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L’avv. Sergio Santoro, Presidente onorario del Consiglio di Stato, richiama le disposizioni della Legge n. 287/1990 sull’operazione Unicredit-BPM e sottolinea il possibile intervento governativo per ragioni di economia nazionale.
L’avv. Sergio Santoro, Presidente onorario del Consiglio di Stato, richiama le disposizioni della Legge n. 287/1990 sull’operazione Unicredit-BPM e sottolinea il possibile intervento governativo per ragioni di economia nazionale.
L’avv. Sergio Santoro, Presidente onorario del Consiglio di Stato, in riferimento all’operazione lanciata da Unicredit su BPM, osserva che la possibile concentrazione bancaria Unicredit-BPM dev’essere notificata all’Antitrust e alla Banca d’Italia ai sensi dell’art. 20, comma 4, della Legge n. 287/1990 in forza del quale l'AGCM deve consultare la Banca d'Italia prima di adottare provvedimenti in materia di concentrazione bancaria.
E ciò che più rileva, ove emergano conflitti tra gli obiettivi di stabilità finanziaria e quelli di tutela della concorrenza, il Governo ha il potere di intervenire con il veto ex art. 25 Legge n. 287/1990: “il Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, può … vietare l'operazione per ragioni essenziali di economia nazionale”.
Una precedente di concentrazione bancaria di simile dimensione di quella proposta da Unicredit era stata quella tra SanPaolo IMI e Banco di Napoli di fine 2002, ma allora le motivazioni prendevano le mosse dalla dichiarazione di inesigibilità dei crediti di quest’ultimo effettuata da Banca d’Italia nel 1996. Al contrario BPM non presenta nessuna di queste criticità, e dunque quella di Unicredit si presenta come una mera operazione di concentrazione potenzialmente lesiva della concorrenza nel settore bancario.