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"Serve una strategia europea per rendere l’Ue più competitivi sullo scenario economico mondiale".
"Serve una strategia europea per rendere l’Ue più competitivi sullo scenario economico mondiale".
“La trattativa tra Stati Uniti d’America e Unione Europa sui dazi coperta un prelievo del 15% su gran parte dei prodotti che dall’Ue transitano verso gli USA. Le aziende italiane rischiano naturalmente di pagare un prezzo altissimo, esportando oltreoceano macchinari, articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici, mezzi di trasporto, prodotti alimentari, bevande, prodotti da attività manifatturiera.
I rischi per le imprese europee e italiane sono di tutta evidenza. Così come evidente è il gap energetico dell’Europa nei confronti degli Stati Uniti.
Tra i nodi ancora da sciogliere c’è l’acquisto di 750 miliardi di euro di gas americano da parte di Bruxelles. La sfida energetica rappresenta la più importante. Serve una strategia europea per rendere l’Ue più competitivi sullo scenario economico mondiale. L’Italia in questo può fare la propria parte, come sta facendo puntando sull’energia nucleare di nuova generazione. Ciò consentirà al nostro Paese di rendersi indipendente dal punto di vista energetico, di abbassare le bollette a imprese e famiglie, di creare competitività.
Così come va ripensata la politica industriale sull’eutomotive. I dazi sono già costati al settore 12 miliardi di euro. La riconversione green e le regole europee stanno mettendo in ginocchio i produttori europei a vantaggio dei produttori cinesi. Il governo sta avviando una politica di incentivi ed ecobonus, alla quale sono interessati sia privati (incentivi fra i 9mila e gli 11mila euro) sia le imprese (bonus di 20mila euro per ogni veicoli elettrico acquistato). Ciò magari aiuterà la riconversione green (a patto che venga sostenuta da una adeguata politica infrastrutturale che doti la nostra rete stradale urbana ed extraurbana e quella autostradale di colonnine di ricarica), ma non aiuterà l’industria automobilistica europea, perché i cittadini andranno a scegliere i prodotti meno cari provenienti dalla Cina.
Sul pianto dell’automotive serve invertire la politica industriale europea, che negli ultimi anni ha prodotto risultati negativi. Altrimenti in Italia e in Europa avremo solo stabilimenti che chiudono e disoccupati a cui gli incentivi non basteranno di certo”.
Lo dichiara Enrico Folgori, presidente di Feoli (Federazione Europea Operatori della Logistica Integrata)