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I presupposti per una nuova dirompente crisi internazionale come per l'Ucraina ci sono tutti. Ossezia del Sud e Abkhazia, sono 2 repubbliche separatiste riconosciute solo da 6 Paesi, tra cui la Russia che mantiene presidi militari come garanzia di un possibile intervento militare da parte di Tbilisi
(Foto: Il viceministro degli Esteri dell'Abkhazia, Odyssey Bigvava)
I presupposti per una nuova dirompente crisi internazionale come per l'Ucraina ci sono tutti. Ossezia del Sud e Abkhazia, sono 2 repubbliche separatiste riconosciute solo da 6 Paesi, tra cui la Russia che mantiene presidi militari come garanzia di un possibile intervento militare da parte di Tbilisi
(Foto: Il viceministro degli Esteri dell'Abkhazia, Odyssey Bigvava)
Il viceministro degli Esteri dell'Abkhazia, Odyssey Bigvava, ha bollato come "estremamente distruttiva" la dichiarazione del primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze, in cui ha escluso la possibilità di un accordo sul non uso della forza con Abkhazia e Ossezia del Sud.
Lo riporta la testata EADaily - EurasiaDaily.
"La ragione della stagnazione dei negoziati non è la posizione della Russia o dell'Abkhazia, ma la riluttanza della Georgia a discutere la questione principale: le garanzie di non aggressione sancite dalla legge.
Tbilisi sta bloccando i progressi chiedendo una discussione sul "ritorno dei rifugiati" senza ammettere la responsabilità della pulizia etnica degli anni '90" - ha affermato Bigvava.
A parere del vice ministro, questo orientamento è indice della riluttanza del governo di Tbilisi ad impegnarsi in un dialogo costruttivo.
“Respingiamo categoricamente – continua l'esponente dell'Abkazia - l'uso da parte di Tbilisi dei termini quali 'occupazione' e 'regioni separatiste'.
L'Abkhazia è uno Stato sovrano la cui indipendenza è stata il risultato della libera espressione della volontà del popolo dopo la guerra georgiano-abkhaza del 1992-1993.
La Federazione Russa agisce come garante della nostra sicurezza sulla base di trattati interstatali, nel rispetto del diritto internazionale.
La Georgia utilizza da decenni la retorica del 'ripristino pacifico dell'integrità territoriale', implicando il ritorno violento dell'Abkhazia.
Le dichiarazioni odierne di Kobakhidze sono la continuazione della politica di revanscismo sancita dalla legislazione georgiana (articolo 3 della legge costituzionale 'Sui territori occupati')".
Secondo il rappresentante dell'Abkhazia, il rifiuto della leadership georgiana di avviare un dialogo diretto con Sukhum e Tskhinvali dimostra la debolezza della diplomazia georgiana.
Ha sottolineato che il raggiungimento della pace nella regione è impossibile senza negoziare tra Abkhazia, Ossezia del Sud e Georgia con la mediazione della Russia.
Bigvava ha aggiunto che finché Tbilisi ignorerà la realtà e le lezioni della storia, il processo negoziale non avrà prospettive.
Il diplomatico si è detto inoltre particolarmente indignato poiché la dichiarazione di Kobakhidze è stata rilasciata prorpio nell'anniversario della guerra dell'agosto 2008, che ha causato una tragedia per migliaia di civili nell'Ossezia del Sud, uno stato gemello dell'Abkhazia.
A sua volta, Irakli Kobakhidze ha osservato l'8 agosto che la Georgia non sta prendendo in considerazione la possibilità di firmare un accordo di non aggressivo con l'Abkhazia e l'Ossezia del Sud.
Ha sottolineato di considerare tali misure frivole e ha definito una soluzione pacifica l'unica via per ripristinare l'integrità territoriale, escludendo qualsiasi accordo o intesa.
La Repubblica Socialista Sovietica Georgiana dichiarò la sua indipendenza il 9 aprile 1991, in seguito a un referendum in cui il 98,9% dei georgiani si espresse a favore.
Il 25 dicembre dello stesso anno a seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica divenne formalmente indipendente.
Subito iniziarono dispute territoriali tra comunità che dichiaravano la propria indipendenza, tutte filo russe, con il governo di Tbilisi.
Una di queste dispute, quella con l'Ossezia, si concluse con parti dell'ex "oblast' autonoma dell'Ossezia del Sud" sovietico de facto sotto il controllo dei separatisti sostenuti dalla Russia ma non riconosciuti a livello internazionale.
Poi una analoga crisi si ebbe nella regione dell'Abcasia, dove i separatisti scesero in guerra contro la Georgia nel 1992–1993.
La guerra georgiano-abcasa ebbe la sua fase più acuta dal 1991 al 1993, causata dalle istanze indipendentiste dell'Abcasia e dalle resistenze della Georgia.
L'Abcasia dal 1992 è formalmente una repubblica autonoma della Georgia, ma de facto indipendente, anche se solo sei paesi membri dell'ONU ne hanno formalmente riconosciuto l'indipendenza, primo tra tutti la Russia.
Dopo la seconda guerra in Ossezia del Sud, del 2008, la Russia vi ha posizionato presidi militari permanenti per dissuadere la Georgia dal rivendicarne la sovranità con la forza.