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"Attraverso una ricerca artistica che intreccia memoria, spazio e identità, Renzogallo – artista e docente romano di fama internazionale – esplora la complessità dell’esistenza umana con opere che spaziano dalla pittura alla scultura ambientale, guidato da una visione poetica e filosofica che mette in dialogo materia, luce e immaginazione."
"Attraverso una ricerca artistica che intreccia memoria, spazio e identità, Renzogallo – artista e docente romano di fama internazionale – esplora la complessità dell’esistenza umana con opere che spaziano dalla pittura alla scultura ambientale, guidato da una visione poetica e filosofica che mette in dialogo materia, luce e immaginazione."
Renzogallo, artista italiano di fama internazionale e docente, è nato a Roma nel 1943. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma e ha proseguito la sua formazione artistica a Barcellona e Parigi. La sua carriera è stata segnata da numerose esposizioni in gallerie e musei italiani ed esteri, nonché da una intensa attività didattica e di ricerca.
E’ stato docente di Discipline pittoriche al Liceo Artistico di Roma, successivamente all’Accademia di Belle Arti di Perugia e alla facoltà di architettura “Valle Giulia” all’Università “La Sapienza” tenendo corsi e conferenze in diverse università italiane ed estere.
In definitiva, l’arte moderna e contemporanea hanno avuto un impatto significativo sulle sue opere, e Renzogallo ha sviluppato uno stile unico e originale. La sua produzione artistica è a 360 gradi: spazia dalla pittura alla scultura, dall’installazione all’architettura, ed è caratterizzata da una profonda riflessione sulla relazione tra l’arte e lo spazio; Infatti è molto legato alle sue opere ambientali che «vengono progettate in funzione di un luogo e che si relazionano strettamente con questo luogo, da distinguersi con la “land art” che consiste sempre in un’operazione ambientale ma adoperando gli stessi elementi della natura e c’è un’alterazione del paesaggio mentre l’opera ambientale ricostruisce un’idea di paesaggio.
La scultura non è quindi un oggetto esteticamente privilegiato che si inserisce in un ambiente, anzi, viene progettata proprio in funzione di quell’ambiente.» Lo spazio, non essendo solo fisico ma anche mentale (quindi possiede, rispettivamente, una componente materica e una immaginifica) comprende in sé il “concetto di soglia”, ovvero, si alterna tra queste due prospettive apparentemente contraddittorie ma che, in realtà, sono entrambe perfettamente integrate tra di loro entro il concetto stesso di spazio. Lavora molto con il nero poiché «assorbe tutto e contiene tutto.». Quindi rivela l’importanza della tematica della presenza/assenza della luce: «Con la luce vediamo e verifichiamo che le cose sono oggettivamente presenti e possiamo così imprimerle nella nostra memoria per poi mantenerla anche in assenza di luce grazie alla loro presenza immaginata. C’è molto di più. Il nero comprende veramente tutto».
Il nero è strettamente correlato, quindi, con la nostra capacità immaginifica che, attraverso la memoria è in grado di ricostruirla, implementarla e, in un certo senso, di trascenderla. L’immaginazione è molto più ricca della realtà. Queste riflessioni hanno caratterizzato la mostra “Oltre”. Un certo tipo di rosso è un’altra caratteristica fondante alcune opere di Gallo.
Ha dedicato a questa tematica proprio una serie specifica che si chiama “Rosso”: «Il rosso proprio come colore è pieno di valenze: dal positivo (la passione) alla morte e rappresenta una capacità incredibile di comunicazione. Così ricadiamo nel medesimo concetto di ambiguità che caratterizza il nero». «Cerco di indagare la relazione tra l’uomo e il mondo che lo circonda. La vita è preziosa, dobbiamo apprezzarla quotidianamente. Esplorare l’idea di come l’uomo possa influenzare l’ambiente e di come l’ambiente possa influenzare l’uomo: questo è ciò che mi interessa.»
Materia, spazio e obiettivo: è sempre stato affascinato dalla cultura zen da cui si è ispirato per preparare quell’insieme di opere che avrebbero costituito la Mostra “Bersagli”. Nello specifico, in diverse sue opere esplora i temi della memoria e dell’identità nella condizione umana. Utilizza una varietà di materiali e tecniche per creare opere che invitano lo spettatore a riflettere sulla propria esistenza e sulla relazione con il passato, il presente e il futuro. Qual’è la natura della relazione tra l’individuo e il suo passato? E’ custodita nella memoria. La esplora come un’entità che può essere sia cristallina che opaca, rappresentata, per esempio, attraverso l’utilizzo dell’acqua nell’Opera: “La memoria dell’acqua”. L’acqua, con la sua capacità di essere sia trasparente che opaca, rivela così l’effettivo rapporto tra la memoria e l’identità.
La città è un’ulteriore tema che Renzogallo struttura nella sua Opera “L’Ombra delle Idee”, elevandola a significante della condizione umana entro la relazione individuo/società. La città, in quanto complessità e in quanto luogo sia di libertà che di oppressione, narra la cangiante, dinamica e al contempo instabile condizione umana e, di nuovo, sulla relazione tra l’individuo, “memore” del suo passato e la sua identità. Un’altro esempio pertinente, a tal riguardo, lo troviamo proprio nell’Opera “Il Giardino” . Il labirinto, con il suo percorso tortuoso e, per definizione, disorientante, testimonia nuovamente le fatiche della memoria e della sua alquanto controversa identità; Infatti, la memoria stessa su cui si fonda l’identità può farsi sia giardino (nei sui aspetti più rassicuranti) che labirinto (in quelli che, al contrario, non lo sono).
Sarà anche per questo aspetto della sua riflessione che è importante notare che, secondo Renzogallo, nessuna opera di per sé è pienamente e compiutamente rappresentativa della sua intera maturità espressiva e artistica, poiché percepisce ogni sua opera come un singolo e imprescindibile tassello di un ben più ampio bagaglio artistico che non è solo “memore” del suo retaggio, bensì si fa anche “strumento” per una continua evoluzione di Renzogallo nel divenire. Resta dunque facile comprendere che non può identificarsi in una sua opera in particolare: «la mia arte è un percorso continuo di esplorazione, di sperimentazione e di conoscenza»
In sintesi, attraverso le sue opere Renzogallo ci invita a riflettere sulla nostra esistenza e sulla nostra relazione con il tempo. Attraverso la sua esplorazione nella memoria, profondamente embricata entro le maglie del labirinto (e eventualmente) della città, Renzogallo offre allo spettatore una prospettiva unica e profonda sulla natura della realtà sia con l’eroico tentativo di carpirne, finalmente, l’ “essenza” anche dal punto di vista più prettamente “materico”, sia di spingersi oltre “la soglia” della limitata percezione umana.
Nelle immagini: "345° Nord” E' un'opera realizzata nel 2012 presso "L'Olimpo"- Arte-Natura - Villa santamaria (Chieti), "Phoinix" del 2019 . E’ stata realizzata per il Museo Parco "Ktima Gerovassiliou" Epanomi Salonicco (Grecia)