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Alla vigilia del vertice di oggi tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, Osvaldo Napoli che di Silvio Berlusconi è stato in passato uno dei suoi collaboratori più autorevoli e ascoltati analizza questa stagione politica del suo vecchio leader che Osvaldo Napoli ha lasciato “perché ad un certo punto Forza Italia non era più quella in cui avevo profondamente creduto”.
Dice Osvaldo Napoli: “Fa veramente tristezza, una grande tristezza, vedere il creatore del centrodestra costretto a umiliarsi di fronte alla giovane erede che lo costringe a recarsi nella sede di Fratelli d’Italia per un incontro riparatore dopo gli epiteti che l’anziano leader aveva usato contro di lei. Berlusconi a Canossa, con il capo cosparso di cenere. C’erano sicuramente altri modi, meno umilianti, per sancire il passaggio di testimone. Con l’incontro di domani si chiude in modo inglorioso la storia di Forza Italia. E nascerà il primo governo tutto di destra nella storia della Repubblica”.
Capisco- aggiunge Napoli- “l’irritazione dell’amico Fabio Rampelli verso quegli osservatori un po’ partigiani che puntano il dito sui ritardi nella formazione del governo, e bene fa Rampelli a ricordare che c’è una Costituzione da rispettare. Però, all’amico faccio notare che anche il centrodestra, con i suoi vertici a raffica, con delegazioni dei partiti che cambiano dalla sera alla mattina, ci ha messo non poco del suo nel far lievitare indiscrezioni, gossip e retroscena”.
Non i giornali, ma Meloni stessa e altri esponenti di maggioranza -aggiunge Osvaldo Napoli- “si sono messi a battibeccare sui tecnici al governo, se dovessero essere pochi o tanti, e se Giorgetti è da considerarsi un tecnico d’area o un leghista; e se Ronzulli sia meritevole di un ministero di prima fascia o di terza o quarta fascia o se debba ringraziare Berlusconi per essere stata eletta e chiuderla lì”.
Sul fronte opposto -e qui l’analisi del leader di Azione è durissima quanto quella contro Berlusconi- “Il Pd sbraita e minaccia, promette di appiccare il fuoco alla prateria, mentre i Cinquestelle lo aggirano in concretezza di proposte, tutte sbagliate e irricevibili, ma concrete. Viene da sorridere quando l’on. Meloni invita la sinistra a “mettersi l’anima in pace”. Per farlo, dovrebbe prima ritrovare un’anima”.
Napoli non fa sconti a nessuno: “Travolti dallo sconforto per il grave insuccesso politico, i dirigenti del Pd continuano a cannoneggiare come se l’Italia fosse ancora in campagna elettorale. Intanto, Azione e Calenda non hanno ancora il piacere di conoscere la valutazione di Letta sul nostro piano contro il caro-bollette. Avendo smarrito la memoria di come si organizza un’opposizione seria e utile al Paese, il Pd dovrebbe sbrigarsi a recuperarla nell’interesse del Paese e dei suoi elettori”.
E a proposito di Azione e di Carlo Calenda. Osvaldo Napoli precisa “Non ci opponiamo sulla base di pregiudizi ideologici, ma spettiamo il governo al varco dei programmi e delle cose serie, concrete e urgenti di cui, finora, non abbiamo visto traccia nelle parole di Meloni e dei suoi alleati”. (p.n.)