Gaza, Trump: "Se Hamas non rinuncia alle armi, ci penseremo noi, forse con violenza"

Media: stasera Hamas consegnerà le salme di quattro ostaggi, altrettanti saranno consegnati domani.

(Prima Pagina News)
Martedì 14 Ottobre 2025
Roma - 14 ott 2025 (Prima Pagina News)

Media: stasera Hamas consegnerà le salme di quattro ostaggi, altrettanti saranno consegnati domani.

Hamas consegnerà le salme di altri quattro ostaggi domani sera. Lo riferisce l'emittente televisiva israeliana Channel 12, citando fonti governative di Tel Aviv. Queste vanno ad aggiungersi alle altre quattro che dovrebbero essere consegnati stasera.

"Se Hamas non rinuncia alle armi, ci penseremo noi". Così il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. "Lo faremo velocemente e forse con violenza", ha proseguito.

Hamas consegnerà i corpi di altri ostaggi israeliani nella serata di oggi. E' quanto fa sapere l'emittente qatariota Al-Arabiya. La notizia è stata confermata da alti funzionari di Gerusalemme.

Israele non riaprirà domani il valico di frontiera di Rafah, al confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto, come previsto dall'intesa sul cessate il fuoco, come sanzione per Hamas, per non aver rispettato l'ultimatum che fissava ad oggi la consegna di tutti gli ostaggi deceduti. E' quanto fanno sapere i media israeliani, aggiungendo che Tel Aviv limiterà i quantitativi di aiuti umanitari che arrivano a Gaza.

Secondo quanto riporta l'emittente tv qatariota Al-Arabi, “squadre egiziane stanno operando all’interno della Striscia di Gaza per aiutare a individuare la posizione degli ostaggi deceduti e a recuperarli”.

“Una squadra tecnica israeliana si sta consultando con i funzionari egiziani per risolvere la crisi relativa agli ostaggi deceduti”, prosegue l'emittente. Hamas avrebbe dovuto consegnare i corpi di tutti i 28 ostaggi deceduti, ma finora ne ha restituiti soltanto quattro, per la difficoltà a trovarli a causa dei bombardamenti. Tel Aviv ha avvisato che la mancata consegna dei corpi verrà considerata una violazione dell'accordo di cessate il fuoco.

Dopo che Hamas ha restituito soltanto quattro cadaveri, il Forum delle Famiglie degli Ostaggi ha scritto una lettera all'inviato speciale americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ringraziandolo per l'accordo sul cessate il fuoco e sul ritorno degli ostaggi e, nel contempo, avvertendolo che “ciò che temevamo sta accadendo sotto i nostri occhi”. “Solo quattro ostaggi deceduti tornano a casa oggi. Solo quattro famiglie potranno dare ai propri cari la sepoltura dignitosa che meritano e iniziare a trovare pace. Come è possibile? Come possiamo accettare che gli altri restino indietro?”, si legge nella lettera. “Dobbiamo assicurarci che tutti gli ostaggi rimanenti tornino a casa. Non possiamo riposare, e sappiamo che nemmeno lei riposerà, finché ogni ostaggio non sarà restituito”, prosegue il Forum, per poi concludere con un appello: “Le chiediamo di non tralasciare alcuna possibilità, di non lasciare nulla di intentato, affinché Hamas mantenga i propri impegni e riporti a casa tutti gli ostaggi”.

La mancata consegna dei cadaveri di 24 ostaggi da parte di Hamas “potrebbe far deragliare l’accordo”. A dirlo, pur con cautela, è stata una fonte politica israeliana, citata dai media locali, che ha evidenziato che non sono state ancora prese decisioni sulla mancata consegna dei corpi, dato che Hamas aveva fatto sapere in anticipo che aveva difficoltà a reperirli tutti. “Vogliamo valutare la questione e vedere a che punto è la situazione”, ha precisato la fonte.

“Sappiamo che il rilascio dei resti richiederà un po’ più di tempo e speriamo che funzioni”. A seguito della consegna di quattro cadaveri, fonti di Tel Aviv hanno avvisato Hamas che questo è una violazione dell’accordo di Sharm-el-Sheikh. Dalla nuova indiscrezione trapela un cauto ottimismo sul mantenimento della tregua.

Poco più di 24 ore dopo il rilascio dei 20 ostaggi vivi, emergono rivelazioni sulle condizioni in cui hanno vissuto durante questi ultimi due anni: secondo quanto riferisce l'emittente televisiva Channel 12, uno degli ostaggi, Ariel Kunio, è stato in prigionia da solo, mentre il fratello David era insieme con Nimrod Cohen ed Eitan Horn e ha attraversato molti tunnel.

Alon Ohel, invece, ha raccontato ai suoi familiari che, quando le Idf sono entrate a Gaza City, i miliziani di Hamas lo hanno fatto trasferire nelle zone di combattimento, per utilizzarlo come scudo umano. “Abbiamo viaggiato per ore prima di arrivare”, ha detto l'ex ostaggio. Ohel, ha fatto sapere la famiglia, è stato tenuto in solitudine, incatenato e sofferente per la maggior parte del tempo. Circa 40 giorni fa, ha proseguito, è stato portato in un altro tunnel, al centro dell'enclave palestinese. I familiari hanno anche evidenziato che per tutta la sua prigionia ha subito un terrore psicologico continuo.

Il papà di Eviatar David, il ragazzo che era stato mostrato mentre scavava una fossa in un tunnel, ha detto che suo figlio è stato colpito dal terrore psicologico subito: “Si è fatto un’idea sbagliata di ciò che stava accadendo nel Paese, hanno cercato di reprimerlo”. Un altro ostaggio, che non è stato fatto vedere ai media mentre era in prigionia, ha detto di aver passato un periodo con Yarden Bibas, il padre dei due fratellini dai capelli rossi uccisi da Hamas insieme alla loro madre Shiri.

Almeno nove persone sono state uccise dall'alba di oggi in tutta la Striscia di Gaza, di cui sei a Gaza City. E' quanto riporta Al Jazeera.

Le Idf hanno identificato diversi sospetti che hanno oltrepassato la linea gialla e si sono avvicinati all'esercito nella Striscia di Gaza settentrionale, violando l'accordo sul cessate il fuoco. E' quanto riferiscono le stesse Idf, confermando la notizia di tre morti a Gaza. “Sono stati fatti tentativi di respingere i sospettati. I sospettati non hanno risposto e hanno continuato ad avvicinarsi alle forze, che hanno aperto il fuoco per eliminare la minaccia. Le segnalazioni di terroristi che si sono infiltrati nella recinzione sono errate. L’esercito invita i residenti di Gaza a obbedire alle istruzioni delle Idf e a non avvicinarsi alle forze schierate nell’area”.

Almeno 32 membri di clan locali nella Striscia di Gaza sarebbero morti per mano di Hamas nella Striscia di Gaza, dopo che il cessate il fuoco è entrato in vigore. E' quanto fa sapere l'emittente Al-Arabiya. Da ieri sera sta circolando sul web un video, in cui si vedono uomini a volto coperto con fasce verdi in testa, come quelle di Hamas, che uccidono sette persone sparandogli a sangue freddo. Attualmente, non si può verificare la credibilità del video.

Le immagini sono state riprese su X dal dal ministero degli Esteri israeliano: “Il cessate il fuoco è in vigore da meno di 100 ore. Hamas sta uccidendo i palestinesi. Il gruppo terroristico governa attraverso la paura: giustiziando civili, torturando i dissidenti, sparando a chi osa protestare. I palestinesi che cercano cibo o libertà vengono accolti con proiettili, non con compassione. Non è resistenza, è tirannia. Hamas deve andarsene”.

Nei giorni scorsi c'è stato uno scontro tra Hamas e i membri della famiglia Daghmash, provenienti dai quartieri Al-Sabra e Tel al-Hawa, a sud di Gaza City. Almeno 20 membri della famiglia Daghmash sono morti, hanno fatto sapere fonti di Hamas al quotidiano Al-Sharq Al-Awsat.

Questi scontri fanno riemergere il tema del disarmo di Hamas. “Gli accordi per il giorno dopo a Gaza devono essere raggiunti attraverso un consenso nazionale, garantendo la partecipazione di tutte le forze palestinese per plasmare il futuro di Gaza”, ha dichiarato, ad Al-Arabiya, il portavoce di Hamas Hazem Qassem.

Il vertice di pace di Sharm-el-Sheikh è un passo importante per il progresso della causa palestinese. Così, all'agenzia russa Sputnik, il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Mahmoud Abbas. “Vogliamo completare questo processo con due questioni importanti: la prima è lavorare per la ricostruzione di Gaza, che è importante e richiede sforzi internazionali e arabi. La seconda è la pace, ovvero costruire la pace in seguito attraverso una conferenza internazionale organizzata a questo scopo”, ha aggiunto.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ripresa dall'agenzia di stampa palestinese Wafa, ha avvertito in merito al peggioramento della situazione sanitaria della Striscia di Gaza: più di 15.600 pazienti, di cui 3.800 bambini, hanno bisogno di essere evacuati con urgenza per ricevere cure mediche fuori dalla Striscia. Sono soprattutto pazienti che hanno subito amputazioni, a causa della guerra. L'Organizzazione ha anche chiesto un monitoraggio più accurato delle epidemie di virus e delle altre malattie dovute al deterioramento della situazione sanitaria e dei danni subiti dalle infrastrutture, evidenziando la necessità di riaprire i corridoi sanitari fuori dalla Striscia. 

L'uccisione di vari palestinesi nella Striscia di Gaza ad opera delle Idf costituisce "una violazione dell'accordo di cessate il fuoco". Così il portavoce di Hamas Hazem Qassem, citato da Haaretz, aggiungendo che il gruppo esorta le parti coinvolte nell'accordo a controllare la condotta di Tel Aviv e a "non permettergli di sottrarsi agli impegni assunti con i mediatori". Sei palestinesi sono stati uccisi da droni israeliani contro i residenti che stavano controllando le loro case nel quartiere di Shuja'iyya, a est di Gaza City.

Tel Aviv ha fissato ad oggi il termine ultimo per la restituzione degli ostaggi deceduti da parte di Hamas, accusato di non aver rispettato gli impegni presi nell'ambito dell'accordo, rilasciando soltanto 4 corpi. E' quanto riferisce il Times of Israel. I mediatori hanno dichiarato che il movimento fondamentalista islamico palestinese ha difficoltà a individuare i cadaveri, ma secondo l'emittente pubblica israeliana Kan, Tel Aviv ritiene che il gruppo abbia alcuni cadaveri, ma non li ha restituiti.

Le Idf hanno fatto sapere che è stata completata l'identificazione di due delle quattro salme restituite: sono il musicista Guy Iloz, rapito al Nova Festival e deceduto in un ospedale di Gaza a causa delle ferite riportate, e Bipin Joshi, studente di agraria del Nepal. L'identità delle altre due salme non è stata ancora diffusa.

Secondo quanto riferiscono i media internazionali, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha dichiarato che sarà necessario del tempo per la consegna dei resti degli ostaggi uccisi: si tratta di una "sfida enorme", vista la difficoltà nel ritrovare i corpi tra le macerie di Gaza. "È una sfida ancora più grande del rilascio delle persone vive. È una sfida enorme", ha dichiarato il portavoce del Cicr, Christian Cardon, aggiungendo che potrebbero essere necessari giorni o settimane, e che potrebbe darsi che i resti non vengano mai ritrovati.

L'Onu e il Cicr chiedono l'apertura di tutti i valichi di frontiera per Gaza, in modo da permettere l'arrivo degli aiuti umanitari, di cui c'è un disperato bisogno, nel territorio palestinese martoriato dalla guerra. "È ciò che gli operatori umanitari, incluso il Cicr, hanno chiesto nelle ultime ore: garantire che, a causa dell'enorme necessità, tutti i punti di ingresso possano essere aperti", ha detto il portavoce del Cicr, Christian Cardon, parlando a Ginevra. "Abbiamo bisogno che siano tutti aperti", ha continuato il portavoce dell'Onu, Jens Laerke.

Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), che al momento sta valutando le esigenze per la ricostruzione nella Striscia di Gaza, ha dichiarato che più dell'80% degli edifici nell'enclave palestinese sono distrutti o danneggiati. La percentuale si inasprisce a Gaza City, dove tocca il 92%. La situazione è "devastante", ha detto a Ginevra un portavoce dell'Undp, citato dal Guardian. Secondo l'organizzazione, sarebbe necessario sgomberare almeno 55 milioni di macerie. L'Undp ha riferito di aver avviato le operazioni di sgombero, ma il lavoro è ostacolato dalla presenza di ordigni inesplosi e dal ritrovamento di cadaveri.


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