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Giornalista e conduttore televisivo come pochi, dotato di una capacità comunicativa che nel giro di pochi anni in Rai hanno fatto di lui uno dei conduttori del TG2 più amati e più seguiti da milioni di italiani. Aveva 84 anni. È morto la notte scorsa nella clinica romana Quisisana ai Parioli.
Giornalista e conduttore televisivo come pochi, dotato di una capacità comunicativa che nel giro di pochi anni in Rai hanno fatto di lui uno dei conduttori del TG2 più amati e più seguiti da milioni di italiani. Aveva 84 anni. È morto la notte scorsa nella clinica romana Quisisana ai Parioli.
Nato a Roma il 20 ottobre 1941, all’inizio degli anni ’60 Giancarlo Santalmassi inizia a collaborare con il settimanale “Panorama” diretto da Lamberto Sechi, poi ancora con Il Corriere della Sera, finchè non arriva in Rai, dopo aver superato brillantemente il famoso “concorso per radiocronisti” nel 1968.
Inviato di Tv Sette, gli viene affiato il compito di seguire e raccontare i viaggi di Paolo VI in Uganda, in Italia e in Palestina, cosa che fa con un rigore professionale e un carisma che allora erano davvero fuori dal comune.
Entrò alla RAI nel 1961, e fu il primo giornalista italiano, dopo la nomina a caposervizio, che propose una conduzione di TG all'americana. Sono suoi i reportage sui processi "giorno per giorno", nello stile ripreso 20 anni dopo da "Un giorno in pretura".
La mattina del 16 marzo 1978 annunciò per primo in televisione (Edizione Straordinaria del TG2, ore 10:01:30) la notizia del rapimento di Aldo Moro e dell'annientamento della sua Scorta ad opera delle brigate rosse, caso che fu da lui seguito giorno per giorno fino al ritrovamento (9 maggio) del cadavere dello Statista democristiano.
Altre inchieste da lui seguite e raccontate furono l'attentato al papa Giovanni Paolo II (13 maggio 1981) e la tragedia di Vermicino (11-14 giugno 1981), seguita per tre giorni in diretta televisiva dall'intero Paese. Tra il 1992 e l'inizio del 1993 curò due edizioni di Nonsolofilm - Voglio scoprir l'America, ciclo filmico con dibattito in studio incentrato sugli USA, in occasione del cinquecentenario della Scoperta dell'America. Inviato speciale al processo di Catanzaro per la strage di piazza Fontana, nel corso degli anni ’80 lavora sempre al Tg2 e alle sue rubriche speciali. All’inizio degli anni ’90 diventa responsabile della struttura cinema della Rai3 di Angelo Guglielmi.
Nel 1994 venne nominato vicedirettore dei GR RAI e nel 1998 direttore di Radio RAI. In quegli anni inaugurò e condusse il programma radiofonico Zapping. Nel 1999 passò a Radio 24, dove condusse le trasmissioni Viva Voce (talk show politico) e Hellzapoppin'. Nel 2000 seguì la vicenda dell'italoamericano Derek Rocco Barnabei, accusato di omicidio e successivamente condannato a morte dopo un discutibile processo.
Nella puntata del 22 marzo 2002 di Viva Voce, l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga criticò pesantemente Antonio D'Amato, allora presidente della Confindustria (proprietaria della radio), e per questo motivo, nel 2003, venne allontanato dalla radio. Rientrò nell'ottobre 2005 assumendo la direzione dei programmi e della testata giornalistica. Passerà alla storia di queslla stagione radiofonica per aver introdotto una rubrica del tutto innovativa, almeno per la radio, di Lettere al direttore. Fece rinascere la trasmissione Viva Voce, poi assegnata ad Alessandro Milan. Curò per qualche tempo anche la trasmissione Una poltrona per due. Durante la trasmissione del 5 aprile 2006 fu protagonista di un litigio in diretta con Giulio Tremonti. Successivamente a questo verrà rimosso dalla conduzione del programma.
Rimarranno famose le sue trasmissioni da Radio per tutti tutti per radio1 (1993), a Zapping (1994), fino a Radio camion (programma notturno del 1994) e Radio anch’io (1996), e nel 1996 Italia no Italia si. Nel 2003 riceve il Premio Arrigo Benedetti per il giornalismo radiofonico e dal 2000 in poi si dedica all’insegnamento, docente del primo corso di laurea in Scienza della Comunicazione a Salerno e del master in giornalismo della Luiss, nonché del corso di laurea in media e giornalismo a Firenze nel 2001. Approdato al gruppo Il Sole 24 Ore, contribuirà in maniera determinante al lancio di Radio 24.
Dire che con lui se va via per sempre un maestro del giornalismo italiano è forse dire poco, ma certamente se va via uno dei giornalisti radiofonici più famosi e più amati della storia della RAI.