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Le teorie sono contrastanti in Russia, c'è chi sostiene ostinatamente la collisione con il sottomarino USA Memphis e chi invece propende per l'esplosione visto che non sono stati ritrovati frammenti di altre unità sul fondale marino
(Foto: Il relitto del sottomarino Kursk)
Le teorie sono contrastanti in Russia, c'è chi sostiene ostinatamente la collisione con il sottomarino USA Memphis e chi invece propende per l'esplosione visto che non sono stati ritrovati frammenti di altre unità sul fondale marino
(Foto: Il relitto del sottomarino Kursk)
In questi giorni, precisamente il 12 agosto 2000, ricorre il 25°anniversario dell'affondamento del sottomarino nucleare Kursk nel Mare di Barents che causò la morte di 118 membri dell'equipaggio.
Ventitré di loro sopravvissero per qualche giorno dopo l'incidente, ma i soccorsi non arrivarono in tempo.
La versione ufficiale ha stabilito che l'incidente du causato dall'esplosione di un siluro. Secondo quanto riportato dal quotidiano Pravda, molti esperti navali però, rimangono convinti che la vera causa fu la collisione con un sottomarino USA che riuscì a fuggire.
Corsero subito voci secondo cui il Kursk sarebbe stato speronato dal sottomarino nucleare Memphis che navigava in quelle acque in quegli stessi giorni e dopo poco attraccò in Norvegia per riparazioni.
Uno dei primi sostenitori della teoria della collisione fu l'ex comandante della 3a flottiglia sottomarina ed eroe dell'URSS Lev Matushkin, il quale affermò che boe bianche e verdi, utilizzate dalla Marina USA in caso di emergenza, erano state avvistate in superficie vicino al luogo dell'incidente.
Secondo Matushkin, il siluro sarebbe esploso perché staccatosi dal suo supporto dopo la collisione con il Memphis che si sarebbe posizionato sotto, la nave russa.
Anche l'ex funzionario del partito di Murmansk, Vladimir Goryachkin, sostenne la stessa teoria sottolineando l'insolita curvatura verso l'interno dello scafo del Kursk , ufficialmente spiegata come un danno causato dalla seconda esplosione.
Anche l'ammiraglio Vyacheslav Popov , ex comandante della Flotta del Nord, è rimasto un fermo sostenitore della teoria della collisione della NATO.
L'ingegnere e fisico Nikolai Karpan, ex vice ingegnere capo per la scienza e la sicurezza nucleare presso la centrale di Chernobyl, ha affermato che i norvegesi hanno trovato tracce di un sottomarino non identificato sul fondale marino.
Le collisioni tra sottomarini nucleari nel dopoguerra non sono certo mancate 30 accertate.
Il 9 ottobre 1968, il K-131 sovietico colpì accidentalmente il sottomarino britannico Warspite nel Mare di Barents mentre era in missione di spionaggio.
L'11 febbraio 1992, il B-276 russo (in seguito ribattezzato Kostroma ) fu speronato dal sottomarino USA Baton Rouge nelle stesse acque.
Altri però, come l'esperto militare Mikhail Khodarenok dichiarò che non ci sono prove concrete di una collisione tra sottomarini nel Mare di Barents.
Questa teoria fu sostenuta non solo dall'ammiraglio Popov, ma anche da molti altri esperti navali che videro foto del Kursk sul fondale marino che mostravano la sezione di prua era completamente devastata, ridotta a brandelli fino alla torre di comando.
Secondo Khodarenok in caso di collisione l'altro sottomarino avrebbe subito danni analoghi. Sul fondale marino non furono ritrovati detriti o frammenti di altre unità navali.
Nel luglio 2002, il procedimento penale relativo all'affondamento del Kursk fu archiviato.