Mario Belsito: “Onore alla memoria di Paolo Borsellino. Andremo avanti fino al 31 luglio”
Nostra intervista a Mario Belsito, presidente della rete antimafia di Brescia, e il ricordo commosso di Paolo Borsellino.
(Prima Pagina News)
Venerdì 16 Luglio 2021
Palermo - 16 lug 2021 (Prima Pagina News)
Nostra intervista a Mario Belsito, presidente della rete antimafia di Brescia, e il ricordo commosso di Paolo Borsellino.
Lo contattiamo appena arrivato a Palermo: Mario Belsito, presidente della rete antimafia di Brescia, è riuscito a portare in Sicilia, al fratello di Paolo Borsellino, un furgone con sopra il nome e la foto del giudice. Ha attraversato quasi tutta l'Italia portando negli sguardi di chi lo ha incrociato, il ricordo di Paolo. Cerchiamo di capirne di più.

Presidente, finito il lungo viaggio?

"Sono arrivato giusto ora alla casa di Paolo, l'antica farmacia della famiglia Borsellino che il fratello Salvatore, ha trasformato in centro di aggregazione per i ragazzi della Calza, quartiere difficile di Palermo. Qui vengono aiutati anche con il doposcuola, percorsi per imparare internet ed altre cose".

Perché ha voluto questo furgone da Brescia a Palermo?

"Tutto nasce all'indomani della manifestazione che ha fatto Salvini in via D'Amelio con tanto di mascherina di Paolo Borsellino. Questa cosa ha indignato moltissime persone, primo fra tutti Salvatore Borsellino che ha lanciato l'idea di fare una scorta per la memoria intorno all'albero della Pace In via D’Amelio. Il movimento delle agende rosse e chi gli stava vicino, tra cui io, abbiamo aderito subito".

E cosa è successo?

"È successo che servivano ombrelloni per proteggere dal sole e dalla pioggia chi fa il presidio, un tavolo e delle sedie e un po' di materiale. E a questo ci ho pensato io. Il problema era a quel punto come portare queste cose fino in Sicilia. Serviva un furgoncino per gli spostamenti e per tutto ciò che serve per fare la scorta".

E come lo avete trovato?

"Ho chiesto a Piera Aiello di informarsi presso l'Agenzia Nazionale per i beni confiscati per averlo. Lo ha trovato, ci è stato assegnato, ma da tre quattro mesi stiamo combattendo con problemi burocratici che ci impediscono di usarlo. Nel frattempo, Piera ha pensato quindi di fare da sola e ne ha trovato uno d'occasione, a Benevento. Avrei dovuto prenderlo io, scendendo da Brescia, ma abbiamo avuto un problema per l'assicurazione. Alla fine Piera Aiello è quindi riuscita a fare arrivare il furgone serigrafato a Fiumefreddo, il mio paese natale, e così stamattina siamo riusciti a portarlo qui a Palermo".

Il presidio quando è iniziato?

"Il primo maggio e andrà avanti fino al 31 luglio. L'idea è di fare in modo che i mesi delle stragi vengano coperti da questo presidio. Le persone vengono qui da tutta Italia ad offrire uno, due o tre giorni di scorta volontaria gratuita, con la possibilità di dormire qui a casa di Paolo. Il pranzo viene offerto nel locale vicino che si chiama La Brasseria e dove sono io stasera a cenare, mentre vi parlo".

Ora che ha portato il furgone a Palermo non manca più nulla per portare avanti il presidio?

"Adesso c'è tutto l'occorrente per continuare questo presidio. Il furgone, lo sottolineo, è stato donato da Piera Aiello. L'idea è mia ma è stata lei a trovarlo, pagarlo ed a consegnarlo a me che poi a mia volta l'ho consegnato stasera a Salvatore Borsellino. Durante il viaggio, a parte la gomma, come ha reagito la gente nel vedere un furgone con sopra la foto del giudice Borsellino? E' stato emozionante vedere come nel traghetto si era creato un bel capannello di persone che, vedendo la serigrafia, ci chiedevano "cosa fate? Come mai questo furgone?". Una volta scesi dal traghetto abbiamo incrociato una volante che ha spontaneamente acceso il lampeggiante e ci ha scortato fino a quando abbiamo imboccato l'autostrada per Palermo".

Che sensazione è stata arrivare a casa di Paolo stasera?

"Una nota di colore: oggi, durante il viaggio, poco prima di Termini Imerese è scoppiata una gomma. Per fortuna è andata bene, ora siamo arrivati, siamo tranquilli e felici. Ad accoglierci c'erano purtroppo poche persone perché il presidio chiude alle 18:30 e noi siamo arrivati con un'ora di ritardo a causa della gomma. Altri amici che ci hanno aspettato erano davvero al settimo cielo. Non posso nascondere che sia stato un momento di commozione. Ci siamo abbracciati con Salvatore, come a dire "ce l'abbiamo fatta!" perché, ripeto, sono quattro mesi che lavoriamo per avere questo furgone che, ovviamente, non è solo un furgone: è un bel simbolo. È stato bello bello, emozionante, difficile da descrivere. Posso dire che sono queste le cose che danno tanta soddisfazione, che danno una risposta al "perché lo faccio?". A volte ti senti un imbecille e forse molti mi considerano tale. Io ci credo in quello che faccio, è una fortuna farlo e se sono un imbecille, pazienza, viva gli imbecilli!".

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