Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
"A febbraio potrebbe già esserci l'approvazione in Senato".
"A febbraio potrebbe già esserci l'approvazione in Senato".
"La mia intenzione è non dilatare troppo i tempi, per questo ho dato dei limiti e cioè che ogni gruppo parlamentare può indicare solo due auditi. Voglio solo persone tecniche ed esperte del settore che leggeranno la norma e ci daranno delle indicazioni. Questo ci darà la possibilità di chiudere le audizioni in un mese.
Nessuno si deve permettere di dire che si vuole affossare una legge o che si è ritardata, perché in commissione è arrivata ieri". E' quanto ha detto, ai microfoni del programma di Sky Tg 24 "Timeline", la presidente della commissione Giustizia al Senato, Giulia Bongiorno.
"Io non mai fatto una legge in un'ora, non vedo perché dovrei fare in un'ora una legge così importante. In commissione la legge sarà pronta a gennaio. A febbraio potrebbe già esserci l'approvazione in Senato".
Il libero consenso è "assolutamente condivisibile come principio, ma una legge che lascia troppo spazio alla libera interpretazione del singolo è una legge che rischia di intasare i tribunali e alimentare lo scontro invece di ridurre le violenze
Questa sorta di consenso preliminare, informato e attuale, così come è scritto, lascia lo spazio a vendette personali, da parte di donne e uomini, che senza nessun abuso userebbero una norma vaga per vendette personali che intaserebbero i tribunali".
Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in merito allo stop ai lavori in commissione Giustizia al Senato sul dl Stupro, che contiene la norma sul "libero consenso".
Il ministro ha evidenziato il lavoro della presidente della Commissione, Giulia Bongiorno, "esperta e avvocata di tante donne vittime di violenza e molestia".
Da parte sua, Bongiorno ha escluso un rinvio, ma ha precisato: "La norma va scritta meglio, ci sono margini di miglioramento enormi".
Secondo il Guardasigilli Carlo Nordio, in situazioni come questa, "non puoi affidarti alla emotività di una elaborazione a-tecnica. Devi valutare virgola per virgola, proprio per evitare un domani delle interpretazioni eccentriche".
"Sulla legge sul consenso il rischio è il rovesciamento dell'onere della prova, questo è il dubbio", ha dichiarato la ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, in un'intervista rilasciata ai microfoni del programma di Rai Radio 1 "Ping Pong".
"È meglio prendere più tempo ma approvare una legge convincente - ha proseguito - Quello che è emerso dopo l'approvazione alla Camera è una forte perplessità da ambienti importanti: gli avvocati, l'ex presidente delle Camere Penali Caiazza è stato molto duro su questa legge, anche altri hanno sollevato dei dubbi. Perché la legge si farà, perché già c'è. Nel senso che il consenso già c'è, per fortuna perché è un principio sacrosanto, nella nostra giurisprudenza attraverso le sentenze della Cassazione e questo già da anni".
"Non c'è nessuna retromarcia sul consenso. Semplicemente ogni Camera, ha le sue prerogative, ed è giusto che se il Senato vuole aprire una discussione più approfondita sul testo che gli è arrivato dalla Camera sul consenso, lo può fare", ha proseguito Roccella.
"Tanto più che la cosa - ha detto ancora la ministra - è in carico alla commissione Giustizia, guidata da Giulia Bongiorno e non ci possono essere dubbi sulla sua posizione per quanto riguarda la difesa delle donne dalla violenza. Quindi non è certamente una retromarcia, è semplicemente la necessità ed anche il diritto di approfondire. Si parla sempre dei diritti di ogni Camera a poter esaminare e a approfondire le leggi, quando poi si fa si parla di retromarcia. Retromarcia che non c'è, la legge si farà, semplicemente il Senato ne vuole discutere e forse correggere alcuni punti".
"Non c'è nessun ostruzionismo" da parte dei leghisti, "il consenso già c'è nella nostra giurisprudenza, attraverso le sentenze della Cassazione. Quindi è un principio già in atto. Noi quello che abbiamo voluto è trasferirlo anche nella legge, dichiararlo, ma già è un principio che è attivo nella nostra giurisprudenza", ha precisato la ministra, riaffermando che "la legge si farà. Su questo prendo un impegno anche assolutamente personale".
Secondo Roccella, "il cambio di mentalità parte da tutto. Parte moltissimo, per esempio, da questa legge sul femminicidio. La legge fa costume, la legge fa mentalità, quindi noi intanto facciamo questo, quello che è a disposizione del legislatore: fare le leggi. Poi naturalmente bisogna agire su mille fronti: su quello della sensibilizzazione nelle scuole, delle famiglie, nella sensibilizzazione delle donne in generale, nella capacità di recuperare consapevolezza, spesso, di quello che sta avvenendo".
E a "tutti quelli che parlano del patriarcato, delle motivazioni del femminicidio: ecco, noi adesso abbiamo una legge che ci dice che è diverso uccidere una donna, non che sia più grave o meno grave rispetto a uccidere un uomo, ma è diverso perché proprio affonda le radici in motivazioni particolari e spiega quali sono - ha evidenziato - cioè il dominio, la sopraffazione, l'incapacità di accettare la libertà femminile e dice che le donne vengono uccise in quanto donne. Questo ha una portata culturale importantissima".
"Quello che noi vogliamo fare - ha concluso Roccella - è dare strumenti alle donne per poter uscire da situazioni di violenza, perché oggi sono protagoniste della propria vita, sono forti, ed è quello che stiamo facendo".
APPUNTAMENTI IN AGENDA