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Domenica 7 settembre a partire dalle 15,30 in Canal Grande a Venezia la Regata Storica. Un evento di straordinaria bellezza che, come di consueto, sarà trasmesso in diretta tv, TG2 Rai 2, dalle ore 17.15 con diretta social anche sui profili del Comune di Venezia e sulla pagina Facebook della Regata Storica di Venezia. Commento audio di Paolo Levorato, Rudi Zugno e Elena Magro.
Domenica 7 settembre a partire dalle 15,30 in Canal Grande a Venezia la Regata Storica. Un evento di straordinaria bellezza che, come di consueto, sarà trasmesso in diretta tv, TG2 Rai 2, dalle ore 17.15 con diretta social anche sui profili del Comune di Venezia e sulla pagina Facebook della Regata Storica di Venezia. Commento audio di Paolo Levorato, Rudi Zugno e Elena Magro.
Cosa rappresenta la regata per i veneziani? Lo abbiamo chiesto allo scrittore-giornalista Maurizio Crovato che della Regata Storica di Venezia è stato per decenni uno dei cantori ufficiali in Rai e non solo, un intellettuale a cui Venezia deve oggi un grazie speciale.
In una battuta, direttore, qual è il legame cero tra Venezia e la Regata storica?
Cosa spera che le dica? Venezia è viva, mi creda, almeno per merito della Regata storica. Ho avuto questa sensazione giovedì scorso davanti al sagrato della Madonna della Salute, in occasione della benedizione delle barche e dei regatanti. Un popolo sportivo di 200 atleti, perlopiù giovani e giovanissime, che rappresentano il futuro. Lo sport della voga ha migliaia di iscritti tra Mestre, Venezia, Chioggia, Mira, Jesolo, Caorle. Non rappresentano solo la tradizione, ma un modo ancora attuale e secolare di vivere la laguna e i suoi dintorni.
La trovo ogni anno sempre più entusiasta…
Sa una cosa? Mi sono quasi commosso ad assistere ai brani popolari de “I gondolieri cantori”, un gruppo folk veneziano che ripropone il repertorio otto-novecentesco. La celeberrima “Biondina in gondoleta”, tanto per intenderci, é del 1788. Un patrimonio musicale in dialetto che arriva fino ai giorni nostri con i Pitura Freska. Senza dimenticare il mitico cantante Umberto Da Preda, con “Vecio gondolier” e Kankara di Lucio Bisutto. Una tradizione simile in Italia la possiede solo Napoli. “O’ sole mio!”, la cantano perfino i coreani. La “Biondina in gondoleta”, pure.
Vedo che ha anche studiato bene…
Le dirò di più. Mentre ascoltavo e recitavo a memoria il robusto repertorio dei Gondolieri Cantori, un giovane seminarista brasiliano della Madonna della Salute, don Emanuel, mi guarda divertito e sussurra: ma lei come fa a conoscerle tutte? Risposta: le cantavo fin da bambino…è la nostra storia.
Qual è la cosa che più l’emoziona ancora?
Guardando i regatanti, vedo i giovani campioni dell’anno scorso Matteo Zaniol e Niccolò Trabuio, poco più che ventenni. Ovvero il futuro è assicurato. Quindi Luisella Schiavon e Lara Vignotto, vincitrici della Storica, madre e figlia. Cinquantenne e ventenne, che potrebbero fare le fotomodelle, unite nella voga. Continuiamo con le emozioni? Ecco Giulia Tagliapietra, campionessa di Pellestrina e neo mamma. Arriva con il piccolo di tre mesi. Alla Storica dell’anno scorso era incinta (arrivò quinta), eccola pronta per la nuova sfida! Poi ci sono tra le due coppie di gemelle, categoria giovanissime, Angela e Teresa Pinzan e Gaia e Giulia D’Este. Dire che c’è un buon affiatamento in barca è poco…
E dei meno giovani che mi dice?
Il regatante più anziano è il muranese Ivo Redolfi Tezzat, 61 anni. La più anziana Romina Catanzaro, non diciamo l’età, ma è da 30 anni sulla breccia. Maurizio Rossi detto Sustin, buranello, è un famoso fotografo, soprattutto lagunare. Cristiano Vianello Crea, continua la tradizione dei campioni della Giudecca, giunta alla quinta generazione. L’antenato Nane Crea, vincitore della regata della Birra su gondole a un remo, all’inizio del ‘900, prima della gara per fare il gradasso disse: “…rivo primo a braghe calae…”. Arrivò in mutandoni, ma gli tolsero il premio in denaro, motivo di sopravvivenza, perché le autorità reali presenti non gradirono. Troppo, troppo bello e vivo questo mondo di regatanti.
Anche lei è un caposcuola a suo modo della Regata, se non altro per averla raccontata in diretta televisiva decine e decine di volte?
Le faccio solo un nome, quello di Alberto Vitucci, giornalista storico della voga, è telecronista della Rai ininterrottamente dal 1989. Ovvero da quando il Canal Grande era gremito di spettatori in barca. All’epoca si parlava di 50 mila veneziani sulle rive ad acclamare. Oggi siamo 48 mila, ma in tutta la città. Residenti, resilienti, resistenti. RRR. A tutti loro dico “Grazie magnifico popolo della voga”. Perché ci fate essere ancora ottimisti.
Mi ricorda la daa di battesimo della Regata?
La Regata non è intoccabile nacque come evento annuale, e sembra un paradosso, solo con il Governo austriaco che la disciplinò nel 1841, fissando nove gondolini con tanto di numeri e colore. All’inizio si svolgeva in primavera, poi si decise per settembre. Si chiamava “Corsa di barchette”, nel 1856 divenne Regata, solo nel 1899 “Regata Storica”. Con il Regno d’Italia, poco cambiò, divenne l’occasione per i Savoia di esibirsi alla Machina. Durante il regime fascista cambiò diverse volte il nome: da Regata Storica fascista a fascista tout court.
È filato sempre tutto liscio?
Fu clamorosa la protesta nel 1929 dei gondolieri che si rifiutarono di esibirsi in maglietta nera. All’epoca i regatanti che partivano dai Giardini, all’andata a Ca’ Foscari solo i primi quattro potevano continuare il percorso. Gli altri si fermavano in rio di San Polo. Bandiere e premi in denaro dunque solo per i primi. Fu Giovanni Volpi, a voler far concludere la gara a tutti e soprattutto a consegnare un premio in denaro anche agli ultimi per onorare le loro fatiche e l’assenza dal lavoro per gli allenamenti. Nel dopoguerra il Comune si inventò la regata delle caorline che rappresentavano l’estuario. Le caorline dovevano essere imbandite a prua di prodotti isolani. Per Murano c’erano i vetri, per Burano i merletti, per S.Erasmo i carciofi, per Pellestrina le reti con il pesce…
Prima solo uomini, ma poi arrivano anche le donne?
Nel 1977 la regata é aperta a donne e giovanissimi per merito di Benito Vignotto. Anche se in realtà ci furono regate femminili antecedenti. Dal 1931 partivano dal Macello, con percorso isola San Secondo, rio di Cannaregio e Rialto. Verranno riammesse in Canal Grande solo nel 1953. Poi sospesa nel 1954 per malore di una regatante . Alla manifestazione partecipavano in barca anche 50 mila veneziani, oggi introvabili per estinzione. I palazzi gremiti completavano il numero di presenze oltre le centomila. Altri tempi. Mi ricordo la lancia dei pompieri che spruzzava acqua ai ritardatari e liberava il Canale. Oggi non serve più.
Come far tornare gli spettatori in barca?
Ci sono migliaia di iscritti alle società remiere che io reputo i veneziani veri. Sono di Venezia, di Mestre, del Cavallino, della Riviera del Brenta, perfino di Padova, Caorle e Chioggia. Bisognerebbe coinvolgerli di più. Magari trasformando l’attesa della Regata Storica in una singolare gara culinaria, oppure chiamare artisti di strada per coinvolgere i bambini. Insomma una grande kermesse sociale in acqua.
Vogano tutti allo stesso modo?
Si voga alla veneta dal lago Maggiore, al lago di Garda. A Lazise c’è una bellissima associazione remiera. Ci estendiamo fino a Caorle e Marano. Da ricordare che la “veneziana” Muggia organizza la regata di Carnevale. Assieme all’istriana Pirano organizza la Voga Maxima in batana, tradizionale barca a fondo piatto. Faccio una provocazione: se ci fossero in Canal Grande regatanti da fuori provincia ne sarei felice. Certo, fare tornare per un giorno il Canal Grande “tutto nostro”, senza turisti, taxi e moto ondoso é già qualcosa di fantastico. Una piccola rivincita di un giorno. In fondo sognare non costa nulla. Anche il vecchio leone “Made in Cina” che ci guarda sornione dalla colonna di Piazza San Marco sarebbe d’accordo.