Via D'Amelio, Meloni: "Il popolo italiano ha il diritto di conoscere la verità sulla strage"

"Dopo le stragi mafiose, milioni di italiani hanno preferito l'impegno all'indifferenza, il dovere all'ignavia, hanno scelto l'onore e la nazione contro il finto onore di chi si proclama uomo d'onore".

(Prima Pagina News)
Lunedì 30 Giugno 2025
Roma - 30 giu 2025 (Prima Pagina News)

"Dopo le stragi mafiose, milioni di italiani hanno preferito l'impegno all'indifferenza, il dovere all'ignavia, hanno scelto l'onore e la nazione contro il finto onore di chi si proclama uomo d'onore".

"Il popolo italiano ha il diritto di conoscere la verità" sulla strage di via D'Amelio a Palermo, avvenuta il 19 luglio 1992, in cui morirono il Giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. "Ogni sforzo deve essere sostenuto". Lo ha detto la premier, Giorgia Meloni, durante il suo intervento alla Camera, alla cerimonia per l'inaugurazione della teca con dentro la borsa di Paolo Borsellino.

Dalle stragi mafiose, ha aggiunto la premier, "è partito un movimento di popolo che per la prima volta ha detto visibilmente no alla violenza, al ricatto, all'omertà a cui la mafia avrebbe voluto condannare l'Italia. La reazione è stata una grande sottovalutazione di Cosa Nostra: milioni di italiani hanno preferito l'impegno all'indifferenza, il dovere all'ignavia, hanno scelto l'onore e la nazione contro il finto onore di chi si proclama uomo d'onore. E' stata la scintilla di un incendio di speranza e amore per l'Italia, il suo testimone è ancora saldo".

"Ricordo soprattutto lo sgomento di quelle ore e la rabbia con cui - da siciliano - da parlamentare e da siciliano non riuscivo ad accettare l'idea che, dopo Giovanni Falcone, la mafia fosse riuscita ad infliggere un altro colpo così crudele. Solo due mesi prima insieme a tutti i parlamentari insieme a Msi avevamo votato simbolicamente come presidente della Repubblica Paolo Borsellino, un uomo al di sopra per le parti". Così il Presidente del Senato, Ignazio La Russa. "La borsa di Borsellino è tornata a Roma, ha l'odore acre e intenso della pelle bruciata. Dentro è intatta, come intatto è l'insegnamento di uomo che, solo, ha incarnato il senso del dovere più profondo, il rispetto per le istituzioni, la sete di giustizia". E' quanto ha dichiarato la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, alla cerimonia d'inaugurazione della teca contenente la borsa di Paolo Borsellino, svoltasi alla Camera dei Deputati. "Oggi le istituzioni e noi ribadiamo da che parte stiamo. Chiediamo perdono ai nostri figli se, in questi anni, non sempre così è sembrato. Lasciamo nella casa degli italiani il monito a noi stessi, l'insegnamento ad essere come questo uomo ci ha mostrato, con la sua vita e la sua morte", ha concluso. Alla cerimonia ha partecipato anche la figlia del Giudice, Lucia Borsellino: questa borsa, ha detto, "rappresenta più di ogni altro oggetto la dedizione al lavoro, la sacralità con cui nostro padre concepiva il suo servizio allo Stato e alle istituzioni. In quella borsa aveva riposto, oltre agli effetti personali, anche le sue agende e alcuni documenti la cui importanza era ritenuta da lui tale" che voleva sempre tenerli con sé. "In quei giorni - ha poi ricordato - il suo viso portava vividi i segni del dolore della strage di Capaci. Oggi siamo qua a celebrare tutti coloro che hanno fatto nel servizio alle istituzioni il loro stile di vita. Per noi è un giorno speciale: a questo oggetto viene restituita la dignità che merita, un simbolo dello spirito di servizio di un uomo dello Stato che ha onorato questo Stato e le sue istituzioni fino all'ultimo istante".


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