Giornalismo messo a nudo, Giuseppe Mastrangelo e il romanzo che disarma il mondo della stampa d’inchiesta
Fuori onda, 250 pagine, Santelli Editore, è un romanzo che scava in profondità, che non accetta scuse e che invoca il diritto alla libertà di essere e di agire, senza compromessi.
(Prima Pagina News)
Lunedì 25 Gennaio 2021
Cosenza - 25 gen 2021 (Prima Pagina News)
Fuori onda, 250 pagine, Santelli Editore, è un romanzo che scava in profondità, che non accetta scuse e che invoca il diritto alla libertà di essere e di agire, senza compromessi.
"Io facevo parte di quella particolare categoria di giornalisti che a mio avviso nulla ha da invidiare ai Carognero, agli avvoltoi. Avvistiamo, arriviamo e devastiamo. I fatti di crimine ci servono per nutrirci e nutrire. Siamo una sorta di elemento di congiunzione tra la vita e la morte, tra la realtà e la finzione, tra la notizia e la fantasia […]".

L’avvocato e scrittore Giuseppe Mastrangelo presenta il romanzo “Fuori onda”, l’amara storia di un giornalista televisivo che non riesce più a indossare le maschere che gli sono state imposte dai poteri forti, ma che in fondo ha sempre accettato.

Mentre lavora su un caso giudiziario pieno di ombre, il protagonista dovrà decidere una volta per tutte se vale la pena continuare a vivere un’esistenza agiata e di successo, se il prezzo da pagare è l’atroce consapevolezza della sua debolezza e meschinità.

Fuori onda di Giuseppe Mastrangelo è un’opera complessa, dall’ossatura riconducibile al genere thriller e dall’anima profondamente esistenzialista. È la storia di un giornalista televisivo di mezza età arrivato a un punto di rottura, consapevole di aver favorito una realtà mistificatrice e di essere complice di un sistema di asservimento mentale su larga scala.

Il romanzo è un doloroso j’accuse che però il protagonista rivolge a sé stesso, conscio di essere stato connivente e mai vittima passiva di un potere che ha manipolato non solo la giustizia e l’informazione, ma anche la sua vita professionale. Con una scrittura brutale e sincera fino al midollo, l’autore delinea il ritratto di un uomo dal cinismo corrosivo, e lucido fino al masochismo; un nichilista indolente, preda di una noia esistenziale che gli fa credere che nulla ha senso.

In una storia in cui si riflette sul labile confine tra realtà e apparenza, si presenta un protagonista che crede che l’inesistenza sia l’unica dimensione di salvezza per lui, stanco di vivere in una pantomima universale in cui nessuno è davvero felice o davvero consapevole. Nel romanzo si esegue una vera e propria autopsia dei suoi pensieri e delle sue motivazioni: una disamina cruda e forse, ma non si può mettere la mano sul fuoco, eccessivamente pessimistica.

E si passa sotto al microscopio anche il lavoro dei giornalisti televisivi affamati di dolore e di scandali, e dei loro ospiti/opinionisti malati di presenzialismo, il più delle volte ignoranti ma vestiti di una tale supponenza da risultare dei luminari.

Il protagonista di questa storia è uno di quei volti noti della televisione che ha fatto successo sulla narrazione della sofferenza altrui; coscio di essere stato un avvoltoio per anni, comprende che il suo male di vivere deriva dalla non accettazione del suo ruolo di moderno mago del raggiro nel “gran circo della sensazionalità”.

Quando viene incaricato di seguire in diretta la vicenda di una famiglia benestante massacrata nella propria casa, si rende conto di essere esausto, schifato e annoiato dal suo mestiere. Un mestiere che gli ha dato tanto in termini materiali, ma che l’ha trasformato in un uomo senz’anima, dedito allo sfruttamento fino all’esasperazione di un fatto di cronaca: “Li avremmo fatti morire, morire, morire ogni giorno”.

Convinto che il caso di omicidio di cui si sta occupando abbia molti punti oscuri, si interroga sulla possibilità di togliere la maschera dell’ipocrisia e di lottare per la verità, quella autentica, e non quella confezionata ad arte tale da sembrare l’unica possibile.

Veniamo all’autore del romando. Giuseppe Mastrangelo, avvocato, si occupa di diritto civile e amministrativo. Ultraventennale è la sua attività nel settore della rappresentanza dell’avvocatura e della formazione dei giovani avvocati. In gioventù ha frequentato la scuola di giornalismo dell’Università di Camerino. È stato componente del CdA della Scuola Superiore dell’Avvocatura e Direttore della Scuola Forense di Cosenza. (b.n.)

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