Paleopatologia: individuati segni di una malattia rara nella Maddalena di Donatello

Uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù insieme al Ministero della Cultura e all’Osservatorio Malattie Rare individua segni di lipodistrofia.

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Venerdì 18 Luglio 2025
Roma - 18 lug 2025 (Prima Pagina News)

Uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù insieme al Ministero della Cultura e all’Osservatorio Malattie Rare individua segni di lipodistrofia.

Volto scavato, occhi infossati, capelli lunghi e ispidi, estremamente magra al punto che i muscoli e tendini sono a fior di pelle. La Maddalena penitente scolpita da Donatello tra il 1453 e il 1455 si discosta significativamente dall’iconografia classica della Santa.

Non solo, a un’attenta analisi visiva, l’opera presenta tutti i segni distintivi della lipodistrofia, una malattia rara caratterizzata da perdita di tessuto adiposo.

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, insieme all’Osservatorio Malattie Rare (OMaR) e al Ministero della Cultura, ha pubblicato sulla rivista Journal of Endocrinological Investigation uno studio paleopatologico che indaga il legame tra la famosa scultura lignea della Maddalena e la lipodistrofia.

Paleopatologia e lipodistrofie 

La paleopatologia studia le malattie antiche attraverso i resti biologici e le fonti indirette, come documenti storici e opere d'arte, la cui interpretazione in chiave medica può fornire informazioni sulla storia antica delle malattie dell'uomo.

È il caso di molte pitture e sculture egizie, greche, romane, sudamericane che raffigurano soggetti che appaiono colpiti da varie malattie e che rappresentano alcune delle fonti iconografiche più ricche. Fa parte di questo ambito lo studio che ha individuato nell’aspetto della statua della Maddalena di Donatello i sintomi di una persona malata di lipodistrofia.

Le lipodistrofie sono malattie rare caratterizzate dalla perdita di tessuto adiposo sottocutaneo, che porta all’accumulo di grasso in altri organi, principalmente nel fegato, causando disfunzioni epatiche, disturbi metabolici e problemi cardiaci. Possono essere ereditarie o acquisite, con le varianti ereditarie molto rare e quelle acquisite più comuni, soprattutto tra i pazienti con infezione da HIV.

Si distinguono in lipodistrofie generalizzate o parziali, a seconda dell’entità della perdita di grasso. Al Bambino Gesù, i pazienti con lipodistrofie sono seguiti dall'unità operativa semplice di Endocrinologia pediatrica, che si occupa della diagnosi e del trattamento di bambini e ragazzi con disfunzioni ormonali.

L’Ospedale gestisce la più ampia casistica italiana di pazienti pediatrici ed è un Centro di riferimento per le malattie rare, sia a livello nazionale, attraverso la Rete regionale delle malattie rare del Lazio, sia a livello internazionale attraverso la partecipazione alle Reti di Riferimento Europee (ERN, European Reference Networks). Il Bambino Gesù ospita inoltre la sede italiana di Orphanet, il database internazionale delle malattie rare.

La Maddalena di Donatello e la lipodistrofia

Maria Maddalena, chiamata anche Maria di Magdala, è descritta, sia nel Nuovo Testamento sia nei Vangeli apocrifi, come una delle più importanti e devote discepole di Gesù. È venerata come Santa dalla Chiesa cattolica, che celebra la sua festa il 22 luglio. Fu tra le poche ad assistere alla crocifissione e, secondo alcuni vangeli, divenne la prima testimone e la prima annunciatrice della resurrezione.

Secondo la raccolta agiografica “Legenda Aurea” composta nel XIII secolo da Jacopo da Varagine, dopo la crocifissione, Maria Maddalena raggiunse la Francia insieme a Marta e Lazzaro dove contribuì a diffondere il verbo di Cristo nelle aree della Provenza. In seguito Maria Maddalena si trasferì ad Aqui per rifugiarsi in una grotta dove visse da eremita per oltre trent’anni.

È proprio in questa versione che Donatello l’ha ritratta nella statua di legno conservata al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze (Italia). L’artista fiorentino ha scelto di raffigurare la Maddalena in questa particolare fase della sua esistenza, nella quale la bellezza fisica, da cui era stata caratterizzata in gioventù, aveva lasciato il posto all’immagine di una donna invecchiata e consumata dalle fatiche e dalle ristrettezze della vita eremitica: capelli lunghi e scarmigliati, corpo fortemente dimagrito, avvizzito, gambe lunghe e magre, muscolatura delle braccia in evidenza, occhi stanchi e infossati nelle orbite sporgenti e pronunciate, guance asciutte e scavate e labbra fini.

Il realismo della rappresentazione proposta da Donatello è tale da far pensare che il modello di partenza dello scultore toscano potesse essere non solo una persona anziana, bensì una affetta da lipodistrofia. La più evidente manifestazione fisica di questa malattia rara è data infatti da una perdita di grasso che non viene mai recuperata: muscoli e vene sono in evidenza, il volto appare scavato e il paziente può avere un aspetto patito, o invecchiato.

L’osservazione e l’anamnesi clinica sono fondamentali per porre il sospetto di malattia e, nel caso della Maddalena, l’aspetto generale della donna appare smagrito e macilento, addirittura prosciugato. È ovviamente impossibile eseguire le analisi strumentali che nella moderna pratica medica aiuterebbero il medico a confermare il sospetto. In loro assenza, bisogna affidarsi all'analisi visiva per formulare un'ipotesi diagnostica.

Lo studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù insieme all’Osservatorio Malattie Rare e al Ministero della Cultura pubblicato sulla rivista Journal of Endocrinological Investigation evidenzia come la Maddalena di Donatello presenti i segni distintivi della lipodistrofia: marcata perdita di grasso, muscolatura visibile, vene sporgenti e un aspetto invecchiato e segnato dalle intemperie ben oltre la sua età presunta.

Non si possono escludere spiegazioni alternative – anoressia, ipertiroidismo, malnutrizione o malattie croniche – soprattutto dato il contesto di guerra e carestia del XV secolo. Tuttavia, uno sguardo comparativo al precedente San Giovanni Battista in legno di Donatello (1438) rivela una figura giovane e robusta nonostante simili temi eremitici, suggerendo che l'estrema emaciazione della Maddalena sia stata una scelta deliberata.

Le attuali linee guida cliniche classificherebbero la sua perdita di grasso come lipodistrofia generalizzata o regionale sulla base dell'esame fisico e dei test genetici. I casi generalizzati mostrano un'assenza pressoché completa di tessuto adiposo con pseudoipertrofia muscolare e reticolo venoso, mentre le forme parziali presentano perdita di tessuto adiposo localizzata.

"Sebbene non sia possibile diagnosticare definitivamente la lipodistrofia nella Maddalena di Donatello, la statua offre un'interessante intersezione tra storia dell'arte e semiotica clinica - spiega il professor Marco Cappa, responsabile dell’unità di ricerca Terapie innovative per le endocrinopatie del Bambino Gesù - Il medico deve innanzitutto osservare e descrivere i segni clinici, interpretarli giudiziosamente e sottoporsi a esami appropriati per affinare le diagnosi differenziali. La Maddalena esemplifica come l'arte visiva possa insegnare e ispirare una rigorosa osservazione clinica e un dialogo multidisciplinare, arricchendo sia la formazione medica che la comprensione culturale".


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