“Ha stato il caldo!” — Piccola anatomia della bugia climatica

Quando non sai spiegare un malore, dai la colpa al caldo. Quando vuoi approvare un decreto impopolare, dai la colpa al caldo. Quando vuoi distruggere un'economia, chiama in causa la CO₂. Funziona sempre.

di Massimo Fioranelli
Domenica 03 Agosto 2025
Roma - 03 ago 2025 (Prima Pagina News)

Quando non sai spiegare un malore, dai la colpa al caldo. Quando vuoi approvare un decreto impopolare, dai la colpa al caldo. Quando vuoi distruggere un'economia, chiama in causa la CO₂. Funziona sempre.

 

“Ha stato il caldo!” — Piccola anatomia della bugia climatica.

Quando non sai spiegare un malore, dai la colpa al caldo. Quando vuoi approvare un decreto impopolare, dai la colpa al caldo. Quando vuoi distruggere un'economia, chiama in causa la CO₂. Funziona sempre.

Il riscaldamento globale? No, è solo la solita febbre da potere

Negli anni ’80 si diceva che saremmo morti congelati. Oggi moriamo di caldo. Domani, forse, di tiepidezza. Il clima cambia, è sempre cambiato, ma l'emergenza, quella, sì, è ben costruita a tavolino. L’umanità è sopravvissuta a glaciazioni, eruzioni vulcaniche, invasioni barbariche e a compilation di Gigi D’Alessio: possiamo sopportare anche qualche grado in più. Ma guai a dirlo: è negazionismo.

È il caldo percepito, non quello reale, a farci svenire. E chi lo misura? L’algoritmo. Se la TV dice che a Palermo ci sono 47 gradi, chi siamo noi per verificare? E poi la NASA, con le sue cartine color rosso inferno, ha detto che stiamo bollendo. Ma se vai a vedere i dati, scopri che la temperatura media estiva di Roma nel 2024 era identica a quella del 2003. Solo che nel 2003 non c’erano Instagram, filtri fiammeggianti e tweet di Ursula von der Leyen.

Mentre noi ci sciogliamo davanti a un ventilatore IKEA, i Signori della CO₂ (i CEO con jet privati, guerre e Davos nel GPS) continuano indisturbati a fare il pieno a 70.000 piedi di quota. Ma sono green, ci assicurano: compensano le emissioni piantando due bonsai su Zoom.

 

Nel frattempo, a noi resta la bici elettrica, con la batteria fatta in Cina, da mini-minatori congolesi. Ma è sostenibile. Perché se muori di infarto pedalando in salita a Ferragosto, almeno sei morto a emissioni zero.

La grande operazione: dal clima all'economia

Con l’alibi del clima, abbiamo visto crollare interi settori industriali, vietate le auto a diesel (che inquinavano, certo, ma almeno portavano lo stipendio a casa), e imposto bonus verdi come fossero la nuova Eucaristia. Chi paga? Sempre lo stesso: il cittadino medio con lo stipendio più basso d’Europa.

 

Hai un impianto fotovoltaico? Bravo. Ma se non hai i soldi per pagarti la bolletta, il sole non ti basta. E intanto, mentre tu ti chiedi come sopravvivere alla rata del climatizzatore, il decreto flussi passa in silenzio, come un colpo di vento tra le tende Ikea.

E i malori improvvisi?

Ogni malore è colpa del caldo. Ogni svenimento è caldo. Ogni ictus? Caldo. Non sia mai si indaghino altre cause. Quelle vere. Più comodo puntare il dito verso il termometro che verso chi lo controlla. Intanto, però, la gente muore, ma per fortuna in modo sostenibile.

E se fosse tutto un grande... condizionamento?

Forse il vero problema non è il riscaldamento climatico, ma il condizionamento climatico. Siamo bombardati di messaggi, grafici, modelli previsionali che cambiano ogni sei mesi. Il cambiamento climatico è reale, certo. Ma anche il marketing climatico lo è. E su quello, forse, dovremmo porre più attenzione. Perché mentre noi ci litighiamo per 1,5°C, qualcuno ha già comprato la nostra casa, l'acqua, e pure il credito d'imposta.

Fa caldo? Sì. Ma non così tanto da spegnere il cervello. Il vero pericolo non è il sole, ma l’ombra lunga della propaganda.


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