Alessandro Casarin, è la storia vera della Testata Giornalistica Regionale della RAI
Raccontare Alessandro Casarin è raccontare la storia stessa della RAI nelle 21 regioni d’Italia. È far capire ai più giovani cosa sia l’informazione regionale per la TV di Stato, ma è soprattutto la storia personale e professionale di uno degli uomini chiave della televisione italiana di questi ultimi 20 anni.
di Pino Nano
Lunedì 24 Aprile 2023
Roma - 24 apr 2023 (Prima Pagina News)
Raccontare Alessandro Casarin è raccontare la storia stessa della RAI nelle 21 regioni d’Italia. È far capire ai più giovani cosa sia l’informazione regionale per la TV di Stato, ma è soprattutto la storia personale e professionale di uno degli uomini chiave della televisione italiana di questi ultimi 20 anni.

Assunto in RAI a Milano nel 1987 Alessandro Casarin è diventato nei fatti il Direttore più longevo e più amato della Testata Giornalistica Regionale, la mitica TGR italiana, una vera e propria corazzata della comunicazione pubblica, una sorta di portaerei del giornalismo continuamente in rotta verso il pluralismo delle fonti e l’equilibrio delle diverse posizioni.

Di lui dicono in RAI che abbia un doppio record, quello della longevità come Direttore di una Testata Giornalistica, nessuno prima di lui era stato così a lungo alla guida di un TG, e quello della imparzialità più assoluta dell’informazione pubblica nelle 21 redazioni giornalistiche della sua corazzata. Nessuno meglio di lui in realtà ha saputo rispettare in maniera così impeccabile e perfetta le regole della par condicio imposte dall’Osservatorio di Pavia. Mai una contestazione, mai un rilievo, mai una nota di demerito. Io glielo ricordo anche, e lui sorride, lo fa alla sua maniera, quasi disarmante, come se ti dicesse “Ma io che colpa ho se la macchina è quasi perfetta?”.

Nato a Somma Lombardo, in provincia di Varese, nel 1958, Alessandro Casarin inizia l'attività di giornalista nel 1983 presso il quotidiano La Prealpina di Varese, dove rimane per quattro anni. Poi, nel 1987 entra in Rai come redattore presso la sede regionale della Lombardia dove, cinque anni più tardi, viene promosso Capo Servizio nella redazione Politica e Istituzioni. Nel 1997 è Vice Caporedattore e nel 1999 diventa Caporedattore della redazione Attualità.

Una carriera continuamente in crescita, nel silenzio più assoluto dei grandi circuiti della comunicazione, che sembra quasi non si accorgano di lui. Nel 2001, al Tg3, viene nominato Vice Direttore del telegiornale con delega sulle edizioni nazionali. Un anno dopo è Vice Direttore della Testata Giornalistica Regionale, incarico che svolge (con un intervallo nel 2003 come inviato del Tg1) fino al 2009, quando diventa Condirettore della testata con delega all'informazione regionale del Nord Italia. Nel 2012 è nominato Direttore della TGR.

Ma non finisce qui la sua storia professionale. Tra il 2014 e il 2015 entra a far parte della Direzione Staff del Direttore Generale, nell'ambito del nucleo Rai Expo 2015, per seguire le attività connesse all'Agenda Expo. In questa veste svolge un ruolo di primissimo piano per via dell’incarico che gli viene affidato e che lo vuole e lo vede alla guida di uno dei temi più attuali del momento, "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Occasione di incontri di confronti di grande livello istituzionale e anche internazionale. Poi da giugno a ottobre 2015 lo chiamano a fa parte della commissione aziendale per il Concorso Giornalisti, commissione presieduta da Ferruccio De Bortoli, e a febbraio del 2016 viene nominato componente della commissione interna nell'ambito del progetto di mappatura del personale giornalistico. Anche qui un lavoro delicatissimo e di grande rilievo strategico per la storia aziendale. Poi ancora dal maggio 2016 al novembre 2018 è Vicedirettore di Rai News, e questo lo pone di fronte a problemi di comunicazione sovranazionale mai seguiti prima d’ora. Infine, nell'ottobre 2018 assume, inoltre, in via transitoria la responsabilità della Testata Giornalistica Regionale, incarico che nel successivo mese di novembre viene confermato con la nomina a Direttore della suddetta Testata. Come dire? A volte ritornano, ma nel suo caso a buona ragione. Segni particolari: garbatissimo, sempre sorridente, eternamente disponibile, con questo suo modo di parlare e di guardarti che sembra un eterno ragazzo di provincia, in realtà oggi lui è uno degli uomini chiave di Mamma Rai.

-Direttore che effetto le fa essere indicato come il Direttore più longevo di una testata RAI?

Mi fa sentire un po' anziano… Poi ripensando da dove sono partito, dalla provincia del profondo Nord, intendo dire Varese, mi rendo conto che la mia vita è stata una corsa. Dal primo scalino di una scala che mi ha portato a una Direzione Rai, e pensare che il mio sogno era appunto entrare in Rai. Poi i sogni sono diventati tanti.

-Si ricorda il suo primo giorno da Direttore?

Ricordo solo che quando mi arrivò un messaggino dalla seduta ancora in corso del CdA Rai, mi tremarono le gambe. Solo in quel momento capii l’importanza della nomina, una montagna sulle spalle. Invidiavo, onestamente, i Direttori che mi avevano preceduto per la loro serenità. Alberto Maccari mi faceva morire dal ridere quando di fronte a un problema di un collega, gli rispondeva (democristianamente) con una domanda: che te manca? E così sdrammatizzava qualsiasi preoccupazione.

-Chi le comunicò per primo la notizia della sua nomina? (quale DG?)

Ci furono due momenti, gennaio 2012. Il primo: la DG Lorenza Lei, era un sabato sera, mentre guidavo nella nebbia di Milano, mi chiamò al telefonino per comunicarmi che il lunedì successivo avrebbe proposto il mio nome per la Direzione Tgr. La Testata dove sono nato il 9 settembre 1987. Il secondo momento, fu proprio quel lunedì successivo. Al cellulare mi arrivò un sms della Consigliera di amministrazione Giovanna Bianchi Clerici: “sei direttore”.

-Che realtà ha trovato al suo arrivo?

Una realtà che conoscevo molto bene, avendo trascorso tre anni come Condirettore dell’amico Alberto Maccari. Da lui ho imparato, ma ci ho messo un po' di tempo ad applicarmi, la naturalezza con cui affrontare problemi, ostacoli, colleghi con un complesso di superiorità ingiustificato.

-Che realtà vive invece oggi la testata?

E’ una bella squadra, la Direzione che ho composto, per usare un termine coniato da Fidel Confalonieri, c’è una polifonia di caratteri. Ognuno svolge il suo ruolo, la Direzione è come una squadra di calcio: c’è il centravanti, il portiere, il regista…e il panchinaro pronto a scendere in campo in ogni momento.

-La sua è stata la stagione dei concorsi, di cui lei va fiero mi pare?

Guarda, sono stato componente del primo Concorso nella Commissione-De Bortoli. Un lavoro entusiasmante, anche faticoso perché durato sei mesi, ma anche lì ho imparato qualcosa. Dagli esami, dalle risposte, dal comportamento caratteriale degli aspiranti colleghi Rai. Poi, indimenticabili le pause con gli aneddoti di Ferruccio de Bortoli, momenti di storia del giornalismo contemporaneo raccontati dal Direttore del più grande quotidiano italiano. Quando mi nominarono di nuovo Direttore, ottobre 2018 mi mandò un messaggio che conservo: “sarai un grande Direttore”. Detto da De Bortoli…

-Come si gestisce una Testata così diversa e variegata?

Mi riallaccio all’ultima risposta, bisogna vestire ka tuta di allenatore di una squadra di calcio. Poi bisogna conoscere pregi, difetti e caratteristiche dei giornalisti, di tutti non è possibile ma della maggioranza sì. Inoltre, è importante il rapporto con responsabili di redazione, i capi redattori sono i pilastri della Tgr. Infine, Condirettori e Vice Direttori sono una squadra che va in goal se ben amalgamata. La famosa Amalgama che il presidente Massimino voleva acquistare per il suo mitico Catania.

-Si è mai sentito “oppresso” o “controllato” dalla politica?

Va anzitutto chiarito un passaggio che molti fingono di non capire. La Corte Costituzionale ha riconosciuto che per la Rai Servizio Pubblico, l’Editore è il Parlamento. Non a caso esiste la Commissione di Vigilanza e i membri del cda sono eletti, per la maggior parte, da Camera e Senato. L’AD viene indicato dal MEF. Ricordati questi capisaldi legislativi, la Politica non può invadere il campo ma va ricordato che i parlamentari sono rappresentanti degli elettori. Poi, c’è l’articolo 6 del Contratto Giornalistico che dà poteri di autonomia ai Direttori di Testata.

-Ha mai trovato resistenze all’interno dell’Azienda?

Resistenze solo per riconoscimenti economici forse, ma questo e rientrano nella gestione aziendale. È pure finito il tempo, in Italia ma anche nel mondo, del deficit a ruota libera.

-Con lei la TGR è diventata una vera Testata Nazionale, lo sarebbe stato con chiunque?

Lo è diventata negli anni, non con me. Con i servizi Tgr che vediamo nel Tg nazionali, tutti i giorni. Con i nostri giornalisti chiamati e quindi trasferiti alle redazioni nazionali sia Tg sia del Giornale Radio. Infine, alle 7 del mattino abbiamo su Rai3, Buongiorno Italia, che considero il nostro Telegiornale Nazionale. Buongiorno Italia e Buongiorno Regione che segue alle 7.30 sono – per ascolti - il secondo spazio di informazione della Rai, dopo l’Imperatore Fiorello su Rai2.

-Per lei sono stati lunghi anni di lavoro a Roma, quanto pesa tutto questo?

Può sembrare strano, ma l’andata e ritorno Roma-Milano non è pesante, se fai un mestiere che ti piace la fatica non la senti. Non a caso il giornalista è il mestiere più bello del mondo.

-Rispetto a un bilancio così importante, anche esaltante, con chi crede di condividere il successo?

Con me stesso, poi a chi mi sta vicino sia in famiglia sia tra i giornalisti. Ma non parlerei di successo, direi che è il coronamento di decine di anni di lavoro.

-Cosa bolle in pentola per il futuro della Testata che dirige?

Oggi non lo sappiamo, l’Azienda è in continua evoluzione come l’editoria. Nell’ultimo anno, ad esempio, tutte le 25 redazioni regionali sono online. Abbiamo un sito da Aosta a Palermo, il team di Borgo S. Angelo che ha coordinato questa lunga operazione ha fatto un grande lavoro, mi auguro che gli investimenti richiesti trovino una risposta adeguata. Ormai le notizie arrivano e cambiano ogni minuto.

-Direttore, cosa è stato il giornalismo per la sua vita?

Tutto, senza dimenticare gli affetti familiari e l’Inter.


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