Immagini trasmesse in mondovisione hanno esaltato ancora di più la storia di questa regione, la Calabria, così ancora lontana dal resto del mondo, ma mai come questa volta così dentro il cuore del mondo.
Avete visto il Papa mentre presiedeva la celebrazione a Campo da Graça, nel grande Parco del Tago? Avete visto come era vestito? Avete notato la solennità del suo piviale? Avete visto i cardinali celebranti che con lui erano a Lisbona? Avete visto come erano vestiti i sacerdoti attorno al Papa? Le casule ? I paramenti a festa?
Tutto “Made in Calabria”, lo dico con orgoglio e lo scrivo con la consapevolezza di chi sa bene che raccontare queste cose rischia di sollevare anche il sospetto che si possa trattare di un pezzo che in realtà nasconde pubblicità occulta. Ma non è il nostro caso.
Semmai, questa è la cronistoria di una azienda tutta calabrese, l’Azienda Desta, nata a Catanzaro nel 1982, poi trasferitasi a Settingiano e che oggi è azienda leader nel mondo per l’abbigliamento ecclesiastico e i paramenti sacri, che produce nella piana che sta a ridosso di Catanzaro, tra Lamezia Terme e Germaneto.
Azienda specializzata nella produzione di paramenti sacri e abbigliamento per sacerdoti, che ha la sua sede legale in Calabria a Settingiano, ma che ha i suoi showroom a Roma, uno a Borgo Pio quindi dietro Via della Conciliazione e l’altro alle spalle del Pantheon, ma che oggi è di casa anche negli Stati Uniti d’America, dove di recente uno dei titolari dell’azienda ha incontrato il cardinale Timothy Michael Dolan nella cattedrale di San Patrick proprio per via dei tanti rapporti commerciali che la Desta ha ormai con il mondo cattolico statunitense.
Ma come si fa ad occupare la scena mondiale di un evento come lo è la Giornata Mondiale della Gioventù? Semplice, basta partecipare ad un concorso internazionale, come quello che è stato bandito nei mesi scorsi, dove di solito sono presenti in corsa le aziende leader del settore, provenienti da tutto il mondo, e dove una commissione selezionata dal Patriarcato di Lisbona di altissimo profilo internazionale alla fine stabilisce chi tra i concorrenti che vi partecipano ha il massimo dei requisiti richiesti. Insomma, il top del top. E a vincere la gara ancora una volta è l’azienda di Settingiano, che molto probabilmente rivedremo ancora una volta protagonista al prossimo Giubileo di Roma.
La cosa che più mi colpisce nel cercare di capire come sia potuto accadere che un’azienda di Settingiano abbia di fatto conquistato e monopolizzato l’immagine mondiale della Giornata della Gioventù a Lisbona è la semplicità disarmante, e lo stile rigoroso e garbatissimo, di uno dei titolari della Desta,
Saverio Nisticò, 52 anni, di Catanzaro, ingegnere gestionale con una laurea tradizionale presa all’Università della Calabria, e che oggi insieme al fratello Giuseppe manda avanti il resto della filiera industriale che mamma, Maria Teresa Desta, e papà Raffaele hanno realizzato 35 anni fa in questo che allora era davvero un deserto da rivitalizzare.
“Cosa posso dirle? Viaggio, apertura a culture diverse, gioia collettiva, sono stati questi gli elementi che hanno fatto da filo conduttore alla
Giornata Mondiale di Lisbona, presenti oltre un milione e mezzo di persone provenienti da tutto il mondo. E’ stato per noi un traguardo importante, ma avevamo già vissuto in passato emozioni ed esperienze simili, a partire dal 1997, come i viaggi apostolici in tutto il mondo di
Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, nonché la Giornata Mondiale della Gioventù 2019 a Panama, dove noi eravamo presenti con i nostri prodotti iconici".
- Nelle cose che Saverio Nisticò racconta si coglie il senso della fierezza per ciò che mamma Maria Teresa e papà Raffaele hanno affidato oggi a lui e a suo fratello Giuseppe.“Oggi Desta è un'azienda all'avanguardia dal punto di vista tecnologico e della sostenibilità ambientale, 20 dipendenti, uno più capace dell’altro, ma che unisce alla tecnica, una filosofia ancora artigianale. Dietro ogni scelta estetica dei paramenti della Giornata mondiale della gioventù 2023 c'è un grande lavoro di ideazione, basato sull'interpretazione dei testi sacri e sulla fede. I nostri prodotti nascono nel reparto progettazione dove con l'ausilio di specifici sistemi CAD ne viene studiato lo stile, il design e la qualità, ottimizzando così l'impiego di materie prime al fine di ottenere la competitività dei prezzi e soddisfare ogni esigenza del Cliente”.
Cardinali,sacerdoti, celebranti, diaconi di ogni parte del mondo oggi vestono i loro capi. Un successo internazionale legato soprattutto alla qualità altissima delle maestranze. “La nostra manodopera fa dell'azienda un'industria dal cuore artigianale, ogni prodotto viene realizzato con cura, dalla grande serie al pezzo unico o su misura. Tutte le fasi della nostra produzione sono eseguite all'interno del nostro stabilimento, compresa la creazione di tutti i supporti grafici e pubblicitari. E l'elevata flessibilità nelle produzioni e la possibilità di personalizzare ogni capo ci consente di creare un'infinita gamma di prodotti, collezioni di serie e tutti quei lavori particolari che danno al Cliente il piacere di sentirsi unico.
Una delle tante perle segrete di questa straordinaria famiglia catanzarese è un ricordo personale quasi intimo di Saverio Nisticò che ci riporta al 30 Aprile scorso, a Piazza Kossuth Lajos, a Budapest, dove Papa Francesco presiede la Santa Messa, punto culminante del suo viaggio apostolico in Ungheria, alla presenza delle principali autorità locali e di numerosissimi fedeli.Bene, anche in quella occasione così solenne per il mondo europeo i paramenti indossati dal pontefice e dai concelebranti (sacerdoti e diaconi) sono arrivati dagli stabilimenti di Settingiano.
“Bianco e oro: erano quelli i colori principali dell’allestimento e dei paramenti sacri dei ministranti. Ricordo che in quella occasione importante è stata la collaborazione con la Suora e pittrice ungherese Sr. Fecske Orsolya, membro della Società delle Suore Sociali, che insieme allo staff creativo e stilistico di Desta ha messo a punto, dettaglio dopo dettaglio, l’intera collezione di paramenti su incarico della Conferenza Episcopale Ungherese. “Cristo, nostro futuro” : motto dell’evento, è stata questa l’idea stilistica su cui si impernia il design dei paramenti sacri per la messa ungherese. Ecco perché come elemento decorativo principale della casula del Pontefice è stato scelto un disegno rappresentante il Cristo risorto che appare come un bianco contorno di luce su uno sfondo aureo. Dal suo cuore sgorgano due rivoli, uno rosso e l’altro azzurro: simboli dell’acqua e del sangue che si allargano fino a confluire in un unico fiume. Il celeste del fiume è identico al colore del cielo che appare sopra il Cristo risorto, proprio ad indicare il ponte tra Terra e Cielo che la figura di Cristo crea, ma anche per ricordare l’iconografia della Vergine Maria, grande protagonista della Storia e della Passione di Cristo. L’immagine del fiume è la rievocazione del Danubio, uno dei simboli più significativi dell'Ungheria. Tutta l'impostazione grafica dei paramenti della Messa del 30 aprile infine, rimanda volutamente anche ai simboli del Congresso Eucaristico Internazionale che si è svolto proprio in Ungheria un anno e mezzo fa”.
Una storia di straordinaria eccellenza questa dei Desta, che inizia nel 1980, con tutta l'emozione e la determinazione di una scommessa, la prima di una lunga serie. “Perché negarlo? Le difficoltà sono state tante e i mezzi all’inizio erano scarsi, ma l'estro e la forza della passione hanno avuto la meglio. E’ incominciata così la scalata, tappa dopo tappa. Dopo più di trenta anni, il piccolo laboratorio artigiano di mamma e papà è diventata un'industria. La produzione è aumentata e si è diversificata in diverse categorie di prodotti, tutte realizzate all'interno di un moderno stabilimento , dove oggi trovano occupazione circa 30 addetti qualificati, insieme ad un parco macchine e attrezzature di avanzata tecnologia. Ma guai a dimenticare che senza i nostri fedeli collaboratori e tutti i nostri clienti sparsi per il mondo, forse oggi non avremmo potuto raccontare questa storia. A tutti loro e ai futuri clienti, dobbiamo dire semplicemente grazie”.
Che dirvi oltre? Prossimo appuntamento - ce lo ha ricordato a Lisbona
Papa Francesco- a Seul nel 2027. Speriamo di esserci.
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