Rai Storia, #PalermoChiamaItalia: #GiovanniFalcone e #PaoloBorsellino, palinsesto dedicato alle stragi di #mafia

La “Rai-Storia” di Silvia Calandrelli dedicherà l’intera giornata di sabato 23 maggio al XXVIII anniversario della strage di Capaci. Un appuntamento da non perdere e che è stato messo insieme da professionisti di grande tradizione culturale all’interno della TV pubblica.

di Pino Nano
Giovedì 07 Maggio 2020
Roma - 07 mag 2020 (Prima Pagina News)

La “Rai-Storia” di Silvia Calandrelli dedicherà l’intera giornata di sabato 23 maggio al XXVIII anniversario della strage di Capaci. Un appuntamento da non perdere e che è stato messo insieme da professionisti di grande tradizione culturale all’interno della TV pubblica.

Il 23 maggio e il 19 luglio del 1992 sono date scolpite nella storia recente del nostro Paese, ricorrenze che, da allora, coniugano memoria e impegno civile, nel ricordo delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Quei giorni, nei quali persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, e appena cinquantasette giorni più tardi, il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, rappresentano da allora .-sottolinea il Presidente della RAI Marcello Foa- “una nuova tappa del percorso di emancipazione e crescita civica, ricorrenze nelle quali il bilancio di un anno vissuto coincide con il rinnovamento di una “tensione morale”. Durante la settimana immediatamente precedente, a partire da lunedì 18 maggio, nell’ambito della programmazione straordinaria per gli studenti, #LaScuolaNonSiFerma, Rai Storia riproporrà ogni giorno alle 15, l’intera docufiction “Maxi. Il grande processo alla mafia”, che culminerà con l’ultimo episodio proprio il giorno dell’anniversario. Ma vediamo insieme la programmazione completa.

Lunedì 18 maggio 2020

L’astronave verde. 10 febbraio 1986: inizia il maxiprocesso a Cosa Nostra. Per la prima volta più di 400 mafiosi sono chiamati a rispondere di decine di reati, in un’aula giudiziaria di enormi dimensioni costruita per l’occasione. Anche la Rai si mobilita per raccontarlo, con una redazione ad hoc di fronte all’aula bunker, che tutti chiamano “l’astronave verde”. A raccontare il processo sarà Franco Licitra, giornalista di 50 anni della sede di Palermo, gran conoscitore del fenomeno mafioso, con al suo fianco Gianni, un giovane operatore arrivato da Roma a rinforzare il gruppo di lavoro palermitano, e Teresa, una montatrice appena assunta, giovane e appassionata.

Martedì 19 maggio 2020

Il boss dei due mondi. Dopo l’arresto di Michele Greco, cominciano a sfilare sul pretorio dell’aula bunker i grandi boss che per anni hanno controllato Palermo. Tra questi Pippo Calò, detto “il cassiere della mafia”: è lui il primo a difendersi, contestando le accuse di Tommaso Buscetta, “il boss dei due mondi”, che tutti stanno aspettando. La deposizione di Buscetta, il 3 aprile 1986, è il momento chiave del processo, e viene vissuta da tutti i protagonisti con il fiato sospeso, a cominciare dai giudici popolari, tra i quali c’è anche Filomena, una donna di 60 anni che vive il processo con particolare apprensione.

Mercoledì 20 maggio 2020

Faccia a faccia. È il 10 aprile 1986, quando i due boss Pippo Calò e Tommaso Buscetta si trovano faccia a faccia ad accusarsi reciprocamente dei delitti più efferati: è il momento più caldo dell’intero Maxiprocesso. Pippo Calò accusa l’ex amico di essere inaffidabile, puntando sulle sue infedeltà coniugali; Tommaso Buscetta reagisce sottolineando le contraddizioni di Calò, imputandogli la sparizione dei suoi due figli e parlando di un delitto rimasto dell’ombra di cui sostiene sia il responsabile. È un duello teatrale, un incontro tra due uomini d’onore che sono cresciuti insieme, e che sono stati divisi dalla ferocia dei Corleonesi. Pippo Calò è passato dalla loro parte, Tommaso Buscetta è stato costretto a scappare. Giovedì

21 maggio 2020

Saluti da Corleone Sono ormai passati molti mesi da quando il Maxiprocesso è cominciato. Accusa e difesa si fronteggiano ogni giorno, e sul tappeto verde dell’aula bunker sfilano personaggi che hanno fatto la storia criminale della città e della Sicilia. L’atmosfera è sempre molto tesa, il processo è condizionato dalla morte di un avvocato di Messina, Nino D’Uva, ucciso da un imputato in un altro processo nella città dello Stretto. Un episodio che aumenta il livello di preoccupazione dei legali, che vedono assottigliarsi le speranze di mandare a monte il processo.

Venerdì 22 maggio 2020

Palermo e i suoi figli. L’arrivo dell’estate a Palermo è sempre visto come una liberazione, ma il vento di scirocco e lo svolgersi del Maxiprocesso rendono l’estate del 1986 molto diversa. Davanti alla Corte, dopo cinque mesi di dibattimento, sono già sfilate centinaia di persone, boss di ogni ordine e grado, dai grandi capi ai picciotti di borgata. Si fa fatica a tenerne il conto, ci si perde a raccontarne le storie che i giornalisti Rai continuano a produrre ogni giorno, seppure con sentimenti contrastanti. Sono i giorni in cui sfilano i parenti delle vittime, i familiari del Generale Dalla Chiesa, del Capo della Squadra Mobile Boris Giuliano, le vittime eccellenti e le vedove omertose, le madri disperate e i testimoni reticenti.

Sabato 23 maggio 2020.

Tutta la giornata di sabato 23 maggio, infine, sarà dedicata alla celebrazione dell’anniversario, a cominciare dalle 00.10 (e poi in replica alle 8.30, alle 11.30, alle 14 e alle 20.10) orario in cui verrà trasmessa una puntata speciale de Il giorno e la storia: è il 23 maggio 1992, nel tragitto da Punta Raisi a Palermo, all’altezza dello svincolo autostradale di Capaci, un ordigno di potenza inaudita travolge la Fiat Croma blindata su cui viaggia il giudice Giovanni Falcone e le due auto della scorta.

Falcone è, insieme a Borsellino, il simbolo della lotta dello Stato alla mafia, esemplificata dal Maxi-processo, che mette alla sbarra i più importanti boss di Cosa Nostra e termina il 16 dicembre 1987, con la condanna per 360 dei 475 imputati. Nell’esplosione, perdono la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro Alle 8.40 (e in replica alle 20.20) andrà in onda Scritto, letto, detto – Maria Falcone, un’intervista di Giovanni Paolo Fontana a Maria Falcone sui contenuti del libro “Giovanni Falcone. Le idee restano” da lei scritto insieme a Monica Mondo, sulla figura del fratello, sull’amore del giudice per la democrazia, il suo rapporto con la fede, la sua religione. Alle 8.50 (e in replica alle 14.20) Passato e presente - Le stragi di mafia del ’92, con il professor Salvatore Lupo ospite di Paolo Mieli.

Alle 9.30 Giovanni Falcone, il peso delle parole, un viaggio nelle parole di Giovanni Falcone: quelle più note rilasciate ai giornalisti, quelle più intime condivise con i familiari, quelle che hanno avuto un peso più rilevante, nella sua vita e nella sua carriera. Alle 10 Pietro Scaglione - la prima vittima: la storia della morte del Procuratore assassinato a Palermo il 5 maggio 1971, è il baricentro del racconto dei primi anni della lotta alla mafia, quando gli strumenti in mano agli investigatori erano ancora pochi e di Cosa Nostra ancora non si sapevano struttura e organizzazione. Alle 11 andrà in onda Boris Giuliano, un commissario a Palermo. È il ricordo del capo della squadra mobile di Palermo, ucciso il 21 luglio 1979. Giuliano fu tra i primi a capire le trasformazioni criminali di Palermo negli anni ‘70 e a cogliere i rapporti tra Cosa Nostra e la politica, il primo a indagare su Totò Riina, negli anni in cui prendeva il potere e preparava la mattanza che avrebbe insanguinato Palermo dal 1978 al 1983. La storia del sacrificio di un altro magistrato sarà al centro di Pio La Torre – Per tutta una vita, in onda alle 12.

La Torre è stato ucciso il 30 aprile 1982, e non ha fatto in tempo a vedere approvata la legge che porta il suo nome e che cambiò i rapporti di forza tra Mafia e Stato. La Legge 416bis, la Rognoni-La Torre, infatti, è quella che ha inserito nel codice penale il reato di associazione mafiosa, e che per la prima volta ha disposto la confisca dei beni per gli uomini d’onore. Alle 15 andrà in onda Maxi. Il grande processo alla mafia - In nome del popolo italiano. Sono passati quasi due anni dall’inizio del dibattimento, e il Maxiprocesso sta per arrivare alla sentenza. Due anni in cui Palermo ha vissuto sospesa, in un limbo di speranza e preoccupazione. Il processo ha vissuto fasi di stanchezza e i giornalisti Rai hanno fatto i conti con le procedure lunghe e macchinose di un processo così grande, arrivato a 349 udienze. Le arringhe difensive sono state 635 e i pubblici ministeri hanno parlato per dodici giorni nelle loro requisitorie. Alle 15.45 una pagina dedicata all’allora Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, dal titolo Piersanti Mattarella, 6 gennaio 1980 - Storia di un delitto di mafia. Il 6 gennaio 1980 Piersanti Mattarella viene ucciso in un agguato sotto casa, in via Libertà a Palermo.

Un uomo che innova profondamente la politica siciliana, con provvedimenti coraggiosi, in particolare in materia economica, contro la mafia e il malaffare che domina la Sicilia in quell’epoca. Allievo e pupillo di Aldo Moro, Mattarella prova a riprodurre in Sicilia l’esperimento delle alleanze tra comunisti e democristiani, ma il sequestro e l’uccisione di Moro ne condizionano la strada politica. Nel periodo in cui Cosa Nostra alza il tiro verso gli uomini delle istituzioni, Piersanti Mattarella vede stringersi il cerchio attorno a sé, e comincia a temere per la sua vita, ma non abbandona i propositi di cambiamento e rinnovamento che lo portano ancora oggi ad essere un punto di riferimento nella storia politica italiana. Alle 16.45, in Cento giorni a Palermo, la narrazione dell’esperienza siciliana del prefetto di Palermo, il generale Dalla Chiesa, caduto sotto i colpi della mafia, assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro, il 3 settembre 1982.

Quel giorno si concludono, con questa tragedia, i Cento giorni di Dalla Chiesa come prefetto di Palermo. Cento giorni nei quali per la mafia è successo nulla di nulla, gli omicidi si sono moltiplicati, ma forse, come dice il canto finale, è nata la speranza. Negli anni più duri, la storia di Palermo è una staffetta continua sul filo della morte, un testimone passato di mano in mano, un funerale dietro l’altro, a chiedersi continuamente chi sarà la prossima vittima. Succede anche trentacinque anni fa, il 29 luglio 1983, quando un’autobomba esplosa sotto la sua casa di Palermo uccide il giudice Rocco Chinnici, l’ideatore del pool antimafia, nella prima strage mafiosa di stampo terroristico. Il ricordo di Chinnici andrà in onda alle 18.15 in Diario civile – Palermo come Beirut: storia di Rocco Chinnici.

Ancora Maxi. Il grande processo alla mafia alle 19, con I protagonisti. La Rai ha contribuito al racconto del Maxiprocesso, seguendo giorno per giorno l’intero dibattimento, e registrando tutte le 1400 ore della durata del processo. Un lavoro che oggi è testimonianza visiva della prima grande vittoria dello Stato contro la mafia. La Rai affittò una palazzina di fronte l’aula bunker che divenne la redazione del gruppo di lavoro che si occupò soltanto del Maxi, con la registrazione delle udienze, i collegamenti coi telegiornali, i servizi per i Tg locali e nazionali. Alle 20.30 andrà in onda lo speciale Falcone e Borsellino l’impegno e il coraggio, con il professor Lupo, e alle 21.10 il docufilm C’era una volta a Palermo… Falcone e Borsellino. Alle 22.10, invece, un documento raro, “Paolo Borsellino. Essendo stato”, un film doc sulla sua audizione al Csm.

Il 31 luglio del 1988 il giudice Paolo Borsellino viene convocato davanti al Consiglio Superiore della Magistratura dopo le interviste rilasciate ai quotidiani “La Repubblica” e “L’Unità”, nelle quali denunciava il preoccupante stato di smobilitazione del pool antimafia di Palermo. Borsellino, minacciato da imminenti provvedimenti disciplinari, parla per oltre quattro ore, dalle 10 alle 14, con straordinaria lucidità, condannando con forza l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Il pomeriggio dello stesso giorno viene ascoltato anche il giudice Falcone. Alle 23.10, infine, in chiusura di programmazione, All’altezza degli occhi. La vita delle donne delle scorte: il racconto di Alessandro Chiappetta e con la regia di Agostino Pozzi della vita delle donne in Polizia, di scorta a uomini delle istituzioni e magistrati impegnati contro la criminalità, è un viaggio attraverso le vicende di sei donne normali, che con dedizione e passione, vivono il loro impegno civile, giorno per giorno.


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