Ambiente: dal Wwf un piano per riqualificare l'Italia (3)
Fondi del Pnrr per 6 aree
(Prima Pagina News)
Martedì 17 Novembre 2020
Roma - 17 nov 2020 (Prima Pagina News)
Fondi del Pnrr per 6 aree
Le Alpi sono una delle 238 ecoregioni importanti per la conservazione della biodiversità nel mondo e la più vasta catena montuosa dell’Europa occidentale, tutelata dall’Europa con la “Convenzione delle Alpi”. Dalle Alpi nasce il Po e lungo l’arco alpino ci sono altri importanti corridoi ecologici fluviali quali il Ticino e il Tagliamento che sfociano nell’Adriatico. Ma le Alpi rientrano di fatto anche dei bacini idrografici di Rodano, Reno e Danubio. La frammentazione ecologica è bassa e ci sono importanti corridoi (oltre ad Alpi-Appennino anche Engadina-Stelvio e Alpi Carniche) per i grandi carnivori e una buona biopermeabilità testimoniata dalla ricolonizzazione del lupo, dello sciacallo dorato e, recentemente, anche della lontra e del castoro.

Il Corridoio Alpi-Appennino, area di contatto tra ecoregione Alpi ed ecoregione Mediterraneo prioritarie su scala globale, vede l’importante presenza del biocorridoio del Ticino che favorisce la interconnessione tra i due sistemi ecologici montani, nonché il corridoio montuoso che passa dai monti liguri e si connette con le Alpi nel Piemonte meridionale e con la Francia provenzale. È un’area fondamentale, oltre che perché area cerniera per studiare i cambiamenti climatici, per il transito della fauna selvatica, in particolare grandi mammiferi, e per la conservazione della flora spontanea (solo nell’area delle Alpi Marittime – Alpi liguri si rinvengono il 55% delle specie censite in Italia).

La Valle del Po è attraversata dal più grande fiume italiano (625 km di lunghezza e 71.000 kmq di bacino idrografico) che bagna 6 regioni del Nord Italia (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) e la Provincia di Trento. Nella fascia di pertinenza fluviale si conservano parzialmente fenomeni geomorfologici propri del dinamismo fluviale che consentono l’esistenza di biocenosi di rilevante interesse naturalistico. L’eccessiva canalizzazione dell’alveo e il consumo del suolo negli ultimi 50 anni hanno causato una notevole perdita di aree di esondazione naturale e a un aumento del rischio idrogeologico, favorito dalla frammentazione degli habitat naturali che comporta la necessità di realizzare una diffusa opera di rinaturalizzazione longitudinale e trasversale. (Segue-4)

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