“Amadeus invita Zlatan Ibrahimovic al Festival di Sanremo, ecco il vero perché”
Il Festival Sanremo visto dall’Ungheria dove da tempo vive il sociologo italiano Rocco Turi, autore di vari saggi critici sul rapporto tra TV e paese reale, e che oggi commenta così per noi la notizia del giorno data in TV proprio da Amadeus.
di Rocco Turi
Mercoledì 30 Dicembre 2020
Roma - 30 dic 2020 (Prima Pagina News)
Il Festival Sanremo visto dall’Ungheria dove da tempo vive il sociologo italiano Rocco Turi, autore di vari saggi critici sul rapporto tra TV e paese reale, e che oggi commenta così per noi la notizia del giorno data in TV proprio da Amadeus.
Amadeus, presentatore del prossimo festival di Sanremo, ha annunciato che Zlatan Ibrahimovic sarà ospite fisso nelle cinque sere della famosa trasmissione canora, senza saltare nessuna delle partite che il Milan all’epoca giocherà. Una bella notizia; tutti penseranno che la presenza dell’ospite più importante al festival 2021, che si svolgerà dal 2 al 6 marzo, sia dovuto alla sua grande fama di calciatore. Infatti, gli sportivi e i tifosi ben sanno che negli anni in cui ha giocato in Italia, Ibrahimovic ha sempre vinto i suoi scudetti con Inter, Juventus e Milan; lui dice scherzando che, se fosse ritornato al Milan ad inizio del campionato, anche lo scorso anno avrebbe fatto vincere alla sua squadra il titolo che manca ormai da circa dieci anni. Ma la causa del suo invito al festival di Sanremo non è solo legata alla fama di uno dei più famosi calciatori al mondo.

Immaginate quale successo avrebbe il festival se in qualità di ospite fosse uno di quei noti calciatori (o il famoso allenatore che quasi tutti i giorni appare in televisione) che nelle interviste si esprimono con pause alla Celentano o con intercalari e tormentoni del tipo “cioè…”, “un attimino…”, “come dire…”, “in qualche modo…” e via di questo passo senza avere una precisa idea in testa. Sappiamo che l’uso degli “intercalari", come spiega il “Journal of Language and Social Psychology", serve a volte per dare alla frase una maggiore intensità, ma non è certo il caso dei calciatori e allenatori italiani, se non in qualche rara eccezione.

L’invito come ospite al festival di Sanremo rivolto a Ibrahimovic ha tutt’altra origine.

Avete fatto caso alle parole di Ibrahimovic? Chi ascolta le sue interviste si imbatte in un concentrato di letteratura, sociologia, psicologia, antropologia, espresso col necessario humor da dimostrare cultura e padronanza in ciò che egli dice. A ogni domanda c’è una risposta forbita, cominciando dalla sua capacità di fare gol a raffica nonostante la sua età “avanzata” di 39 anni appena compiuti: “Sono come Benjamin Button, nato vecchio e morirò giovane”. Sulla vita, sul lavoro, sui rapporti con la gente, sulla famiglia, Zlatan esprime concetti originali privi di spocchia all’italiana, i quali dimostrano studi ed esperienze che nel corso del suo peregrinare nel mondo lo hanno arricchito. Sul successo si esprime così: “Vincere? Bisogna avere il coraggio di sognare”. Questo è il segreto.

Invito chiunque a leggere o ascoltare le sue interviste; ognuno sarà colpito da un concetto espresso, da una frase, un suo aforisma che sarà apprezzato e condiviso. In tanti preferirebbero scambiare due chiacchiere con Zlatan Ibrahimovic, mai banale nei suoi ragionamenti.

Esattamente in occasione delle feste di Natale-capodanno Zlatan ha appena ricevuto dai suoi giovanissimi compagni di squadra al Milan il premio di una medaglia; egli ha replicato pressappoco così: “Grazie, ma ho vinto senza alcuna concorrenza…”. Insomma, chi ancora non conosce Ibrahimovic aspetti il festival di Sanremo e lo apprezzerà come intellettuale svedese, più che come calciatore.

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