11 missili balistici del tipo Dongfeng sono stati lanciati stamani dalla Cina nelle acque che circondano l'Isola di Taiwan. I lanci sono avvenuti nell'ambito delle esercitazioni militari avviate come reazione alla visita della Speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi.
E' quanto rende noto il Ministero della Difesa di Taipei, ripreso dalla Central News Agency, spiegando che i lanci sono avvenuti in vari momenti, e che l'Esercito "ha colto immediatamente le dinamiche di lancio, attivato i relativi sistemi di Difesa e rafforzato la prontezza al combattimento".
"Sono gli Stati Uniti che hanno provocato i guai, la crisi e che continuano ad aumentare le tensioni", ha detto il Ministro cinese degli Esteri, Wang Yi, a commento del comunicato emanato ieri dal G7, che chiede a Pechino di non mettere in atto un'"aggressiva attività militare", rischiando "escalation non necessaria" e di "non cambiare unilateralmente lo status quo con la forza". La provocazione messa in atto dagli Stati Uniti con la visita di Pelosi, ha proseguito Wang in una nota, "ha creato un pessimo precedente se non viene corretto e contrastato".
Intanto, il Ministero della Difesa giapponese ha riferito che cinque missili balistici cinesi sono finiti nella zona economica di esclusiva competenza del Giappone. Il Ministero ha protestato per l'azione di Pechino.
Quelle condotte dalla Cina sono le più grandi esercitazioni militari mai eseguite nell'area di Taiwan, in reazione alla visita di Pelosi. Stando a quanto rammentano i media ufficiali, si tratta di "di manovre militari e d'addestramento su vasta scala", che comprendono lanci di colpi d'artiglieria e missili in sette aree marine dove la navigazione e il sorvolo sono vietati. Nelle acque interne di Taiwan e nella zona economica di competenza giapponese sconfinano molte più aree.
I militari taiwanesi "operano come al solito e monitorano ciò che ci circonda in risposta alle attività irrazionali" di Pechino "con l'obiettivo di cambiare lo status quo e di destabilizzare la sicurezza della regione". Così, in una nota, il Ministero della Difesa di Taiwan, all'inizio delle esercitazioni militari cinesi. "Non cerchiamo l'escalation, ma non ci fermiamo quando si tratta della nostra sicurezza e sovranità. Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra e con l'atteggiamento di 'non intensificare i conflitti e non causare controversie", prosegue la nota.
Le esercitazioni dureranno fino alle ore 10 di lunedì 8 agosto. Il termine inizialmente previsto era domenica 7 agosto.
Il portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan del governo cinese, Ma Xiaoguang, ha dichiarato che la visita di Pelosi è "una provocazione e una violazione della sovranità", per cui "prendere le contromisure necessarie è una mossa giusta". Stando a quanto rende noto l'Esercito Popolare di Liberazione (Pla), "l'intera missione di addestramento al lancio di munizioni vere è stata completata con successo".
"Gli Stati Uniti si oppongono a qualsiasi sforzo unilaterale per cambiare lo status quo di Taiwan, soprattutto con la forza". Così il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken. "La politica degli Usa sull'isola non è cambiata", riafferma, evidenziando che "la stabilità dello stretto è nell'interesse dell'intera regione".
Condanna per le "esercitazioni militari mirate" cinesi nell'area di Taiwan è stata espressa anche dall'Alto Rappresentante Europeo per la Politica Estera, Josep Borrell, che fa notare che la visita di Pelosi sull'Isola non è un motivo valido per attaccare. "Non c'è alcuna giustificazione per usare una visita come pretesto per un'attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan", twitta Borrell, che si trova a Phnom Penh per la riunione dell'Asean, l'Associazione dei 10 Paesi del Sud Est Asiatico (Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam). "È normale e di routine per i legislatori dei nostri Paesi viaggiare a livello internazionale. Incoraggiamo tutte le parti a mantenere la calma, esercitare moderazione e agire con trasparenza", prosegue.
I Ministri degli Esteri dell'Asean hanno lanciato un avvertimento: l'escalation di tensione nell'area di Taiwan potrebbe dare il via a "conflitti aperti".
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