Biden e Zelensky, Rocco Turi: “Qualunque cosa si siano detti in segreto quello che conta sono le immagini”
Per decriptare il viaggio di Zelensky a Washington abbiamo chiesto aiuto ad un grande sociologo italiano, il prof. Rocco Turi, grande esperto di linguaggi televisivi e mediatici, autore fra l’altro di saggi storici che hanno segnato la Prima Repubblica.”Tutto- dice lo studioso- ma non le mani sulle spalle! Il gesto simbolico delle mani e la subalternità…”.
di Rocco Turi
Giovedì 22 Dicembre 2022
Roma - 22 dic 2022 (Prima Pagina News)
Per decriptare il viaggio di Zelensky a Washington abbiamo chiesto aiuto ad un grande sociologo italiano, il prof. Rocco Turi, grande esperto di linguaggi televisivi e mediatici, autore fra l’altro di saggi storici che hanno segnato la Prima Repubblica.”Tutto- dice lo studioso- ma non le mani sulle spalle! Il gesto simbolico delle mani e la subalternità…”.

Il viaggio lampo di Volodymyr Zelensky a Washington può essere decriptato attraverso l’immagine in cui il Presidente americano Biden poggia le sue mani sulle spalle dell’ospite.

Chi ha un minimo di dimestichezza sul valore simbolico dei gesti non potrebbe fare a meno di interpretare la mossa di Joe Biden come imposizione-legittimazione di subalternità. E' un gesto che Biden ripete spesso, forse con il malcelato intendimento di trattare gli ospiti dall’alto della sua età e con uno spirito paterno. Ma tutti sanno che al di sotto di ciò che appare è possibile trovare la causa vera degli atteggiamenti che certi politici assumono di proposito.

Riguardo a Biden, la sua pratica di usare le mani come gesto simbolico si ripete anche nei viaggi all’estero ed allora è evidente che non si tratti di affrontare i suoi interlocutori con lo spirito di chi dispensi amichevoli pacche sulle spalle, ma con preciso intendo di dimostrare una forma di potere simbolico che poi si trasforma in atti concreti. Insomma, l’uso simbolico delle mani fra leader serve a stabilire un rapporto di forza che i protagonisti tendono a consolidare, tranne reagire nel preciso istante, come accaduto fra il Presidente di Cuba Raùl Castro e Barack Obama.

E’ giusto il caso di ricordare la mano del Presidente del Consiglio Draghi sulla spalla di Maurizio Landini, Segretario generale della CGIL, al momento della visita nella sede del sindacato. Cosa nascondesse il gesto di Draghi non era certo un segno di amicizia ma di subalternità di Landini verso il Governo. Qualcuno potrebbe affermare che la CGIL durante il Governo Draghi abbia compiuto azioni di disturbo? Azioni di disturbo piuttosto iniziate immediatamente col Governo Meloni… Ma da Maurizio Landini - considerando la sua storia politica - sarebbe stata invece auspicabile una vera reazione politica come quella di Raùl Castro, in occasione della visita di Barack Obama quando provò a mettere le mani sulle spalle del Presidente cubano.

Chi non ricorda la foto pubblicata sul “The Guardian” nel preciso momento in cui Castro afferrava il braccio di Obama per respingerlo e rimetterlo al posto giusto? Fu occasione divertente, ma ugualmente simbolica nel dimostrare come al di sotto della superficie di ogni gesto c’è sempre qualcosa di indecifrabile che però nel caso di Biden nell’incontro con Zelensky appare del tutto evidente, anche perché il Presidente ucraino resta immobile, quasi sull'attenti.


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