“Il Buco” di Michelangelo Frammartino in prima nazionale. Da oggi nelle sale cinematografiche di tutta Italia

Ieri sera la prima nazionale de “Il buco” il capolavoro cinematografico di Michelangelo Frammartino che al Festival del Cinema di Venezia ha conquistato il prestigiosissimo Premio della Giuria. “Un film- ha scritto la stampa internazionale presente a Venezia- che ha commosso e coinvolto, un’opera d’arte che segnerà la storia del cinema internazionale”.

di Pino Nano
Domenica 26 Settembre 2021
Roma - 26 set 2021 (Prima Pagina News)

Ieri sera la prima nazionale de “Il buco” il capolavoro cinematografico di Michelangelo Frammartino che al Festival del Cinema di Venezia ha conquistato il prestigiosissimo Premio della Giuria. “Un film- ha scritto la stampa internazionale presente a Venezia- che ha commosso e coinvolto, un’opera d’arte che segnerà la storia del cinema internazionale”.

Ma veniamo alla storia raccontata da Michelangelo Frammartino, un regista che a Venezia è stato raccontato e trattato come una vera e propria star. Nell’agosto del 1961, i giovani membri del Gruppo Speleologico Piemontese, già esploratori di tutte le cavità del Nord Italia, cambiano rotta e puntano al Sud, nel desiderio di esplorare altre grotte sconosciute all’uomo, e si immergono nel sottosuolo di un Meridione, che tutti stanno abbandonando.

Nel cuore più antico del Pollino, in Calabria, questi giovanissimi speleologi, calandosi nel buio della terra, scopriranno la seconda grotta più profonda del mondo, l’Abisso di Bifurto.
La gente del luogo molto più semplicemente la chiama anche “La fossa del lupo”. Occupa il quarantesimo posto nella graduatoria delle grotte più profonde del mondo ed è, secondo gli speleologi, una delle cavità più difficili dell’intero Mezzogiorno. Grotta profondissima ma dove fiorisce tutto l’anno la superba Peonia maschio, la rarissima “Paeonia mascula ssp. Russoi” del Monte Pollino.

 

“Questo film – dice con orgoglio Michelangelo Frammartino- è la storia della loro straordinaria impresa”.

Michelangelo Frammartino, della “sua” grotta, conosce ormai centimetro per centimetro, anfratto dopo anfratto, cavità dopo cavità, corsi d’acqua e cespugli, spigolosità e insidie verificate e provate in prima persona con le proprie mani e il proprio corpo, scendendo e risalendo attraverso il “buco” mille volte mille, imbracato nel silenzio della terra, quasi felice di questa condizione di isolamento acustico assoluto dal resto del mondo, lontano anni luce dalla vita che gli ruota attorno. Intellettuale erudito, affabulatore di grande fascino, moderno e antico insieme, storico del cinema italiano, più poeta che cineasta, più scrittore che regista, arcaico filosofo della contemplazione, amante dell’odore della terra, affascinato dal buio, e proiettato in una dimensione onirica di cui solo lui forse ha perfetta percezione, il grande “autore” vive oggi questa stagione della sua vita come un tuffo nel passato. Ne parla al presente, ma lo fa con una emozione in corpo che ti trasmette e che si coglie a piene mani, con una dovizia di dettagli e di particolari da meritarsi i galloni di speleologo navigato, perché quel “buco” immenso di San Lorenzo Bellizzi gli appartiene fino in fondo.

La grotta come esaltazione del “collettivo”, del gruppo, della squadra, dello stare insieme. La grotta come catarsi. La grotta come liberazione. La grotta, come purificazione dello spirito e del corpo, appesantito dalla fuliggine della vita quotidiana. La grotta come il più grande incontro della sua vita.

La fotografia è firmata dal grande Renato Berta che ha lavorato con maestri della cinematografia come Godard, Resnais, Rohmer, Rivette, Malle, Téchiné, Huillet-Straub, De Oliveira, Gitai, e ha ricevuto, tra gli altri, riconoscimenti anche in Italia con Martone (David di Donatello per la Migliore fotografia di “Noi credevamo” Gli Interpreti del film sono Paolo Cossi, Jacopo Elia, Denise Trombin, Nicola Lanza, Antonio Lanza, Leonardo Larocca, Claudia Candusso, Mila Costi, Carlos Jose Crespo. La sceneggiatura è dello stesso Michelangelo Frammartino, e di Giovanna Giuliani. Il Montaggio è di Benedetto Atria, la Scenografia di Giliano Carli, I Costumi di Stefania Grilli, Il Suono di Simone Paolo Olivero, Gli Effetti visivi di Gilberto Arpioni.

Dietro il successo de Il buco di Michelangelo Frammartino c’è in realtà una sorta di “joint venture” abbastanza diversificata, ma che a quanto pare alla fine ha prodotto i risultati sperati. A produrre il film sono stati “Doppio Nodo Double Bind” di Marco Serrecchia, “Essential Filmproduktion”, “Société Parisienne de Production” con il supporto della Direzione Generale del Cinema, Eurimages, “Calabria Film Commission”, la stessa Regione Lazio, “CNC - Aide aux cinémas du monde - Centre National de la Cinématographie - Institut Français”, “Arte France Cinéma”, “ZDF Arte”, “Medienboard Berlin Brandenburg”, “Cinereach”, con la collaborazione e il patrocinio del Parco Nazionale del Pollino, del Comune di San Lorenzo Bellizzi, e della Società Speleologica Italiana.

 


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