Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
Dante Iannuzzi, Segretario Nazionale Organizzativo Cisal Comunicazione, spiega la visione sindacale per accompagnare il piano industriale Rai con una riforma profonda delle professionalità, della formazione e del benessere lavorativo.
Dante Iannuzzi, Segretario Nazionale Organizzativo Cisal Comunicazione, spiega la visione sindacale per accompagnare il piano industriale Rai con una riforma profonda delle professionalità, della formazione e del benessere lavorativo.
Segretario Iannuzzi, perché è così urgente affiancare al piano industriale della Rai un progetto organizzativo parallelo?
“Il piano industriale rappresenta un momento cruciale per il rilancio dell’azienda, ma senza un’adeguata attenzione all’impatto che avrà sul personale rischia di rimanere monco. Non si può parlare di innovazione senza affrontare contestualmente il modo in cui le persone lavorano, si formano, crescono. Serve una visione strategica anche sul piano delle risorse umane, per garantire che la trasformazione sia sostenibile, partecipata e produttiva.”
In cosa consiste, secondo voi, questo progetto di riforma?
“Si basa su tre pilastri: formazione, semplificazione dei profili professionali e strumenti concreti di conciliazione tra vita e lavoro. L’obiettivo è duplice: garantire efficienza operativa e, allo stesso tempo, valorizzare realmente il capitale umano. Le persone devono essere messe nelle condizioni di lavorare meglio, non solo di più”.
Ci può spiegare meglio il tema della semplificazione dei profili professionali?
Oggi esiste una frammentazione eccessiva, soprattutto nelle aree editoriali. Proponiamo una razionalizzazione che riduca i ruoli a tre grandi aree – impiegato, tecnico e programmista – con competenze multimediali trasversali. Questo vuol dire poter operare dalla produzione video alla grafica digitale, con una flessibilità che rispecchi le esigenze dell’informazione moderna.
E la formazione, che ruolo ha in questo processo?
Un ruolo chiave. Non si può pensare di riqualificare senza formare. Ma non basta dire “formazione”: deve essere continua, certificata, di qualità e soprattutto utile. Per questo proponiamo che venga validata da commissioni miste composte da esperti, azienda e sindacati. Così si garantisce trasparenza e coerenza con le reali necessità operative.
Avete parlato anche di conciliazione vita-lavoro. Cosa proponete in concreto?
Abbiamo avanzato alcune proposte molto pratiche: buoni pasto elettronici fruibili anche in smart working, una banca del tempo per trasformare lo straordinario in permessi, diffusione del desk sharing per ottimizzare gli spazi, e un potenziamento della comunicazione interna tramite la piattaforma “Rai per me”. Tutti strumenti che favoriscono un equilibrio sano tra esigenze aziendali e benessere personale.
Qual è il messaggio che volete lanciare all’azienda e alle altre parti coinvolte?
Che il capitale umano non è un costo, ma un valore. Le trasformazioni vanno governate, non subite. Serve un confronto serio, costruttivo, moderno. Come Cisal Comunicazione siamo pronti a fare la nostra parte con responsabilità, per costruire insieme una Rai davvero al passo con i tempi, in cui innovazione e diritti camminino insieme.