Thailandia: a Bangkok il valzer delle aperture e delle chiusure
A causa della recrudescenza di casi di infezione e di decessi per Covid, il Governo, dopo appena una settimana di allentamento delle misure restrittive, decide di chiudere tutto nuovamente. Vietato ospitare clienti all’interno dei ristoranti e ridotta l’apertura serale al pubblico
di Francesco Tortora
Martedì 29 Giugno 2021
Dal nostro corrispondente a Bangkok - 29 giu 2021 (Prima Pagina News)
A causa della recrudescenza di casi di infezione e di decessi per Covid, il Governo, dopo appena una settimana di allentamento delle misure restrittive, decide di chiudere tutto nuovamente. Vietato ospitare clienti all’interno dei ristoranti e ridotta l’apertura serale al pubblico
C’è frustrazione nel Paese ma soprattutto nella Capitale, Bangkok, a causa delle incertezze manifestate dai vertici governativi nella gestione della seconda e terza ondata di Covid che sta flagellando la Nazione.

La campagna di vaccinazione, nonostante i proclami, procede lenta e confusa, spesso coloro che si sono prenotati vengono rispediti a casa all’ultimo momento per penuria di vaccini o disattento calcolo delle disponibilità effettive.

Non vanno affatto meglio le cose per i residenti stranieri e coloro che soggiornano sul territorio thailandese ma di origine straniera, tanto che l’Ambasciata francese ha deciso di vaccinare i cittadini di origine francese in proprio, mettendo a disposizione sia i vaccini sia la propria sede per vaccinare i propri connazionali.

Come si può ben immaginare, le attività commerciali, il Turismo e tutto l’indotto che vi ruota intorno, ovvero un quarto del PIL nazionale, è praticamente azzerato dallo spuntare iniziale della pandemia.

Ora si aggiunge, a tutto questo, la tegola della chiusura degli spazi interni dei locali di ristorazione disposta il giorno 28 giugno ovvero dopo nemmeno una settimana che lo stesso Governo di Prayuth Chan-o-cha aveva disposto la piena riapertura delle attività di ristorazione potendo utilizzare anche gli spazi interni.

Comprensibile la frustrazione degli imprenditori che della intera filiera della ristorazione thailandese che così, speravano di poter recuperare una parte di quanto irrimediabilmente perso in un anno e mezzo.

La possibilità di poter ospitare clienti anche all’interno fino alle undici di sera sembrava aver portato un sorriso ed un po’ di respiro, la decisione di limitare nuovamente gli spazi interni, imporre la chiusura alle nove di sera e praticare quasi esclusivamente l’asporto viene oggi vissuta come una mazzata difficilmente rimediabile.

Il divieto, poi, è stato comunicato la sera tardi di sabato 26 giugno, dopo che i casi giornalieri di infezione da Covid si son fatti registrate oltre i 2.000 per diverse settimane. Il divieto è stato applicato insieme ad altre restrizioni sui viaggi interprovinciali, sui cantieri (dove si sono sviluppati numerosi cluster locali) e vari raduni in essere o sul punto di essere attuati in varie parti del Paese, tale imposizione ha una durata di trenta giorni. Salvo verificare quel che accadrà alla fine di questo periodo o in itinere.

La Thailandia sta combattendo la sua terza ondata Covid, il cui inizio è datato aprile scorso, quando è stato individuato un cluster nei nightclub che chiudono in tarda notte a Bangkok. Da quel momento, più di 220.000 persone sono risultate positive e 1.840 pazienti sono deceduti per Covid.

Per porre argine alla diffusione, il Governo ha imposto restrizioni a ristoranti e varie tipologie di attività commerciali.

La situazione, però, è andata lo stesso peggiorando progressivamente, in particolar modo lo scorso mese, quando il virus è letteralmente esploso nelle carceri e nelle strutture di detenzione ultra affollate e dove i detenuti sono costretti ad una drammatica promiscuità in spazi ristrettissimi.

La scorsa settimana alcune misure di controllo sono state allentate ed i punti vendita di cibo e bevande sono stati autorizzati a restare aperti fino alle 23. Non è durato molto. Subito dopo stati segnalati nuovi cluster ed alcuni di essi hanno coinvolto gli operai nei cantieri edili e nel settore dei servizi.

Secondo il Dipartimento per il Controllo delle Malattie in Thailandia, i funzionari sanitari stanno monitorando più di 100 cluster nella sola Bangkok.

La situazione fattasi pesante ha spinto il Primo Ministro Prayuth Chan-o-cha a imporre alcune restrizioni in aree con alti livelli di contagiosità per Covid 19, come Bangkok e alcune Provincie vicine.

Sempre nella giornata di lunedì, il Primo Ministro ha promesso un risarcimento agli imprenditori ed ai dipendenti colpiti dall’ultimo ordine restrittivo. I contributi riguardano i proprietari dei ristoranti, il personale, i lavoratori edili ed i loro datori di lavoro a Bangkok, oltre che nelle vicinanze.

I bonus governativi, però, copriranno solo il cinquanta per cento del loro stipendio normale ma fino ad un ammontare finale che non superi i 7.500 Thai Baht (235 Dollari circa), con un supplemento di 2.000 THB (circa 63 dollari) ma solo se ci si è previamente registrati al sistema di national security.

I datori di lavoro riceveranno 3.000 THB (circa 94 Dollari) per ogni dipendente purché anch’essi si siano registrati al sistema generale di copertura previdenziale e assicurativa. Tuttavia, il numero di dipendenti calcolato è limitato fino a 200. Il sussidio è stimato nella sua corresponsione per un solo mese.

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