“Stato criminale”? Leggiamo la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino

“Nei momenti in cui non si capisce la logica degli eventi- commenta il famoso fisiologo romano Massimo Fioranelli-, ci si deve porre in un punto privilegiato di osservazione: la storia”.

di Massimo Fioranelli
Lunedì 24 Gennaio 2022
Roma - 24 gen 2022 (Prima Pagina News)

“Nei momenti in cui non si capisce la logica degli eventi- commenta il famoso fisiologo romano Massimo Fioranelli-, ci si deve porre in un punto privilegiato di osservazione: la storia”.

Siamo in procinto di una trasformazione autoritaria del nostro ordinamento costituzionale che rischia di trasformarsi da Repubblica Parlamentare ad una Presidenziale, con un uomo solo al comando, come nelle migliori tradizioni della nostra amata Patria. Nel frattempo, il governo dei migliori sta’ completando l’opera di smantellamento e svendita definitiva della nostra Nazione e di ciò che ne rimarrà, con delle regole risibili, ridicole, anticostituzionali e prive di qualsiasi visione logica dell’interesse di una comunità. Non a caso il 16 ottobre scorso il Washington Post identificava l’Italia come una sorta di laboratorio politico-sociale, "sospinta in un nuovo territorio per le democrazie occidentali» anche per comprendere «che livello di controllo la società sia disposta ad accettare".

Nei momenti in cui non si capisce la logica degli eventi, ci si deve porre in un punto privilegiato di osservazione: la storia.

Tra il 20 e il 26 agosto del 1789, circa un mese e mezzo dopo la presa della Bastiglia che fece deflagrare la Rivoluzione francese, l’Assemblea Nazionale esaminò e licenziò un testo destinato a fare storia. Si chiamava Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino e conteneva affermazioni clamorose ed impegnative per l’esito che avrebbero potuto avere (e di fatto avranno) sulla vita delle persone. Iniziava così: "Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti". Ed all’articolo 6: "Tutti i cittadini essendo uguali ai suoi occhi [della legge, n.d.a.] sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti e impieghi pubblici secondo le loro capacità, e senza altra distinzione che quella delle loro virtù e dei loro talenti".

 Non furono le uniche, precedute di qualche anno, da quelle contenute nella Dichiarazione d’indipendenza americana del 1776: "Tutti gli uomini sono creati uguali fra loro [e] sono dotati dal loro creatore di alcuni inalienabili diritti, tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità". Uguaglianza, libertà, ricerca della felicità, concetti meravigliosi ma purtroppo ignoti alla gran parte degli uomini di quel tempo, e forse anche del nostro, fossero ricchi ed istruiti oppure poveri e disgraziati. Il genere umano sembrava essersi fino ad allora tenuto alla larga da simili idee, che fecero irruzione nella vita di tutti.  Parole che gettarono le basi per la costruzione di un nuovo modo di pensare: se tutti gli uomini sono uguali, se tutti nascono con gli stessi diritti, se non esiste altra distinzione al di fuori della capacità, del talento e della virtù, ecco che anche per chiunque avrebbe dovuto aprirsi una porta o almeno albeggiare una speranza. Parole, affermazioni di principi, concetti che furono indispensabili ad un cambiamento e che modificarono radicalmente la società. Gli stessi principi che fino a pochi mesi orsono erano i fondanti costitutivi della nostra società. Concetti che oggi appaiono stonati; nulla dura in eterno e le conquiste sociali debbono essere quotidianamente mantenute, perché’ ricorrente è la lotta che la società deve affrontare per difendere i diritti che sembravano acquisiti dall’attacco delle élite economico-finanziarie.

La nostra società, ormai  irrimediabilmente divisa, ha drammaticamente smarrito il senso dello Stato e del Diritto ascoltando  un  primo ministro che, con un lessico abominevole, ha radicalmente modificato il concetto di stato, divenuto improvvisamente da garante del bene dei propri cittadini ad eversore ed oppressore, abolendo principi inviolabili di libertà, di movimento, ma soprattutto arrogandosi il diritto di determinare scelte terapeutiche in base a menzogne, gravi omissioni, verità inconsistenti prive di qualsiasi evidenza medico-scientifica. Conferenze stampa che si aprono e chiudono tra applausi di sedicenti giornalisti, scene da stati dittatoriali, espressione di una stampa servile, mediocre e senza etica. Provvedimenti ormai talmente assurdi che si fatica a percepirne un indizio di razionalità, se non quello di portare ad una rapida distruzione del terreno sociale ed economico di un intero paese.

Norme rese necessarie da una spietata guerra sanitaria contro soggetti sani, curiosa massa di disobbedienti strenuamente invisi ai permessi provvisori per vivere, mentre i malati vengono vilmente condannati a tachipirina e vigile attesa; un paradigma che ha provocato migliaia di morti e che, con ostinazione criminale, il nostro ministro alla malattia perenne a prescindere, si adopera a perseguire.

 

Un sistema sanitario pubblico in via di smantellamento, che a tratti diviene squallido e ripugnante, allorché’ medici ospedalieri negano  cure ai malati oncologici e mandano le madri a abortire come bestie nei parcheggi; quando, infermieri auspicano procedure volontariamente dolorose per chi e’ dissidente; una desolazione umana prima che professionale. Operatori sanitari che ballavano sulle onde musicali dell’orrido motivetto Jerusalema, mentre pazienti morivano in solitudine nelle corsie, senza il conforto di un parente vicino. Un Sistema Sanitario Nazionale carente di risorse, di posti letto, con ambulatori stracolmi di utenti e senza personale. Carenze che i negazionisti della prima ora, quelli dei ridicoli ed irresponsabili aperitivi dei navigli, quelli di “adotta un cinese”, degustatori di spring rolls in prima serata, avevano indotto con le decennali politiche di macelleria sociale; gli stessi aguzzini, incitatori di delatori prêt-à-porter sui mezzi pubblici, che oggi vorrebbero silenziare una  stampa già assuefatta e togliere diritti civili a persone sane.

Ma tutto questo perché? La salute di qualcuno è per caso messa a repentaglio da chi non si vaccina? Non sono queste le risultanze della scienza, quella vera, non quella nebulosa di una narrazione televisiva.

Una politica che, ignara della medicina personalizzata, ha investito tutte le risorse sanitarie in una sola direzione: la vaccinazione di massa. Una terapia uguale per tutte le latitudini e per tutte le stagioni ignara del profilo biologico e delle patologie delle persone. Abbiamo assistito ad una commercializzazione condizionale di vaccini che secondo i dettami della Medicina delle Evidenze non sarebbero mai stati approvati. Dopo tre mesi dalla somministrazione su vasta scala di sieri genici, ed a sei mesi dall’inizio dello studio clinico randomizzato, Pfizer e Moderna hanno comunicato i dati della sperimentazione alla Food and Drug Administration (FDA), l’autorità che certifica la sicurezza dei farmaci negli USA. I decessi con il vaccino Pfizer erano: 21 nei vaccinati, 17 nel gruppo placebo. In quello Moderna 16 decessi nel gruppo vaccinati, 16 nel gruppo placebo. Ma come per incanto viene mantenuta la commercializzazione in quanto i produttori affermano che non c’è nesso di causalità, dopo che la definizione di effetto collaterale da vaccino è stata sapientemente e preventivamente modificata.

La scienza deve osservare i dati, in modo asettico. Da tempo i dati europei evidenziano che nelle classi d'età 15-64 anni la mortalità totale 2021 è maggiore di quella 2020, con un aumento evidente per le classi 15-44 anni a partire dalla ventesima settimana dopo la somministrazione.

 

La vaccinazione anti-Covid pare associata con ridotta mortalità da ogni causa nelle settimane 6-20 post inoculo, ma si assiste ad un aumento di mortalità nelle prime settimane e dopo la ventesima (Pantazotos, 2021 su dati EuroMOMO). I rischi superano i benefici in età pediatrica, in adulti giovani o più anziani a basso rischio, o in chi ha superato l'infezione. Ma non importa, una terapia va bene per tutti perché’ più che evidenza scientifica e’ divenuta un mito. Molto spesso, diceva Kennedy, il grande nemico della verità non è la bugia, intenzionale forzata o disonesta, ma è il mito, persistente persuasivo ed irrealistico. Credere nei miti ti concedere la comodità di avere un’opinione, senza la scomodità di dover pensare.

Nell’ audizione in I° Commissione Affari Costituzionali per il DDL 2463 (172/2021 obblighi vaccinali e rafforzamento certificati verdi Covid-19) il Dott. Alberto Donzelli ha portato ai nostri politici i seguenti dati: “I decessi tra i 15 e i 39 anni in Italia invertono nel 2021 una decennale tendenza al decremento. Va approfondita con urgenza l'associazione con campagne vaccinali, frenando le improvvide estensioni ai minori. L'Osservatorio Europeo mostra che in Europa nel 2021 si è avuto un grave eccesso di morti per ogni causa nelle classi di età inferiore ai 64 anni. Il 2021 mostra oltre 20 mila decessi in più in confronto al 2020 ed oltre 30 mila rispetto al 2019. L’unica classe di età in cui i vaccini hanno mostrato un beneficio sono quelle oltre i 65 anni; dai 75 anni la mortalità nel 2021 scende di oltre 40 mila unità”.

Anche i dati degli altri paesi sono in linea con queste osservazioni. Sono state analizzate le associazioni tra aumenti settimanali totali di vaccinazioni in 23 paesi ed i dati settimanali sulla mortalità totale per 6 classi di età per le prime 42 settimane del 2021 (OurWorldinData, append. 1;

Grafici e mappe - Euromomo, append. 2).

Da questi dati si evince che: in tutte le età, la vaccinazione si associa ad aumento di mortalità nelle prime 2-6 settimane dopo la prima iniezione. In bambini di età inferiore a 15 anni l’aumento di mortalità si manifesta fino a 18 settimane dopo la prima iniezione e per le età superiori ai 14 anni, i tassi di iniezione settimanali si associano a una diminuzione per le settimane 5-20 dopo la prima iniezione, ma poi si assiste ad un aumento di mortalità dopo la XX settimana

(Covid vaccination and age-stratified all-cause mortality. Spiro Pantazatos and Hervé Seligmanm, Columbia University).

Anche I dati Istat confermano questa tendenza di mortalita’ nel periodo 2021-2022.

L'anno 2021 mostra aumenti di mortalità, rispetto agli anni precedenti, in tutte le età. L'incremento è evidente in particolare dai mesi da Aprile/Maggio a Settembre (Inizio vaccinazioni su larga scala 40enni). “L'incremento, sottolineano, è soprattutto evidente e inspiegabile”. (https://www.istat.it/it/archivio/240401.Dataset con i decessi giornalieri, per il periodo dal 1° gennaio 2011 al 30 settembre 2021 per tutti i 7.903 Comuni, dati aggiornati al 30.09.2021).

Anche se secondo l’AIFA il tasso di decesso post vaccino è molto basso (0,2 decessi ogni milione di dosi), diversi elementi rendono possibile una correlazione.

Ricercatori indipendenti in paesi ad alto tasso di vaccinazione (UK, Germania, Europa...) mostrano analogo aumento di mortalità, in coincidenza temporale con la campagna vaccinale di massa.

La raccolta di eventi avversi con farmacovigilanza passiva è drammaticamente inadeguata. Ad esempio i dati raccolti da farmacovigilanza attiva dell’ V-Safe dei Center for Disease Control degli  USA, mostrano  580 volte più reazioni avverse e oltre 1000 volte più reazioni gravi e severe rispetto ai dati AIFA da farmacovigilanza passiva.

Decessi improvvisi e/o imprevisti possono sfuggire al sistema di sorveglianza.

Sorprendentemente l’AIFA non ha prodotto più il “Rapporto di sorveglianza dei vaccini Covid19 dal 26 settembre 2021; bollettino mensile trasformato in trimestrale, ma mai più pubblicato.

Finora errori di interpretazione dei dati potevano giustificare la spinta a vaccinare tutti, per tutelare la salute della comunità. Ma i dati mostrano che la vaccinazione universale si associa a maggior mortalità tra adolescenti e giovani adulti. Troppi sono i corpi freddi di ragazzi su glaciali tavoli di acciaio di lugubri obitori, frutto di un servilismo senza etica verso una fiction televisiva scambiata per scienza.

In assenza di prove convincenti, bisogna attuare una moratoria della vaccinazione nei bambini, ragazzi e giovani; togliere obblighi di qualsivoglia natura, e norme anacronistiche prive di alcun  fondamento scientifico come il Green Pass. È urgente aprire anche ad altre strategie di contrasto alla Covld19, non puntando tutto e solo sui vaccini.

 

Ma purtroppo oggi cosi si è ridotta la Scienza:

Istituto Mario Negri:

“Domanda: ma può un vaccino impedire la circolazione di un virus?

Risposta: sì, ma solo se i vaccinati non contraggono l’infezione e non trasmettono ad altri il virus, qualora vengano contagiati”.

Sostituite il termine vaccino con qualsiasi altra cosa ed il risultato non cambia.

Sembrerebbe ispirata alla logica di un igienista, pseudo virologo di regime, avulso dall’etica medica e dall’empatia umana, che emana circolari discriminatorie anticostituzionali in un ospedale sovvenzionato dai fondi statali.

 

 

 


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