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Usufruirà di una borsa lavoro di tre mesi presso un'associazione. Secondo il Tribunale di Sorveglianza di Firenze, potrà rielaborare quanto ha fatto fuori dal carcere.
Usufruirà di una borsa lavoro di tre mesi presso un'associazione. Secondo il Tribunale di Sorveglianza di Firenze, potrà rielaborare quanto ha fatto fuori dal carcere.
E' fuori dal carcere la professoressa di Prato che, nel 2018, ebbe un figlio da un suo alunno, quindicenne all'epoca dei fatti. La donna gli stava dando ripetizioni private di inglese, in vista degli esami di terza media.
I fatti, che hanno avuto una forte attenzione mediatica e scatenato un acceso dibattito, risalgono ad un periodo tra il 2017, quando l'alunno aveva appena 13 anni, al 2019. Nel 2023 era stata condannata a 6 anni e cinque mesi di reclusione, con le accuse di atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore, ed era detenuta in carcere a Sollicciano. La condanna venne confermata anche dalla Cassazione, che la rese definitiva.
A decidere per la scarcerazione è stato il Tribunale di Sorveglianza di Firenze, secondo cui ci sono i presupposti per un provvedimento alternativo alla detenzione. L'insegnante potrà usufruire di una borsa lavoro di tre mesi presso un'associazione, poi verrà assunta in modalità part-time in qualità di operatrice socio-sanitaria da una cooperativa, per svolgere attività di sostegno a pazienti bisognosi, supervisionata dai servizi territoriali.
L'affidamento in prova sarà supervisionato dall'Ufficio per l'esecuzione penale esterna, che darà alla donna tutto il supporto nel percorso di reinserimento.
La svolta è arrivata dopo che, in una prima valutazione nel febbraio di quest'anno, la richiesta di affidamento in prova era stata respinta: il Tribunale aveva evidenziato che la donna tendeva a minimizzare la sua responsabilità. Ora, invece, sembra che la professoressa sia in grado di affrontare una revisione critica dei fatti fuori dal carcere, elemento considerato fondamentale per la sua riabilitazione.
"Siamo soddisfatti della decisione del Tribunale - dichiarano i legali della donna - La nostra assistita ha rispettato tutti i passaggi richiesti e si è sottoposta a un percorso giudiziario e riabilitativo complesso. Ora è pronta a reinserirsi nella società e a ricostruire il rapporto con il figlio".
Iniziando l'affidamento in prova, la donna comincerà un percorso di reinserimento sociale che, se dovesse essere rispettato nei modi e nei tempi previsti, potrebbe portare all'estinzione della pena.