Sarà una partita davvero molto particolare, per Zvinomir Boban, quella di domani, tra la Dinamo Zagabria e il Milan. Domani, infatti, scenderanno in campo per la Champions League le squadre in cui l'attuale dirigente dell'Uefa ha trascorso la sua vita calcistica.
“Il Milan può vincere a Zagabria, la qualità è dalla sua parte. La Dinamo è tosta e venderà cara la pelle: non sarà una partita semplice nemmeno per me, sono le due squadre della mia vita”, ha detto l'ex calciatore al programma di Rai Radio 1 'Radio anch'io - Lo sport'.
Interpellato sulla possibilità che il suo Milan possa tornare a vincere la Coppa, ha risposto: “Ci sono giocatori che valgono la Champions e ruoli da rinforzare, dipende dalle ambizioni societarie, da quanto si vuole investire per arrivare al top. Bisogna pensare in grande, sennò è difficile che il Milan torni quello di una volta”.
Anche la vittoria del secondo scudetto consecutivo non sarà facile, perchè “il Napoli sembra maturo, ha un’atmosfera straordinaria ed è consapevole dei propri mezzi. Gioca un calcio straordinario ed è molto equilibrato. Il Milan ha un grandissimo carattere, la storia e la sua grandezza contano, ma io dico che potrebbe tornare anche l’Inter: se Lukaku ritorna quello di due anni fa può succedere di tutto. La Lazio? Sarri più sta in una squadra e più la fa giocare bene: è bello vedere una Lazio così, è pericolosa ma non credo possa lottare per lo scudetto”.
Dopo aver considerato che, in merito agli arbitri e al Var, “si discute dei pochi grandi errori rimasti, e questo non è intellettualmente onesto”, e che De Ketelaere giocherà con il numero 8 sulla maglia, Boban ha aggiunto che in Qatar “Croazia e Belgio, con tutto il rispetto per Marcco e Canada, sono le favorite del loro girone. Noi abbiamo esperienza e qualità, ma ci manca la grande punta che faccia gol. Il Belgio invece è una grande squadra. Mi aspetto un Mondiale bellissimo, come sempre, e con delle sorprese: giocando alla fine dell’anno, le piccole possono tenere ritmo delle grandi”.
Per quanto riguarda le traversie che affliggono il calcio tricolore, ha concluso, “gli stadi sono imprescindibili, così come i vivai. Il talento italiano è stato ucciso, dopo Pirlo l’Italia non ha più avuto un grandissimo talento. Ci vorranno quindici anni, ma l’Italia è l’unica che un domani potrà avvicinarsi all’Inghilterra di oggi”.
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