Giornalismo e Fake News, Giuseppe Moles “Gli effetti devastanti della disinformazione”
Il tema del confronto -moderato dal Direttore di “Giornalistitalia” Carlo Parisi è a 360 gradi: “Il futuro dell’Editoria 4.0”.
di Pino Nano
Mercoledì 29 Settembre 2021
Roma - 29 set 2021 (Prima Pagina News)
Il tema del confronto -moderato dal Direttore di “Giornalistitalia” Carlo Parisi è a 360 gradi: “Il futuro dell’Editoria 4.0”.

Senato della Repubblica, Sala Zuccari. Parterre delle grandi occasioni. Ci sono il Segretario Generale dell’USPI Francesco Saverio Vetere, il direttore di “Giornalistitalia” Carlo Parisi, il Segretario Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Italiani Carlo Verna, il sen. Giuseppe Moles, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, Mario Morcellini, il direttore dell’Alta Scuola di Comunicazione e Media digitali dell’Università Unitelma Sapienza di Roma, il segretario generale della Cisal Francesco Cavallaro, Davide Burchiellaro inventore di Officine Millennial, e Ferruccio Sepe, Capo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria.

Ad avviare il dibattito è il sen. Giuseppe Moles, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Informazione e all’Editoria: Dal momento in cui ho assunto l’incarico di Sottosegretario all’Informazione ed Editoria – dice Moles- ho lavorato con un fine, quello di sostenere e di rilanciare il settore, perché l’informazione, quella di qualità, è fondamentale per la salute della nostra democrazia. Con il Sostegni Bis abbiamo dato seguito al “famoso” primo binario, quello del sostegno immediato, con una serie di misure ad hoc per la filiera editoriale, per un totale di circa 160 milioni, un grande risultato che evidenzia tra l’altro l’importanza che tutto il governo riserva al comparto”.

“Ho voluto portare il bonus edicole – aggiunge il senatore Moles- fino a 1.000 euro come forma di ringraziamento per la funzione che queste hanno svolto durante il primo lockdown, rimanendo aperte insieme a pochi altri esercizi e fungendo da presidio di legalità. Sono anche e soprattutto un bene immateriale. Assicurando la distribuzione democratica dell’informazione su base plurale e universale, le edicole svolgono innegabilmente una funzione di interesse pubblico. Il tax credit per le edicole, inserito per affrontare la crisi causata dalla pandemia, ha funzionato come “sostegno” temporaneo ma non può e non deve diventare strutturale”.

Ma Giuseppe Moles ricorda anche di aver messo a disposizione circa 13 milioni di euro per tutti gli istituti scolastici che potranno ricevere un rimborso, fino al 90%, dei costi sostenuti per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani e periodici.

Anche per lui il tema delle Fake News rimane centrale: “Vorrei chiudere- dice- con un riferimento ed anche un appello per quella che considero una priorità, la lotta alle fake news, un macro-tema, anch’esso vastissimo, sul quale tutti insieme abbiamo il dovere di confrontarci e di intervenire perché questa è la madre di tutte le battaglie. La disinformazione ha effetti devastanti sui cittadini, sull’intera società, come abbiamo sperimentato durante la pandemia. Ritengo che il coinvolgimento, da parte della Istituzione che rappresento, del mondo reale, sia l’humus necessario per accorciare le distanze tra norma pensata a palazzo e le esigenze ed i problemi reali vissuti da che lavora sul campo: un feedback costante sul modello dei vasi comunicanti che possa apportare linfa di idee e soluzioni in tempi rapidi”.

La domanda centrale del dibattito la pone Carlo Parisi nella sua veste di Direttore Responsabile di “Giornalistitalia”: “ Quale sarà il futuro dei giornalisti che verranno dopo di noi? Cosa serve al giornalismo moderno per crescere più di quanto la nostra generazione non abbia saputo fare?”.

“Resettare tutto, e ripartire daccapo”. Il che non vuol dire “cancellare il nostro passato” risponde il Segretario Generale dell’USPI Francesco Saverio Vetere- quanto invece prepararsi al cambiamento che è in atto nel mondo, e rivisitare le nostre abitudini e il nostro modo di concepire il fare informazione e giornalismo”. Il concetto è forte e il Presidente dell’USPI lo spiega ancora meglio: “Resettare vuol dire occuparsi della formazione, vuol dire prepararsi al futuro, e vuol dire soprattutto formare una nuova classe dirigente che gestisca al meglio il sistema-Informazione”.

“Formazione”, dunque, sembra quasi una parola magica, ma serve a spiegare che il vero problema del futuro non è la velocità della rete, o peggio ancora la superficialità e l’approssimazione di certi siti web che rischiano però di influenzare negativamente il mondo circostante, ma è la qualità dei contenuti che la rete dovrebbe far propri. Ma non ci sono regole sufficienti oggi perché tutto questo sia “sotto controllo”, e lo dice con grande chiarezza e coraggio il massimo rappresentante dei giornalisti italiani, Carlo Verna, Segretario Nazionale dell’Ordine che candidamente confessa: “Per questa rivoluzione di cui tutti parliamo e che tutti riconosciamo come fondamentale serve anche una rappresentanza degna di questo ruolo, soprattutto capace di guardare al futuro con maggiore certezza di quanto non sia accaduto fino ad ora”. Una categoria e un mondo, quello giornalistico, senza certezze. L’atmosfera in Sala Zuccari sembra quasi rarefatta per il silenzio che avvolge questa sala così solenne, ma non è sufficiente a non riconoscere “che un giornalista non conta più niente se non adeguatamente attrezzato e preparato”.

Ferruccio Sepe, Capo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria torna al tema centrale: “Innovazione non vuol dire assenza di regole, il vero problema invece è che tutto è politica, e lo dico –confessa l’alto burocrate di Stato- nel senso meno felice del termine. La filiera editoriale o si salva tutta insieme e non si salva più nessuno”. Nessuno in sala ne parla ma gli ultimi 54 licenziamenti decisi da Repubblica sono il segno della crisi di sistema che vive il nostro mondo. Rincara la dose la senatrice di Forza Italia Ilaria Papateu: “Non potevo non esserci anche se in Sicilia siamo in campagna elettorale, ma siamo stanchi di questa informazione che spesso e volentieri rovina la reputazione di un cittadino per bene. Ormai siamo tutti suggestionati dai messaggi di Fb o di Tik tok, e questo impone un processo di riorganizzazione dei processi di formazione. Considerate la mia una testimonianza politica in questa direzione”. Confusione, dunque, tanta confusione generale.

“Ecco perché prima di parlare, studia!”. È austera, e quasi accademica, la lezione che tiene in sala Mario Morcellini, direttore dell’Alta Scuola di Comunicazione e Media digitali dell’Università Unitelma Sapienza di Roma, che non teme affatto quello che lui stesso chiama “Il dispotismo digitale”, quello che lui invece più teme è il livello della preparazione dei giornalisti futuri. E forse, per il vecchio preside della Facoltà di Scienze dell’Educazione alla Sapienza di Roma, neanche le Università bastano più da sole, “Perché anche le Università devono imparare a guardare in avanti e non al proprio passato”. Ma come se ne esce? “La formazione dei futuri giornalisti impone nuove risorse, e soprattutto nuove regole deontologiche”. È un grave errore pensare che il vero problema del mondo della comunicazione siano oggi le fake news. Il vero problema – ripete il prof. Morcellini- è la mancanza di regole che assicurino il rispetto deontologico di ogni essere umano. Inconcepibile che uno qualsiasi, solo perché titolare di un sito web, possa una mattina decidere di sommergere di violenza verbale chiunque gli pare, e peggio ancora senza doverne rendere conto a nessuno”.

Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, chiama pesantemente in causa la FNSI: “Ma come è possibile parlare ancora in questo Paese di un Sindacato Unico? Non esiste nulla da nessun’altra parte al mondo. Dove sta il pluralismo della categoria? Su cosa poggia la forza reale di questo sindacato unico? 7500 iscritti? Nulla rispetto ai numeri che ogni sindacato che si rispetti ha a casa propria”.

Piena di passione la lezione che tiene invece Davide Burchiellaro inventore di Officine Millennial che racconta la sua esperienza esaltante alla guida di Officine e lo fa in questo modo: “È questo l’emblema del giornalismo. Officina vuole così alimentare massa critica su conoscenze documentate e solide. Riportare l’attenzione sui problemi e sviscerarli, progettare soluzioni e visioni. Officina vuole uscire dai localismi geografici e mentali e riconsegnare ai cittadini un giornalismo al servizio della comunità. È difficile scoprire la verità. È difficile conoscere la verità. La verità non è mai stata così importante. Officina proverà a scardinare così false credenze ché i cittadini hanno bisogno di sapere come stanno le cose”. Dopo di lui la testimonianza lucidissima e quanto mai efficace di Catia Acquesta, Direttore Responsabile Testate Giornalistiche Roma Servizi per la Mobilità:” Questa è la teoria, poi il lavoro che ogni giorno ognuno di noi vive in redazione si scontra con tutte le mille contraddizioni di cui oggi si è parlato”.

Morale della favola? Attenti tutti a non farci stressare dai social network perché il giornalismo è un’altra cosa e come tale è una professione- lo dice in chiusura assai bene Carlo Verna- una professione che va difesa fino in fondo” Carlo Verna ringrazia poi pubblicamente il capo dello Stato Sergio Mattarella per il modo come “ha sempre difeso la libertà di stampa e il pluralismo del giornalismo vero”.

In sala ci sono i direttori di decine di testate on line, che dell’innovazione hanno fatto la loro vita, ma c’è anche Rosa Rubino Direttrice di uno dei più antichi giornali d’Italia, Il Vomere, testata storica che ancora sopravvive, il che è come dire che “Innovazione e tradizione vanno comunque a braccetto”.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

fake news
Giuseppe Moles Sottosegretario all'Editoria
PPN
Prima Pagina News
Uspi

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU