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A Palazzo Sarcinelli dal 15 ottobre 2025 al 22 marzo 2026.
A Palazzo Sarcinelli dal 15 ottobre 2025 al 22 marzo 2026.
Il 15 ottobre apre al pubblico a Conegliano, negli spazi di Palazzo Sarcinelli, la mostra Banksy e la Street Art, visitabile fino al 22 marzo 2026. Un evento atteso, con 80 opere esposte, che porta in Veneto il racconto di uno dei linguaggi più incisivi, provocatori e amati della contemporaneità. Curata da Daniel Buso, la mostra è organizzata da Artika in collaborazione con Deodato Arte e con il Comune di Conegliano.
Il percorso della mostra è concepito come un viaggio in più capitoli – ribellione, pacifismo, controllo e propaganda, consumismo – che insieme raccontano le anime contrastanti e complementari della Street Art. Ogni sezione non è un compartimento chiuso, ma un frammento di un discorso più ampio: quello di un’arte che, nata ai margini, ha saputo trasformare i muri delle città in specchi del nostro tempo.
Dalla ribellione originaria – che trova voce nei tratti immediati di Keith Haring e nelle provocazioni di Banksy, Blek le Rat e Invader – emerge l’urgenza di affermare la libertà creativa contro ogni forma di controllo. In questo impulso si innestano le prese di posizione dell’arte urbana di fronte ai conflitti armati. Molte opere, infatti, mettono in risalto un’intenzione pacifista e dissacrante capace di ribaltare la retorica bellica, dall’ironia tagliente di Banksy al bacio tra militari di TvBoy.
Non meno attuale è la riflessione sul controllo sociale e la propaganda culturale, che permette agli artisti di mettere a nudo i meccanismi del potere, smontando simboli religiosi e politici per restituirli a una lettura critica. Le reinterpretazioni di Banksy, l’icona sacra decostruita di Blek le Rat e le ossessioni visive di Obey mostrano come l’immagine, da sempre usata per influenzare e persuadere, possa diventare strumento di libertà e consapevolezza.
Un tema che attraversa tutta la mostra è quello del consumismo, inteso come motore pervasivo della società contemporanea. La Street Art lo osserva e lo smaschera con linguaggi diversi: dall’ironia corrosiva di Banksy agli interventi concettuali di Mr. Savethewall, dalle contaminazioni pop di Mr Brainwash fino alle figure dissacranti di TvBoy. Tutti rivelano le contraddizioni di un sistema che trasforma persone, icone e perfino l’arte stessa in prodotti da consumare. È qui che l’arte urbana mostra la sua tensione più viva: nata per sfuggire alle logiche del mercato, oggi rischia di esserne inglobata, trasformandosi a sua volta in oggetto di desiderio e di scambio.
All’interno di questo percorso, la mostra riserva un focus speciale ad alcuni capolavori, fra cui una delle opere uniche più potenti di Banksy: Forgive Us Our Trespassing. Ideata nel 2010 con un gruppo di studenti d’arte di Los Angeles e originariamente realizzata sul muro di una chiesa a Salt Lake City, l’opera ritrae un giovane writer in ginocchio, con le mani giunte in preghiera. Gli occhi del ragazzo sono coperti da una banda scura, simbolo di censura e anonimato. Tra sacro e profano, ribellione e redenzione, Banksy si interroga sul confine sottile tra arte e vandalismo, libertà creativa e necessità di regole. È una preghiera silenziosa che diventa resistenza, un atto fragile e al tempo stesso universale.
Banksy e la Street Art non è dunque soltanto un contenitore di opere d’arte, ma un racconto immersivo sulla potenza di un linguaggio che ha saputo trasformare il muro in uno spazio vivo e necessario. Una mostra che porta a Conegliano un fenomeno globale, capace di parlare a tutte le generazioni e di continuare a interrogare il nostro tempo con immagini che non si limitano a essere viste, ma chiedono di essere ascoltate.