Cinema: Di Costanzo e Maresco chiudono la selezione italiana in Concorso a Venezia

Riflessioni sul sentimento della colpa e sulla creazione artistica.

(Prima Pagina News)
Venerdì 05 Settembre 2025
Venezia - 05 set 2025 (Prima Pagina News)

Riflessioni sul sentimento della colpa e sulla creazione artistica.

Le proiezioni di “Elisa” di Leonardo Di Costanzo e “Un film fatto per bene” di Franco Maresco concludono la visione dei film italiani in Concorso per il Leone d’oro. Il giudizio complessivo è più che positivo, si supera tranquillamente la sufficienza toccando qualità molto alte con Sorrentino e Rosi.

i Costanzo dopo “Ariaferma” ritorna ad ambientare il suo racconto in carcere. Questa volta però è un carcere aperto, in Svizzera, dove la protagonista Elisa sta scontando la pena per aver ucciso la sorella e tentato di uccidere la madre.

La sua storia diviene oggetto della ricerca del criminologo Alaoui, interpretato da Roschdy Zem. I loro colloqui costruiscono una ricerca sull’elaborazione della colpa e il suo superamento per costruire il proprio futuro. Il criminologo, nella sua oggettività di ricerca scientifica, sembra avere più partecipazione per i colpevoli che per le vittime.

Ed è questa l’accusa che gli muove Valeria Golino, nei panni di una madre cui è stato assassinato il figlio per futili motivi: un gruppo di balordi stava molestando una senzatetto e lui era intervenuto in suo soccorso. Può la necessità di comprensione e di reinserimento sociale portare a dimenticare chi ha perso la vita a causa di quel gesto?

Il dialogo della madre con il criminologo è uno dei momenti più alti del film per il pathos che trasmette, superando, forse, tutta la bellissima interpretazione di Barbara Ronchi che costruisce il suo personaggio per sottrazione, senza alzare i toni riuscendo a fare i conti con il proprio passato i cui eventi all’inizio non voleva nemmeno ammettere.

Di Costanzo si conferma la sua bravura di regista consegnandoci un’opera mai scontata, pur parlando di temi estremamente delicati.

Su altri toni si muove “Un film fatto per bene” di Franco Maresco. Un racconto di un film mai completato su Carmelo Bene, da cui il gioco di parole del titolo. Alcuni brani del grande attore, noto per la sua iconoclastia nei confronti del teatro e del cinema, sono a commento dei personaggi, che popolano il mondo di Maresco dai tempi di Cinico Tv che abbiamo imparato a conoscere dalla televisione, di cui vengono ripresi alcuni brani, così come pezzi dei film precedenti per inquadrare la figura del regista, scomparso per incapacità a concludere il film che doveva raccontare un episodio che coinvolgeva Carmelo Bene, Letizia Battaglia, la grande fotografa palermitana scomparsa, ed un maestro elementare Gaetano Mascellino a proposito della figura di un presunto Santo volante” Giuseppe Desa da Copertino.

La ricerca del regista da parte di Umberto Cantone diviene una sorta di indagine poliziesca per mettere insieme l’idea di Maresco sulla creatività artistica, utilizzando la messa in scena sempre precaria originata in Cinico TV, cui però non si sottrae lo stesso regista, in scena in prima persona nel suo ruolo creativo, non più come voce fuori campo. Il risultato è spesso divertente, come hanno testimoniato gli appalusi e le risate a scena aperta, a patto di accettarne la prospettiva narrativa.

(Alfredo Salomone)


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