Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
Con l’entrata in vigore del Pacchetto ViDA, l’Unione Europea apre una nuova era per l’IVA: la fatturazione elettronica diventa lo standard per tutte le operazioni B2B transfrontaliere entro il 2030. Un passaggio epocale che impone adeguamenti, ma promette efficienza, trasparenza e lotta alle frodi per imprese, PMI e professionisti.
Con l’entrata in vigore del Pacchetto ViDA, l’Unione Europea apre una nuova era per l’IVA: la fatturazione elettronica diventa lo standard per tutte le operazioni B2B transfrontaliere entro il 2030. Un passaggio epocale che impone adeguamenti, ma promette efficienza, trasparenza e lotta alle frodi per imprese, PMI e professionisti.
Via libera definitivo al Pacchetto ViDA. Con la pubblicazione del 25 marzo 2025 nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, Serie L, diventa operativa a tutti gli effetti la riforma destinata a rivoluzionare il sistema dell’IVA nell'Unione Europea. Obiettivi dichiarati: digitalizzare e semplificare gli adempimenti fiscali, migliorare l’efficienza del sistema fiscale europeo e contrastare le frodi. La riforma impatta in maniera importante sull’evoluzione della fatturazione elettronica, destinata a diventare obbligatoria per tutte le operazioni transfrontaliere B2B entro il 2030. Per le piccole e medie imprese, i professionisti e le grandi aziende, l'introduzione delle nuove regole rappresenta non solo una sfida significativa, ma un’opportunità in grado di generare vantaggi. Come già osservato dagli esperti di InfoCert, trust provider tra i più importanti, la fatturazione elettronica consente di minimizzare gli errori e assicura tempi di gestione più rapidi. Ma facciamo il punto.
Fatturazione elettronica UE: la transizione e gli obblighi futuri
Con l’entrata in vigore del Pacchetto ViDA, la transizione verso la fatturazione elettronica diventa un percorso obbligato per tutte le realtà economiche dell’Unione Europea. Il calendario è chiaro: entro il 2030, le operazioni transfrontaliere B2B dovranno essere gestite esclusivamente tramite fatture elettroniche strutturate, conformi agli standard europei. Questo significa che i sistemi tradizionali saranno gradualmente abbandonati, lasciando spazio a processi digitali uniformi. La roadmap prevede una fase di adattamento progressivo, con scadenze intermedie che variano a seconda delle dimensioni aziendali e dei volumi di transazioni. Ad esempio, già dal 2027 alcune categorie di contribuenti potrebbero essere chiamate a rispettare i primi obblighi preliminari.
I primi step
A partire dal 14 aprile 2025, l’applicazione del Pacchetto ViDA introduce alcune novità. Gli Stati membri potranno imporre l’obbligo di fatturazione elettronica per le transazioni nazionali senza richiedere l’autorizzazione preventiva della Commissione Europea, rendendo più agevole l’adozione di normative domestiche. Inoltre, non sarà più necessario il consenso del destinatario per ricevere fatture elettroniche, semplificando i processi. Infine, decade l’obbligo di deroghe per estendere la fatturazione elettronica anche alle operazioni B2C, ampliando il raggio d’azione della digitalizzazione. Per prepararsi, sarà fondamentale, oltre che aggiornare e formare il personale, scegliere un software gestionali per la fatturazione elettronica, un aspetto essenziale su cui pongono l’accento anche gli esperti del settore.
Impatto sulle PMI, le imprese e i professionisti
Per le piccole e medie imprese (PMI), i professionisti e le grandi aziende, il cambiamento porta con sé un mix di sfide e opportunità. Le PMI, spesso meno strutturate tecnologicamente, potrebbero inizialmente percepire l’adeguamento come un onere, soprattutto in termini di costi per l’aggiornamento dei sistemi e la formazione. Tuttavia, come già detto, l’automatizzazione dei processi riduce drasticamente il margine di errore e i tempi di elaborazione, traducendosi in un risparmio a lungo termine. Per i professionisti, come commercialisti e consulenti fiscali, si apre uno scenario di maggiore integrazione con i clienti, grazie a piattaforme digitali che facilitano lo scambio di dati in tempo reale. Le grandi aziende, invece, già abituate a gestire volumi elevati di transazioni, troveranno nel nuovo sistema un alleato per ottimizzare la compliance fiscale e rafforzare i controlli interni. In ogni caso, il messaggio è univoco: anticipare il cambiamento è la chiave per trasformare un obbligo in un vantaggio competitivo.