Mons. Antonio Staglianò: “Ripensare il pensiero cristiano”
“Quando la riflessione teologica ha ceduto alla tentazione di razionalizzare la fede, è diventata una scienza arida, senza carne e senza cuore, incapace di trasmettere, insieme alle ragioni della fede, il brivido dell’incontro con Dio”. Papa Francesco, usa queste precise parole nella prefazione al libro appena pubblicato di monsignor Antonio Staglianò.
di Mimmo Nunnari
Venerdì 05 Aprile 2024
Roma - 05 apr 2024 (Prima Pagina News)
“Quando la riflessione teologica ha ceduto alla tentazione di razionalizzare la fede, è diventata una scienza arida, senza carne e senza cuore, incapace di trasmettere, insieme alle ragioni della fede, il brivido dell’incontro con Dio”. Papa Francesco, usa queste precise parole nella prefazione al libro appena pubblicato di monsignor Antonio Staglianò.

“Ripensare il pensiero” (Marcianum Press, pagine 307, euro 26). Come si spiega nel titolo del volume, l’autore, attualmente Presidente della Pontificia Accademia di Teologia già vescovo di Noto e prima ancora parroco di Isola Capo Rizzuto, nella diocesi di Crotone Santa Severina - si pone il problema di ripensare il pensiero cristiano alla luce delle nuove acquisizioni umane, scientifiche e culturali, che richiedono una “teologia in uscita”, capace cioè di raggiungere quelle domande situate spesso oggi ai confini di esistenze complesse, travagliate e ferite.

Per cercare le nuove strade, don Tonino Staglianò fa un’“incursione creativa”, come scrive il Papa nella prefazione, nella scienza teologica, scrivendo alcune lettere ai “grandi” della filosofia e della teologia. Scrive, Stagliano’, a Papa Francesco, a San Tommaso d’Aquino, a Benedetto XVI, al filosofo Carmelo Ottaviano, a Blaise Pascal e a tanti altri filosofi, giganti del pensiero e della fede e teologi. Lo scopo della corrispondenza-dialogo, è di trovare il sinergismo possibile tra teologia, filosofia, scienza e altri saperi.

Compito non facile, e fatica non semplice, per l’autore che deve accettare la sfida audace, nella attuale visione generale della realtà, di procedere ad una “decostruzione” del significato di teologia e poi a una sorta di “riespressione”, che significa “ripensare il pensiero cristiano”; non, semplicemente, per adattarlo alle mode culturali ricorrenti, ma piuttosto per rinnovarlo, con linguaggi nuovi, capaci di parlare al cuore di tutti, di avvicinare i lontani, dice ancora il Papa nella sua  prefazione.

Per “ripensare il pensiero”, Staglianò riparte dall’Enciclica di Giovanni Paolo II Fides et ratio, del 1998, che rimane un punto di riferimento pragmatico, per “ritornare a pensare”. Con quell’Enciclica, dice don Tonino, l’immane fatica del ripensamento critico dello “spirito del tempo” non finisce, ma inizia. L’insegnamento di quell’Enciclica, è utile all’autore per pensare le lettere saggio che rappresentano la struttura del libro, che ha un percorso chiaro. Si parte dal ripensare, per poi riesprimere.

Il libro, che non perde di vista il convincimento che la teologia può confrontarsi alla pari non solo con la filosofia e le filosofie, ma anche con le scienze e gli altri saperi, ha anche una postfazione del filosofo Giulio Gocci, vicepresidente Associazione Studi Emanuele Severino; un’appendice che è quasi un saggio a sé stante, tanto è ricco di riflessioni sul nesso teologia filosofia che è il filo conduttore del libro. 


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