La diagnosi di apnea ostruttiva notturna farebbe risparmiare allo Stato 3 miliardi
Il cardiologo e pneumologo Nicola Peccerillo: “Si tratta di una problematica che toglie al malato la fase profonda del sonno. Ne consegue una maggiore suscettibilità a malattie cardiache, metaboliche e morte improvvisa”.
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Giovedì 28 Settembre 2023
Cosenza - 28 set 2023 (Prima Pagina News)
Il cardiologo e pneumologo Nicola Peccerillo: “Si tratta di una problematica che toglie al malato la fase profonda del sonno. Ne consegue una maggiore suscettibilità a malattie cardiache, metaboliche e morte improvvisa”.
Il 23 settembre si è tenuto a Mormanno (CS) presso l’ospedale Vincenzo Minervini, il congresso intitolato Apnea Ostruttiva Notturna. Patologia sotto-diagnosticata, problematiche cliniche e gestionali. Tre miliardi è la cifra che lo Stato risparmierebbe in spese sanitarie se la patologia che colpisce circa 12milioni di italiani venisse diagnosticata e trattata.

“Si tratta di una problematica che toglie al malato la fase profonda del sonno. Ne consegue una maggiore suscettibilità a malattie cardiache, metaboliche e morte improvvisa” ha dichiarato il dr. Nicola Peccerillo, Cardiologo Pneumologo ed organizzatore del Congresso.

I dati parlano di una patologia sotto-diagnosticata poiché rilevata in soli 500mila dei 12milioni di Italiani che ne sono affetti. Di questi sono 250mila i pazienti trattati con supporto ventilatorio di cui quasi il 100% guarisce completamente. Rilevando a monte il problema, il risparmio in termini economici e di vite umane sarebbe considerevole.

I dati forniti da ANAS, infatti, parlano di una responsabilità del 25% degli incidenti stradali causati da colpi di sonno alla guida provocati da apnea ostruttiva notturna.

I campanelli d’allarme nella diagnosi di questa patologia sono il respiro pesante, caratteristica comune nel paziente affetto da obesità, circa l’80% degli individui con apnea ostruttiva; disturbi del sonno, cefalee mattutine, ipersonnia, ipertensione, diabete mellito al risveglio.

“Più che al risparmio in termini economici – ha aggiunto il dottore – bisognerebbe guardare al numero di vite umane che si potrebbero salvare diagnosticando e curando in tempo la patologia. Le cifre ci dicono che la strada da fare è ancora molta, l’informazione è il primo importante passo da intraprendere”.

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