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"Facciamo appello alla vostra fede e al vostro buon senso".
"Facciamo appello alla vostra fede e al vostro buon senso".
“Eminenze Reverendissime,
Mi rivolgo a Voi, Cardinali elettori del prossimo Conclave che si aprirà il 7 maggio per scegliere il successore di Papa Francesco, con profondo rispetto e sincero spirito di dialogo, a nome della Co-mai – Comunità del Mondo Arabo in Italia, del Movimento Internazionale Uniti per Unire, dell’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), dell’Unione Medica Euromediterranea (UMEM) e dell’Agenzia Internazionale AISC - Informazione Senza Confini.
Desidero, come fondatore e Presidente Onorario della Co-mai, sottolineare alcuni passaggi importanti del nostro percorso. Vogliamo proseguire senza invadere, né intrometterci nei campi propri della Chiesa, ma riteniamo doveroso intervenire in questo momento in cui tutto il mondo guarda alle scelte dei cardinali. Desideriamo continuare a lavorare per il dialogo interreligioso, come abbiamo fatto fin dal 2016 con l’iniziativa “Cristiani in Moschea”, con i musulmani nelle chiese, con le “Feste del dialogo”, e con la lettura condivisa di tanti messaggi di pace. Desideriamo anche ringraziare Papa Francesco per l’ultimo dono che ha voluto fare ai bambini di Gaza: ha donato la sua auto papale, e ogni giorno alle ore 7 salutava proprio loro, i più piccoli tra i più colpiti.
Vogliamo un Papa che continui a parlare quel linguaggio semplice, umano, vicino ai bambini e a chi soffre, e che sappia intensificare il messaggio di pace che il mondo oggi chiede con forza. Per questo motivo nasce questa lettera-appello del sottoscritto, Foad Aodi, fondatore della Co-mai, e direttore dell’Agenzia Mondiale Britannica Iformazione senza confini #Aisc_News, ai cardinali e ai candidati al soglio pontificio.
Con questo appello pubblico, desideriamo sottolineare un’esigenza condivisa da milioni di persone nel mondo arabo e non solo: la necessità di garantire continuità alla linea riformista e inclusiva di Papa Francesco, pontefice che ha saputo essere voce degli ultimi e costruttore di ponti tra culture e religioni.
Non siamo qui per invadere il campo della Chiesa, ma – visto che tutto il mondo guarda a queste elezioni – sentiamo il dovere di testimoniare, come abbiamo sempre fatto, il nostro impegno per il dialogo interreligioso, per la pace e per l'inclusione. Come in passato, abbiamo promosso iniziative come “Cristiani in Moschea” e “Musulmani in Chiesa”, celebrando insieme le Feste del Dialogo e portando messaggi concreti di pace, tolleranza e convivenza.
Vogliamo un Papa che continui su questa strada, un pontefice umano, semplice, vicino a tutti i bambini del mondo, come lo è stato Papa Francesco, che ringraziamo di cuore per il suo gesto di grande significato: il dono dell’auto papale ai bambini di Gaza, e il saluto quotidiano rivolto loro alle ore 7. Gesti che non dimenticheremo mai.
Il nostro appello si basa su dati concreti raccolti da “Uniti per Unire” e dalle organizzazioni aderenti:
• 94% del mondo arabo e musulmano,
• 97% delle comunità arabe presenti in Italia,
• 43% dei cristiani in Italia,
• 63% dei cristiani nel mondo,
• 39% del mondo politico,
concordano sulla necessità di continuare il cammino riformatore, inclusivo e umanitario avviato da Papa Francesco.
Ecco perché chiediamo che il prossimo Papa sia un riformista, un costruttore di ponti, una guida capace di dare voce ai popoli dimenticati. Il nostro sostegno, senza preclusioni verso alcun candidato, va a chi ha vissuto sulla propria pelle le sfide della povertà, dell’emarginazione e della convivenza tra popoli, sia esso un italiano riformista o un cardinale proveniente dai Paesi del Sud del mondo.
Papa Francesco ha avuto il coraggio di costruire ponti reali, dal dialogo con il mondo islamico alla difesa dei cristiani perseguitati, dall’apertura ai migranti alla lotta contro ogni forma di esclusione, con una particolare attenzione verso donne, bambini e libertà di espressione. Tornare indietro sarebbe un errore grave, specie alla luce di segnali preoccupanti provenienti da ambienti conservatori.
A chi dice che Francesco ha “tolto la Chiesa ai cristiani”, rispondiamo con fermezza: è stato proprio lui a restituirla a tutta l’umanità, rendendola una casa per tutti.
Come Co-mai, fin dalla nostra nascita abbiamo operato nel rispetto reciproco tra tutte le religioni. Abbiamo sempre sostenuto i simboli religiosi cristiani come il crocifisso, abbiamo celebrato insieme feste cristiane, musulmane, ebraiche e di altre fedi – copti, ortodossi, drusi, maroniti, anglicani – senza mai imporre nulla, ma promuovendo il rispetto delle tradizioni locali da parte di tutti, anche di chi proviene da Paesi terzi.
Chiediamo un Papa capace di governare con equità, libero da logiche di potere interno e da pressioni geopolitiche, un pontefice che riduca la distanza tra i ricchi e i poveri, tra Nord e Sud del mondo, e che rappresenti veramente tutta l’umanità.
Esprimiamo anche un forte no alla spettacolarizzazione della fede e al populismo religioso. La religione non deve mai diventare uno strumento di propaganda politica. Immagini di politici travestiti da Papa offendono la dignità del ruolo spirituale del pontefice e contribuiscono a rallentare la costruzione della pace e del dialogo.
Non siamo contro nessuno, ma invitiamo a una riflessione seria, anche attraverso un’analisi giornalistica dei profili dei candidati, affinché si eviti una scelta che porti a un ritorno al passato.
Tutte le religioni del mondo stanno osservando con attenzione questa elezione. Il futuro del dialogo tra fedi e civiltà si decide ora. La pace è un cammino da continuare, non da interrompere. Papa Francesco ha acceso una luce che ha ispirato milioni di persone. Vi chiediamo di scegliere un successore che sia in grado di custodirla e di proteggerla dalle ombre del ritorno indietro”.
Così il Prof. Foad Aodi Presidente Onorario Co-mai, fondatore di Amsi – Umem – Aisc – Uniti per Unire, medico, giornalista esperto in salute globale e dialogo interreligioso Membro Registro Esperti FNOMCeO – 4 volte consigliere OMCeO Roma – Docente Università Tor Vergata, in una lettera inviata ai Cardinali in riunione per il Conclave, che porterà all’elezione del nuovo Papa.