo, e sempre abbastanza grandi per fare la differenza. Ecco quello che unisce tra loro le generazioni, a cui noi dobbiamo sempre pensare”.

In Europa oggi, unica e sola donna al comando. Unica e sola vera grande protagonista politica al G20 di Roma. Unica e sola vera star della nuova Europa presente al summit dei Capi di Stato e di Governo firmato “Mario Draghi”. Lo è ancora di più oggi dopo l’addio definitivo alla politica attiva della Cancelliera tedesca Angela Merkel. 

Ma era stata lei stessa, Ursula Von der Leyen, sempre a Roma pochi mesi fa ad anticiparlo al W20, il grande summit dedicato alle donne: “Al prossimo vertice del G20 a Roma – aveva detto- potrei essere l’unica donna del gruppo. Non potrebbe esserci un promemoria migliore di quanto sia ancora lunga la strada verso la parità di genere. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno della vostra esperienza. Abbiamo bisogno di Women 20 per aiutare a portare la voce delle donne al tavolo dei decisori”.

In quell’occasione, a renderle gli onori di casa era stato lo stesso Mario Draghi, suo vecchio amico da sempre, e lo aveva fatto con i toni sobri a cui il premier Draghi ormai ci ha abituati:Vorrei prima di tutto ringraziare la presidente Ursula Von der Leyen per essere qui con noi a Roma. La visita della Presidente segna l'approvazione da parte della Commissione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che era stato votato dal Parlamento a fine aprile. È una giornata di orgoglio per il nostro Paese”.

Ma il premier Draghi va ancora molto oltre questo suo primo giudizio di merito, e al G20 delle donne, con la giusta solennità che quel momento istituzionale gli imponeva, fa capire quanto Ursula Von der Leyen sia stata fondamentale per il futuro dell’Italia.

“Abbiamo messo insieme -ripete il premier- un piano di riforme ambizioso, un piano di investimenti che punta a rendere il nostro paese - l'Italia - un Paese più giusto, più competitivo e più sostenibile nella sua crescita. Lo abbiamo fatto con il sostegno decisivo delle forze politiche, degli enti territoriali e delle parti sociali, a cui va il mio sentito ringraziamento. E con una costante proficua interlocuzione con la commissione, che ringrazio nella persona della Presidente Von der Leyen”.

È abbastanza evidente e chiaro che l’Italia debba oggi un grazie molto speciale a questa donna tedesca che tanto si è spesa per la vita del nostro Paese, e soprattutto che non si è mai tirata indietro rispetto alle sollecitazioni pressanti e determinate che solo un premier di grande statura internazionale come Mario draghi avrebbe mai potuto immaginare di poter fare.

Il Piano italiano – che abbiamo chiamato “Italia Domani” – lo spiega benissimo Mario Draghi- risponde in pieno alle priorità stabilite dalla Commissione. Dà un impulso decisivo alla trasformazione digitale dell’Italia e alla sua transizione ecologica. Contribuisce a colmare i divari territoriali e a rafforzare la coesione sociale. Scommette in maniera convinta su donne e giovani, da cui dipende il rilancio del Paese. Lo conferma il giudizio molto positivo da parte della Commissione, arrivato nei tempi che auspicavamo”.

E se tutto questo oggi è stato possibile, il merito spetta a questa donna leader, madre di sette figli, che anche nei momenti più difficili della pandemia non ha mai perso la speranza e la certezza di potere superare la crisi dell’intero sistema internazionale nel migliore dei modi. Ursula Von der Leyen è una donna cocciuta, determinata, capace di leggere decine di dossier in una sola giornata, educata a lavorare anche 16 ore al giorno senza un attimo di sosta, a tratti coriacea e apparentemente indistruttibile, sostenitrice dichiarata e sfegatata dei diritti delle donne, icona da anni del femminismo europeo, donna che considera le donne “il vero cuore del mondo” e della storia contemporanea.

Questo è il suo slogan preferito, ci raccontano i suoi collaboratori più stretti: “Troppe di noi donne si sono sentite dire che dovevamo scegliere fra essere una mamma e avere una carriera. Come madre di 7 figli e Presidente della Commissione europea scommetto che faremo la differenza. Dobbiamo promuovere la creazione delle giuste condizioni per tutte le donne per riuscire ad avere un accesso equo nel mercato del lavoro e crescere i nostri bambini”.

Il suo efficientismo, il suo attivismo politico, e soprattutto questa sua straordinaria capacità manageriale, che ogni giorno in Commissione Europea le permette di essere presente e mai distratta su decine di tavoli diversi, le ha permesso di portare a casa in tutti questi anni decine e decine di prestigiosissimi riconoscimenti internazionali, ma quello a cui forse lei tiene di più è il titolo di “Architetto Onorario Italiano” conferitole dal Consiglio Nazionale degli Architetti Italiani nel marzo di quest’anno e con una motivazione ufficiale che le rende merito fino in fondo per quanto lei si sia spesa per la rinascita dell’Europa: Per le intuizioni, conoscenze e sensibilità dimostrate nei campi dell’architettura e del valore di bene comune attribuito all’ambiente costruito, per la visione politica che connette in maniera olistica i valori dell’ambiente e dell’architettura cui sono attribuiti valori simbolici, sociali ed economici, per la capacità di tradurre tutto questo in concrete azioni politiche con il lancio del programma New European Bauhaus”:

Donna protagonista in tutte le possibili chiavi di lettura.

Grazie al suo lavoro quotidiano e alla sua cocciutaggine - concordano gli analisti di politica Internazionale- l’Unione Europea si è assunta oggi l’impegno di colmare il gap dell’uguaglianza di genere del 50% entro il 2030.

“Per raggiungere questo obiettivo – spiega la Presidente della Commissione Europea- le donne hanno bisogno di supporto concreto, pagamenti di congedi parentali per le mamme e i papà, assistenza migliore all’infanzia, consolidare l’assistenza agli anziani, queste politiche richiedono un cambiamento culturale e risorse adeguate. In Europa finanziamo alcune di queste riforme attraverso il nostro piano di ripresa “Next generation Ue”. Ora però è arrivato il momento di portare questi temi al G20 di Roma”.

Come dire? Non finisce qui.

62 anni compiuti l’8 ottobre scorso, Gertrude come secondo nome ma che nessuno naturalmente usa mai, Ursula Von der Leyen è figlia d’arte in tutti i sensi. Suo padre, Ernst Albrecht, era stato influente ministro-presidente della Bassa Sassonia. Da ragazza Ursula trascorre gran parte della sua infanzia in Belgio, dove frequenta la scuola europea di Bruxelles, impara così la lingua francese. Successivamente finisce al liceo scientifico di Lehrte, cittadina tedesca della Bassa Sassonia nella Regione di Hannover e una volta ottenuto il diploma si iscrive in archeologia. Evidentemente però non è il suo campo e la sua materia ideale, e l’anno successivo cambia facoltà, e si tuffa nello studi di economia. Prima a Gottinga e Münster, e poi alla London School of Economics and Political Science.

Carattere ribelle, estroverso, poliedrico, appassionata di musica rock, intelligenza viva, ragazza dai mille interessi, nel 1980 la giovane Ursula decide di mettere da parte almeno per il momento le sue conoscenze in economia per fare il medico. Incredibile ma vero. Si iscrive alla Scuola Superiore di Medicina di Hannover, e nel 1987 si laurea in medicina. In realtà tutta la sua vita, da adolescente e da studentessa universitaria, è altrettanto piena di sollecitazioni e di stimoli quanto lo sarà poi la sua vita da ministro e ancora oggi quella di Presidente della Commissione Europea.

Nel 1992 Ursula lascia la Germania per seguire suo marito che aveva ricevuto un incarico presso l'Università di Stanford, in California, per poi rientrare in Germania quattro anni più tardi. La sua storia politica in realtà incomincerà molto tardi, quando nel 2001 diventa, prima deputata del CDU al Landtag della Bassa Sassonia, l’Assemblea Legislativa monocamerale ad Hannover, e poi nel 2003 Ministra degli Affari Sociali, delle Donne, della Famiglia e della Salute della Bassa Sassonia.

Altera, sofisticata nei modi e nel portamento, austera come nessun’altra donna potrebbe esserlo, brava in tutti i sensi, seguita ammirata e raccontata splendidamente bene dalla stampa non solo tedesca, nel 2005 è proprio la cancelliera Angela Merkel che la vuole Ministro della Famiglia. Un ruolo non facile nella Germania di quegli anni, ma che Ursula Von der Leyen affronta con una determinazione fuori dal comune, ampliando in maniera esponenziale la rete degli asili e dando alle mamme tedesche la possibilità e il privilegio di lavorare con maggiore serenità, conciliando meglio il ruolo di madre e quello di lavoratrice.

La stampa tedesca la riscopre come “L’angelo della famiglia”, come tale amplifica la sua fama e la sua notorietà travalica i confini nazionali. La cancelliera Angela Merkel intuisce che è il momento giusto per cavalcare questa sua notorietà, e nel 2009 la riconferma Ministro della Famiglia. Ma appena l’anno successivo, la chiama poi alla guida del dicastero forse più delicato in quel momento del suo Governo. Dopo le dimissioni del ministro in carica Franz Joseph Jung, Ursula Von der Leyen diventa così autorevolissimo Ministro del Lavoro e degli Affari sociali, conquistando l’ammirazione e la stima non solo delle più potenti lobby industriali nazionali ma soprattutto l’apprezzamento del potentissimo movimento sindacale della Germania. Poi, nel 2013 è Ministro della Difesa.

In assoluto, sarà la prima donna politica della storia della Germania ad occupare quel dicastero, un’esperienza fondamentale per lei e per il suo futuro, tanto da essere poi chiamata nel 2019 a promuovere la politica del Governo tedesco sulle esportazioni di armi in Arabia Saudita e Turchia. Una sorta di lasciapassare internazionale per quelli che saranno i suoi incarchi futuri ai vertici dell’Unione Europea.

Per Ursula Von der Leyen e Angela Merkel è la sintesi comune di una lunga esperienza politica di altissimo profilo istituzionale, fatta di legami personali forti, impastata di passioni interessi obbiettivi e impegno quotidiano, dettagli e tasselli di un mosaico che farà di entrambe due icone della storia politica della Germania moderna. E oggi, che Angela Merkel ha lasciato per sempre la politica attiva, in Germania c’è già chi immagina che a raccogliere la sua indimenticabile eredità politica sarà proprio Ursula Von der Leyen che alla guida della Commissione Europea ha già dimostrato quanto pesi e quanto valga la sua esperienza personale e la sua determinazione.

-Ma cosa sta facendo l’Europa per l’Italia?

Netta e senza nessuna forma di reticenza politica, la risposta che Ursula Von der Leyen dà allo stesso Mario Draghi negli studi di Cinecittà, tempio del cinema italiano.

“È davvero un momento speciale per l’Ue e per l’Italia, la campagna vaccinale sta procedendo velocemente come anche la squadra azzurra e tutto il Paese, tutta la sua economia stanno riaprendo. Sono veramente felice di poter condividere questo momento con voi. E ti ringrazio Mario per avermi portato qui a Cinecittà, Federico Fellini, la Dolce vita. È stato detto che qui si parla di arte, di cultura di artisti che sono stati colpiti dalla pandemia; quindi, è bello essere qui e avere modo di vedere quello che farete con gli investimenti di Next Generation Eu.”

La presidente della Commissione Europea va dritto al cuore del problema, e aggiunge: “Next generation Eu ha assemblato il pacchetto di ripresa più consistente di tutta la storia d’Europa, più del piano Marshall, 800 miliardi di euro sulla base dei prezzi correnti. La porzione dedicata all’Italia sarà di 191 mdl di euro. Voi avete chiamato il vostro piano Nex Generation ‘Italia domani’, giusto, è stato confezionato qui in Italia, per gli italiani. È davvero un’opportunità generazionale per investire sui punti di forza dell’Italia e oggi sono qui per annunciarvi che avete l’appoggio totale della Commissione europea questo scaturisce da una eccellente cooperazione tra di noi, e ti ringrazio per questo, Mario, tra le nostre squadra, e scaturisce da una dettagliata valutazione da parte della Commissione europea”.

Per l’Italia, per il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, ma soprattutto per l’Europa che ci guarda, è il coronamento ufficiale e solenne di un impegno politico che vede oggi il nostro Paese in testa alle classifiche internazionali della ripresa economica.

Vi consiglio di leggerlo, perché è davvero indimenticabile, il discorso ufficiale che Ursula Von der Leyen tiene il giorno del suo insediamento ai vertici della Commissione Europea sullo “Stato dell’Unione”.  

 

Era esattamente il 2 luglio 2019.

 

La Presidente Von der Leyen esordisce così: “I popoli d'Europa stanno ancora soffrendo. È un periodo di profonda inquietudine per milioni di persone che si preoccupano per la salute delle loro famiglie, per il futuro del loro lavoro o semplicemente di come arrivare a fine mese. La pandemia – e l'incertezza che la accompagna – non è finita e la ripresa è ancora all'inizio. Il nostro primo obiettivo è quindi risollevarci tutti insieme e assistere chi ha bisogno. E grazie alla nostra economia sociale di mercato, unica nel suo genere, l'Europa può farlo. È un'economia dal volto umano, che protegge dai grandi rischi della vita - le malattie, i rovesci di fortuna, la disoccupazione o la povertà; che garantisce stabilità e consente di assorbire meglio gli urti; che crea opportunità e prosperità promuovendo l'innovazione, la crescita e la concorrenza leale”.

 

Ma ancora più forte è la passione e la determinazione con cui “Nonna Ursula” racconta dei milioni di giovani europei in attesa di un gesto di speranza da parte della politica militante.

 

Questo mondo è il mondo in cui vogliamo vivere;

Dove siamo uniti nella diversità e nelle avversità;

In cui lavoriamo insieme per superare le nostre differenze e per sostenerci l'un l'altro in tempi difficili;

In cui costruiamo oggi società più sane, più forti e più rispettose nelle quali vorremmo che i nostri figli vivano domani;

Ma mentre siamo intenti a impartire ai nostri figli insegnamenti sulla vita, loro si danno da fare per insegnare a noi che cosa conta davvero nella vita;

L'ultimo anno ci ha dato la più convincente delle prove;

Potremmo parlare dei milioni di giovani che hanno chiesto cambiamenti per un pianeta migliore. O delle centinaia di migliaia di bellissimi arcobaleni della solidarietà che i nostri figli hanno appeso alle finestre delle nostre case in tutta Europa;

Ma c'è un'immagine che mi è rimasta impressa nella mente in questi ultimi sei difficili mesi, un'immagine ci fa vedere il mondo attraverso gli occhi dei nostri figli;

È l'immagine di Carola e Vittoria, le due ragazze che giocano a tennis sui tetti di due palazzi diversi in Liguria;

Non è solo il coraggio e il talento delle ragazze che colpisce;

È la lezione che c'è dietro, che ci dice di non consentire agli ostacoli di averla vinta, di non restare attaccati alle convenzioni, di cogliere l'opportunità del momento;

Questo è ciò che Carola, Vittoria e tutti i giovani europei ci insegnano sulla vita, giorno dopo giorno;

Questo è il messaggio della prossima generazione di europei. Questa è NextGenerationEU”.

 

Grazie Presidente Von der Leyen, e bentornata a Roma.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

nonna
Pino Nano
PPN
Prima Pagina News
Ue
ursula von der leyen

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU