Domenico Romano Carratelli, grande il cordoglio della Calabria ad un anno dalla morte dell’ex Presidente
Domenico Romano Carratelli (primo a destra nella foto accanto a Pino Nano e al sen.Franco Covello), verrà ricordato sabato a Vibo Valentia con una messa per il primo anno di anniversario della sua morte (12 marzo 2020) alle ore 11.00, nella Chiesa S.Maria la Nova, proprio a due passi dallo studio dell’ex Presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
di Pino Nano
Giovedì 11 Marzo 2021
Roma - 11 mar 2021 (Prima Pagina News)
Domenico Romano Carratelli (primo a destra nella foto accanto a Pino Nano e al sen.Franco Covello), verrà ricordato sabato a Vibo Valentia con una messa per il primo anno di anniversario della sua morte (12 marzo 2020) alle ore 11.00, nella Chiesa S.Maria la Nova, proprio a due passi dallo studio dell’ex Presidente del Consiglio Regionale della Calabria.
Il giorno dopo la sua morte, uno dei suoi amici più cari, illustre giurista trapiantato a Roma,Tommaso Marvasi, prese carta e penna per ricordare la magia di quei loro incontri sul mare, finalmente lontani dalla politica e dai molestatori seriali che il mondo della politica coltiva e fa crescere.

“Irripetibili – e qui le lacrime non le freno – quei momenti di amicizia pura che abbiamo vissuti più volte in mezzo al mare di Tropea, noi due, soli: lui sulla spiaggetta del mio piccolo cabinato a vela, a pulire, mangiandone subito la metà, i ricci che aveva pescato, io a cucinare gli spaghetti bene al dente. Nella ghiacciaia non meno di due bottiglie di un ottimo bianco freddissimo. E poi, all’ombra delle vele, un sonno ristoratore e benevolo: come l’eternità che lo attende, cullati dolcemente dal mare, nella visione di Tropea. Un paradiso in terra che a lui deve almeno un po’ della sua bellezza”.

Una storia, quella di Mimmo Carratelli, coronata da mille successi diversi, ma soprattutto profondamente segnata da un lavoro politico che non ha mai conosciuto una sola pausa.

“Mimmo” Carratelli lavorava ai suoi obiettivi giorno e notte, senza mai conoscere la dimensione vera del tempo, dimenticando spesso di avere due figli a casa ad aspettarlo, ma lui viveva per strada, giorno per giorno, paese per paese, territorio per territorio, senza tregua e senza soste e il suo studio a Vibo, proprio di fronte alla segreteria politica del senatore Murmura, era una sorta di cappella votiva, aperta dalle otto del mattino alle nove della sera.

La sua vita - almeno all’inizio della sua carriera politica- era una corsa frenetica contro il tempo, lui solo contro tutti, a macinare chilometri su chilometri per intere giornate nel chiuso di una Ford Fiesta prima maniera, assolutamente spartana, insieme a quello che in quegli anni era il suo vero amico più fedele, Nino Fragalà.

Nino era davvero “il suo amico speciale”, un ragazzo di Sant’Onofrio che stravedeva per lui, che per mestiere di mattina insegnava, e nel pomeriggio lo accompagnava dovunque Mimmo avesse necessità di arrivare, lo aiutava a non sentirsi mai solo in macchina, ombra fedelissima e confessore insieme di tutta la sua vita.

Nel chiuso di quella Ford i due avranno attraversato la Calabria da capo a fondo centinaia e centinaia di volte, ma allora la politica era soprattutto questo. Era presenza fisica, ossessiva presenza fisica, e solo se ci fossi stato fisicamente, allora avresti potuto sperare di poter legare un rapporto di fiducia con il territorio e con la gente che lo viveva, e che poi ti avrebbe potuto votare.

Ma prima di quella Ford Fiesta, “Mimmo” aveva viaggiato per anni, prima su una 500 Fiat color rosso fuoco, che allora era minuscola rispetto alla 500 di oggi, e poi ancora su una Fiat 850 coupé. Insomma, un’avventura in tutti i sensi.

Una sera i due erano alle porte di Isola Capo Rizzuto dove Mimmo doveva tenere un comizio, e “ad un certo punto - ricorda Nino Fragalà - ci fermò una pattuglia dei carabinieri. Io ero al posto di guida e mi chiesero i documenti dell’auto. Noi avevano fretta di arrivare in paese, viaggiavamo già con un’ora abbondante di ritardo e provai a spiegare che in paese ci aspettavamo per un comizio, ma la diffidenza di quei due militari fu tale da non crederci. Addirittura, uno dei due disse all’altro “Ma figurati se questo può essere un onorevole? Con questo catorcio di macchina”. Dopo i controlli ci mandarono via ma prima di salutarci ci richiesero se era vera la storia del “candidato alla Camera dei deputati che doveva tenere un comizio in paese”. Scoprii solo per caso che erano in piazza anche loro, quella sera, a sentire il comizio di Mimmo”.

I voti allora si cercavano casa per casa. Non era come oggi, allora internet web e wi-fi erano solo “sogni” ancora da venire.

È ancora giovanissimo quando “Mimmo incomincia” a fare politica. Dopo il liceo si iscrive all’Università di Palermo, in Giurisprudenza, e qui incomincia a partecipare alla vita associativa del mondo cattolico, aderisce alla FUCI, la Federazione Universitaria Italiana Cattolici, Aldo Moro ne era Presidente, e poi entra a pieno titolo nel Movimento Giovanile della DC, partito a cui aderisce fin dal 1961.

Durante il periodo universitario ricopre anche l'incarico di Presidente della Casa dello Studente a Palermo. Negli anni ’90, dopo importanti incarichi politici ed istituzionali in Calabria, assume un ruolo da protagonista di livello nazionale, nell’ambito della DC, poi nel Partito Popolare e infine nella Margherita.

Nel giugno 1993 viene nominato dal Segretario della DC, on. Mino Martinazzoli, fra i 40 componenti dell’Assemblea Programmatica Costituente per la nascita del Partito Popolare.

Entra quindi a far parte della Direzione Nazionale del Partito Popolare con segretario l’on. Franco Marini. Viene ancora eletto nella Direzione Nazionale con il successivo segretario on. Pierluigi Castagnetti ricoprendo l’incarico di responsabile del Settore Difesa, e partecipa all’Assemblea costituente della Margherita, nella quale confluisce il Partito Popolare.

Come delegato all’Assemblea viene eletto (4° su 125) fra i componenti del Comitato Costituente della stessa Margherita e poi nell’Assemblea Federale della Margherita, e viene quindi riconfermato nell’incarico di responsabile del settore “Difesa” del Partito.

La sua dote più grande credo fosse la capacità di sorridere alla vita anche nei momenti peggiori. Mimmo aveva la forza di sorridere anche di fronte alle evidenze più nefaste, ma aveva soprattutto la fortuna di non coltivare nessuna forma di invidia per nessuno.

Era un uomo profondamente appagato di quello che faceva, e non ricordo mai da lui un momento di vera malinconia o di vera solitudine. Di lui tutto si poteva immaginare, ma tranne che potesse diventare un paziente psichiatrico per via della depressione.

A volte appariva invece quasi arrogante, a tratti anche sprezzante e provocatorio, diretto e istintivo come solo lui sapeva esserlo, guai ad averlo avversario politico o nemico di corrente, ma in realtà Mimmo aveva tutti i difetti che hanno i leaders e i primi della classe. Sarà perché forse i primi della classe si sentono una spanna al di sopra degli altri.

Poi, nel 1993, realizza quello che lui stesso chiamava il “mio sogno segreto”. Da Presidente del Consiglio Regionale decide infatti di organizzare a Vibo un grande summit economico che parlasse finalmente dei problemi del sud al resto del Paese, e della Calabria in particolare, e per farlo usa come titolo della sua convention il libro di Robert D. Putnam, “La tradizione civica delle regioni italiane”.

Come ospite d’onore invita personalmente a presiedere quell’incontro, oltre allo stesso autore Putnam, l’allora Direttore Generale del Ministero del Tesoro e oggi Primo ministro Mario Draghi che arrivato a Vibo per la prima volta in vita sua ringrazia “Il Presidente Romano Carratelli per questa straordinaria occasione che mi offre di conoscere da vicino una terra misteriosa e bellissima come la Calabria”.

Per Vibo è una giornata storica, ma lo sarà ancora di più per la Calabria tutta.(2-Segue)

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Domenico Romano Carratelli
Pino Nano
PPN
Prima Pagina News
ricordo

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU