Malati di Covid, Vincenzo Iacovino:“Situazioni pesanti, sia in Molise che in Calabria”
Il famoso giuslavorista Vincenzo Iacovino, romano di adozione ma di origini molisane, annuncia una mega azione legale in difesa e tutela delle vittime da Covid: “Se medici e infermieri non parleranno li riterremo correi. Il Molise e la Calabria possono uscire dal piano di rientro solo se si riappropriano della sanità, gestendola con responsabilità e nel rispetto delle leggi”
(Prima Pagina News)
Martedì 08 Dicembre 2020
Roma - 08 dic 2020 (Prima Pagina News)
Il famoso giuslavorista Vincenzo Iacovino, romano di adozione ma di origini molisane, annuncia una mega azione legale in difesa e tutela delle vittime da Covid: “Se medici e infermieri non parleranno li riterremo correi. Il Molise e la Calabria possono uscire dal piano di rientro solo se si riappropriano della sanità, gestendola con responsabilità e nel rispetto delle leggi”

Dopo il post dell’avvocato Enzo Iacovino sul suo profilo Fb  e dopo la sua intervista registrata da Radio Radicale il 7 dicembre scorso, sullo stato della sanità in Molise,  cresce di ora in ora il numero dei parenti di vittime Covid che si rivolgono a lui per ottenere giustizia.

-Avvocato, cosa sta succedendo in Molise?

In questi ultimi giorni si sono rivolti a me i parenti delle vittime di Covid riuniti nel comitato “Verità e dignità per le vittime Covid 19” per ottenere quelle tutele che già in passato abbiamo dato in tema di sanità.

-Il suo post ha fatto il giro del web, da dove nasce?

Da una situazione agghiacciante che mi è stata rappresentata da una persona che mi ha contattato: suo zio, dopo aver contratto il virus in ospedale a Termoli, durante un ricovero per un intervento chirurgico ordinario, è stato trasferito nella Rsa di Venafro e lasciato in balia di sé stesso. Poiché era domenica e stavo fuori dallo studio, ho scritto un post diffidando gli eventuali responsabili.

-È servito a qualcosa? Ha prodotto qualche effetto?

Si, perché la sera stessa la nipote mi ha scritto un messaggio che ho ritenuto di pubblicare: dopo il mio post, finalmente lo zio ha ricevuto  il dovuto accudimento da parte del personale infermieristico.

-Non lo avevano neanche guardato?

Lo zio era stato collocato in una stanza priva di campanello, nonostante le sue condizioni non gli permettessero neanche di girarsi nel letto. Da quanto mi ha detto la nipote, è stato per ventiquattro ore con il pannolone sporco senza che nessuno gli prestasse la dovuta assistenza.

E devo aggiungere un altro aspetto che ritengo inquietante: quando in ospedale, a Termoli, hanno scoperto che la persona in stanza con lui era positiva, anziché mandarlo in quarantena, hanno ritenuto di spostarlo in un’altra stanza da altre persone. A nostro modo di vedere, così facendo i sanitari potrebbero aver contribuito a diffondere a loro volta il virus agli altri ricoverati.  Ovviamente adesso accerteremo ogni eventuale responsabilità

-Ed ora dove si trova il paziente?

Ad oggi è vero che gli infermieri si sono finalmente recati presso il malato,  ma sta di fatto che sarebbe stato sistemato in una stanza priva di campanello per la chiamata in caso di emergenza,  e questo non è consentito nel sistema sanitario pubblico e privato accreditato.

-Come è oggi la situazione degli ospedali in Molise?

A Larino abbiamo un ospedale di altissimo livello ma in disuso, costato centinaia di milioni euro. Il consiglio regionale aveva approvato una mozione per creare lì un centro Covid, con l’approvazione del novanta per cento dei sindaci. Di fatto, stranamente, a livello ministeriale, hanno preferito non dar corso a questo progetto per realizzare invece una struttura nell’ambito dell’unico ospedale hub del Molise: il Cardarelli, a Campobasso, provocando così un vero e proprio disastro.

-Perché un disastro?                                                    

Perché non hanno creato dei percorsi separati alternativi, utilizzando reparti e sale operatorie. I posti di terapia intensiva sono saturi e non è più garantita nessuna assistenza per eventuali postumi da interventi ordinari.

Campobasso è diventato sì l’unico centro Covid,  ma nessuno può avere più garantito un ricovero ordinario senza il timore di contrarre il Covid, quindi si è creato un vero e proprio paradosso.

-Se ci si ammala di Covid in Molise, come funziona concretamente?

Ci si rivolge al medico di famiglia e si osserva il periodo di quarantena. Nel caso di criticità si chiama il  118, si arriva al pronto soccorso e lì si crea il primo ingorgo. Poi i pazienti vengono ricoverati nel reparto di malattie infettive, dove si crea il secondo ingorgo: uno spropositato numero di malati che poi non vengono fatti transitare in terapia intensiva perché satura.

È chiaro che siamo di fronte ad una gestione dell'emergenza pandemica  assolutamente precaria.

-Le risultano altri casi di persone che hanno contratto il virus in ospedale?

Si, stiamo facendo un censimento tramite questo comitato che in queste ore sta esplodendo in termini di adesioni: ci stanno chiamando anche da regioni limitrofe per cercare tutela. A noi risulta che la direzione generale della Asl abbia emanato una circolare imponendo l’assoluto divieto al personale di comunicare all' esterno quello che accade all' interno di un ospedale.

Questo potrebbe avere un valore laddove ci sia un problema di tutela dell’ambiente privacy e di altri diritti costituzionalmente garantiti che devono avere il giusto rispetto.

Quello che invece è inconcepibile è che oggi i medici e il personale infermieristico non parlino e i sindacati non diano la parola ai medici ed agli infermieri per esternare quello che accade dentro gli ospedali che sono dei veri e propri lazzaretti.

-Cosa rischiano medici e infermieri?

Non facciamo una colpa ai medici ed agli infermieri, che operano sul campo, ma se nessuno di loro parla, neppure tramite i sindacati,  allora li riterremo correi e corresponsabili per le gravi situazioni in cui si sarebbro creati i casi di malasanità.

Loro hanno il dovere di denunciare e contestare provvedimenti organizzativi eventualmente  illegittimi.

Sono già pronti degli esposti, e verificheremo ogni caso portato alla nostra attenzione per capire se ci siano o meno responsabilità.

Per esempio, nel caso specifico dello zio di questa persona che mi ha contattato, verificheremo se l’infermiere non è intervenuto per responsabilità propria oppure perché erano tanti e troppi ricoverati che hanno ostacolato il godimento del

giusto accudimento a un paziente che si è lamentato ed ha avuto la fortuna di avere un telefonino per comunicare all’esterno.

-Molise e Calabria sono ancora commissariate. Come se ne esce?

Nel Molise e in Calabria c’è una sanità allo sbando totale. Ma possono ancora farcela se si fanno scelte oculate.

Il Molise si trova ad essere zona gialla nonostante il numero delle vittime sia superiore, in proporzione, a quelle del resto dell’Italia. In una terra di 300 mila abitanti la sanità dovrebbe essere gestita bene, in modo responsabile, e invece non siamo riusciti ad avere un centro Covid. Abbiamo una sanità pubblica depauperata, mentre  quella privata arricchita e con una sproporzione di posti letto ben oltre il numero consentito dalla legge.

-E in Calabria?

In Calabria abbiamo capito che ci sarebbe addirittura una contabilità orale, con fatture pagate diverse volte per importi milionari e richieste di centinaia di milioni di euro da parte delle strutture private: Ovviamente tutto questo é possibile se c'é la compiacenza di funzionari e dirigente corrotti e impuniti.

Mi chiedo perché questi commissari generali che vanno lì non mettano sottosopra il sistema con l'aiuto della Guardia di Finanza e  facciano subito un esposto invece di fare figure ridicole, salvo poi andare in televisione a dire che stanno facendo accertamenti sul proprio stato di salute per le inesattezze che dicono.

-Si può trovare una soluzione al problema?

La soluzione non sono solo gli esposti ma una sana e giusta programmazione e gestione della sanità. Come dice il Procuratore Gratteri, bisogna mettere lì delle persone oculate, creare un team per verificare tutti i pagamenti e quante e quali prestazioni sono state rese senza convenzione ed extrabudget.

La Cassazione, a fine 2019, ha espresso un principio: le prestazioni extrabudget non devono essere pagate e invece si continua a pagarle. Questo é il sistema che viene praticato per arricchire il privato in modo indebito creando squilibrio nel sistema di finanziamento della sanità pubblica con distrazione di fondi e gravissime responsabilità penali ed erariali.

-Che suggerimento si sentirebbe di dare?

Bisogna dire ai commissari del piano di rientro che reggono oggi la sanità in Calabria e in Molise che possono chiedere indietro i soldi indebitamente pagati evitando così responsabilità erariali, ma soprattutto recuperando il maltolto.

-Cosa ne pensa dei cambiamenti dei colori delle regioni?

Non tocca al presidente della Giunta stabilire il colore. Vorrei ricordare che, in caso di emergenza, lo Stato ha una potestà legislativa non più concorrente ma esclusiva, quindi può imporre alle regioni dei protocolli proprio per rendere uniforme il trattamento sanitario in tutto il territorio.

Diversamente si violano gli articoli 32 e 3 della Costituzione con la conseguenza di avere, a seconda dei territori, modelli sanitari diversi - cosa che accade quotidianamente per lo sprofondamento della sanità pubblica a discapito della privata.

-Se potesse fare una domanda al Governo cosa chiederebbe?

Mi devono spiegare perché in Molise hanno previsto una tendopoli davanti al Cardarelli vanificando il progetto dell’ospedale di Larino che è un ospedale di eccellenza e che potrebbe ancora oggi ospitare migliaia di persone malate. 

Se i ministri dialogassero tra di loro e ascoltassero le volontà espresse dal consiglio regionale e dai sindaci del Molise renderebbero un servizio giusto al popolo, al Molise e alla Nazione.

 


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