Gennaro Sangiuliano & Ronald Reagan, il 40°Presidente degli USA raccontato da un grande giornalista RAI
                                                                     Appena fresco di stampa “Reagan/Il Presidente che cambiò la politica americana” (Mondadori Editore) l’ultimo libro di Gennaro Sangiuliano, Direttore del TG2, ha già fatto il giro del mondo. Un saggio pieno di dettagli inediti che Sangiuliano dedica a Ronald Reagan, 40° Presidente degli Stati Uniti d’America, un vero e proprio best seller, che dà del grande giornalista RAI il profilo severo e credibile dello storico internazionale.
di Pino Nano
Martedì 02 Marzo 2021
Roma - 02 mar 2021 (Prima Pagina News)
                                                                     Appena fresco di stampa “Reagan/Il Presidente che cambiò la politica americana” (Mondadori Editore) l’ultimo libro di Gennaro Sangiuliano, Direttore del TG2, ha già fatto il giro del mondo. Un saggio pieno di dettagli inediti che Sangiuliano dedica a Ronald Reagan, 40° Presidente degli Stati Uniti d’America, un vero e proprio best seller, che dà del grande giornalista RAI il profilo severo e credibile dello storico internazionale.
A volte burbero, scontroso, irritabile. Altre volte invece napoletano verace, ironico, avvolgente, e pieno di humor. Ci sono giorni in cui sembra apparentemente sereno con sé stesso e con il mondo che gli gira intorno, altri giorni invece in cui sembra essere stato messo lì, al suo posto, per essere giudice severo incorruttibile e sprezzante di tutto ciò che è vita quotidiana. Non deve essere facile stargli accanto, anche perché ha ritmi di lavoro inimmaginabili.

Dodici-quattordici-ore di filato, ogni giorno per trecentosessantacinque giorni all’anno, non conosce soste, e da anni non sa cosa sia una pausa pranzo o una pizza con gli amici. Da quando Gennaro Sangiuliano è arrivato alla guida del TG2, e ormai c’è da due anni pieni -la sua nomina porta la data del 31 ottobre 2018, su proposta dell'amministratore delegato Fabrizio Salini, succedendo a Ida Colucci- la sola regola che ha imposto ai suoi uomini, è la “qualità assoluta del prodotto finale”.

Che, tradotto in parole più povere, significa “equilibrio assoluto dell’informazione”. “La mia vera fortuna- confessa- è di aver trovato qui al TG2 una squadra di giornalisti e di tecnici di altissimo valore e profilo professionale, con cui ogni giorno condividiamo un prodotto che sentiamo tutto nostro” Guai a sbagliare, comunque.

Equilibrio, par condicio, rispetto assoluto delle minoranze, attenzione estrema per la politica, che non significa asservimento al potere, e dosaggio matematico e maniacale di tutto ciò che va in onda. Ma è questa la regola migliore per chi in RAI ricopre un ruolo di grande visibilità come il suo, e di grande coinvolgimento mediatico come il giornale che dirige.

59 anni ancora da compiere, l’attuale Direttore del TG2, Gennaro Sangiuliano, è senza dubbio, oggi, uno dei giornalisti RAI più seguiti e più apprezzati dal grande circolo mediatico italiano e internazionale. Giornalista opinionista scrittore e saggista, Gennaro Sangiuliano lo è in senso lato davvero, soprattutto per via delle tante esperienze professionali maturate in tutti questi anni sui diversi fronti della comunicazione scritta e parlata, ma anche per via dei tanti saggi storici e politici che portano la sua firma, e che per mesi sono rimasti in vetta alla classifica dei libri di genere più venduti.

Soprattutto le sue biografie storiche, pubblicate tutte dalla Mondadori, da “Putin. Vita di uno zar”, a “Hillary. Vita in una dinasty americana”, da “Trump. Vita di un presidente contro tutti”, a “Il nuovo Mao. Xi Jinping e l'ascesa al potere nella Cina di oggi”, e ultima della serie in ordine di tempo, appena fresca di stampa, “Reagan.

Il presidente che cambiò la politica americana”, non è altro che la vita avventurosa e affascinante del quarantesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, appunto Ronald Reagan. Ma prima ancora, sempre per la Mondadori, di lui erano usciti “Una Repubblica senza Patria-Storie d'Italia dal '43 ad oggi”, scritto a quattro mani con Vittorio Feltri, “Scacco allo zar: 1908-1910: Lenin a Capri, genesi della rivoluzione”, e prima ancora “Giuseppe Prezzolini: l'anarchico conservatore”, con la prefazione di Vittorio Feltri, opera finalista del Premio Acqui Storia.

Indimenticabile invece, almeno per noi cronisti, l’analisi dettagliatissima che nel 2010, in occasione della morte dell'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, Gennaro Sangiuliano pubblicò su Il Giornale, una vera e propria inchiesta esclusiva in cui Sangiuliano ricostruiva l’avallo dato dall’allora presidente Giorgio Napolitano alla richiesta di impeachment nel 1993 dell'ex Capo di Stato Francesco Cossiga, e che in tutto il mondo era ormai conosciuto come il “picconatore d’Italia”.

Fu quella per lui una delle pagine più interessanti della sua carriera di “storico”, allora ancora esordiente, ma era già abbastanza per capire che il giovane cronista aveva già grande dimestichezza con gli archivi di Stato, e aveva soprattutto imparato a dosare i toni della narrazione legata ai grandi segreti istituzionali di quegli anni. Alle spalle Gennaro Sangiuliano ha anche una bellissima carriera accademica. Dopo il liceo classico all’Adolfo Pansini di Napoli, si laurea in Giurisprudenza all'Università Federico II con il massimo dei voti.

Consegue il PhD Dottorato di Ricerca in Diritto ed Economia nella medesima Università con la lode e la pubblicazione della tesi. E qualche anno dopo, chiude il Master in Diritto Privato Europeo con il massimo dei voti, sotto la guida di un grande giurista come il professore Guido Alpa, un nome e una garanzia. Ma porta a casa anche il prestigioso “Diploma IASD” (IASD sta per Istituto Alti Studi per la Difesa), parliamo del più accreditato e riconosciuto Istituto di Formazione della Difesa italiana.

Sarà forse per via del titolo della sua tesi finale, firmata a quattro mani con altri suoi compagni di corso, “Dal mujahidismo ai foreign fighters. Dinamiche, profili, attori e modelli organizzativi del combattentismo tra il XX e XXI secolo”, che in molti si chiesero cosa se ne facesse Gennaro Sangiuliano di un attestato di questo tipo.

Qualcuno in redazione immaginò per lui, nel suo futuro, un probabile incarico di intelligence in una delle Ambasciate italiane sparse per il mondo, ma erano pure illazioni e pura fantasia letteraria.

“In realtà -dice lui- era pura sete di conoscenza personale dei sistemi di difesa internazionali”. Piena di successi anche la sua vita professionale di cronista. Dal 1995 al 1997 dirige i servizi giornalistici dell'emittente televisiva campana "Italia Sette-Canale Otto”, poi dirige l'Opinione del Mezzogiorno, quindicinale di Publimedia, ed entra nella redazione di Economy, periodico considerato da alcuni vicino a De Lorenzo.

Sono gli anni in cui assieme a Ciro Paglia, storico capo redattore de Il Mattino, pubblica il volume "Il paradiso: viaggio nel profondo nord", in risposta al controverso "L'Inferno" di Giorgio Bocca. Nei primi anni '90 lavora a L'Indipendente e poi sbarca alla redazione politica del quotidiano Roma di Napoli, e qui nasce e cresce la sua amicizia con Giuseppe Tatarella uno dei padri storici della Destra italiana. Del Roma diventa direttore dal 1996 al 2001.

Da Napoli a Roma il salto è breve. Diventa prima capo della redazione romana e poi vicedirettore del quotidiano Libero sotto la direzione di Vittorio Feltri, e nel frattempo collabora anche con Il Foglio, L’Espresso e per le pagine culturali de Il Sole24Ore. Tra i suoi maestri ci sono Vittorio Feltri, Lino Iannuzzi e Giuliano Ferrara. Ma il suo vero sogno segreto rimane “mamma RAI”. Dove Gennaro Sangiuliano arriva solo nel 2003. Esordio alla TgR, che era diretta allora da Angela Buttiglione e dal Vicedirettore Vicario Pierluigi Camilli, con la sua prima destinazione alla Sede Rai di Napoli.

Inviato speciale, prima, e Capo Servizio subito dopo. Ma un anno più tardi, nel 2004, lascia la Sede regionale di Napoli e viene trasferito a Roma, all'Agenzia Nazionale della TgR. Qui diventa prima Vice Capo Redattore, nel 2005, e nel 2007 Capo Redattore (2007). Gennaro rimane quindi alla TGR ancora due anni, finchè nel 2009 lascia definitivamente l’Agenzia Nazionale della TGR e passa al Tg1, dove diventa immediatamente Vice Direttore di testata. Nel novembre 2018 viene infine chiamato alla guida del Tg2. 

-Dopo Trump e i Clinton tocca ora a Ronald Reagan. Direttore come nasce questo suo progetto? E perché, ancora un libro sulla grande storia americana?

«Gli americani ci hanno portato la democrazia. Dall’epoca del saggio di Alexis de Tocqueville ci misuriamo con questo grande paese, amore e critica per intere generazioni. Piaccia o meno, gli Stati Uniti sono l’universo che più ci ha influenzato con la sua musica, il cinema, le tendenze artistiche. Quella di Reagan è una storia americana, dalla nascita in un piccolo centro dell’Illinois, nel profondo Midwest, fino alla Casa Bianca, passando per Hollywood. Il tratto umano di questa vicenda meritava assolutamente di essere raccontato».

-Da uno come lei ci si aspettava forse molto di più una biografia sui Kennedy…

«Kennedy è stato fin troppo indagato e celebrato. Ricordo la bella biografia scritta dal collega Rai Gianni Bisiach».

-Chiuso il racconto di Reagan, cos’altro ci dovremo aspettare? Quale sarà il suo prossimo progetto editoriale?

«Sono crociano e affermo il valore delle Storie, che è sempre un fatto contemporaneo, nel senso che dallo studio del passato possiamo trarre insegnamenti per il presente. I leader contemporanei, che assumono decisioni capaci di influenzare le nostre vite, hanno alle spalle una storia».

-Direttore, 20 anni di RAI, poco ci manca: qual è stato il momento più bello di questa sua avventura professionale e aziendale?

«Sono tanti. Ma ricorderei quando dopo un servizio di Lino Lombardi trasmesso dal Tg2 su un clochard che viveva sotto i ponti del Tevere, un benefattore gli ha offerto una dimora».

-C’è qualcosa che non rifarebbe?

«Sono un feroce critico di me stesso. La sera ci sono almeno tre cose sulle quali mi soffermo a pensare. Ma le cose importanti le rifarei tutte».

-Se le offrissero la possibilità di tornare alla carta stampata, alle dipendenze in un grande giornale, lascerebbe la televisione per questa nuova esperienza?

«Spero di concludere il mio percorso professionale in Rai. Magari una volta in pensione fonderei un giornale on line».

-Qual è la cosa di cui, come direttore del TG2, va più fiero?

«Che diamo voce alle “verità nascoste”».

-Che ricordi ha del suo passaggio alla TGR di Angela Buttiglione?

«Angela Buttiglione è una grande professionista, antesignana delle donne giornaliste, per me un esemplare direttore. Quella alla TGR è stata un’esperienza formativa di grande valore che mi ha introdotto bene in Rai e mi ha fatto comprendere il valore del servizio pubblico».

-Il ricordo più bello che ha invece del TG1? Magari anche il nome di un direttore o di un collega?

«Il ricordo di uno straordinario collega come Vincenzo Mollica con il quale ho creato e continuo ad aver un rapporto splendido».

-Qual è la parte più difficile nella fattura di un giornale politico di grande ascolto come il TG2?

«La capacità di far entrare tutte le notizie in un arco temporale di 25 minuti, facendo le scelte giuste».

-Se dopo il TG2 le proponessero un programma di intrattenimento, magari dal taglio politico-economico, lo farebbe o si prenderebbe un anno sabbatico?

«Non credo, mi piace il giornale e la sua fattura quotidiana».

-Da più tempo la si vede sempre più presente nello studio di TG2Post, accanto a Manuela Moreno: è una scelta editoriale precisa, o è invece il desiderio di restare ogni giorno sempre più sul pezzo e sull’attualità del momento?

«Solo quando ci sono fatti di grande rilevanza».

-Lei ha già in casa una moglie che fa la giornalista, ma se un giorno anche suo figlio, o uno dei suoi studenti nelle Università dove insegna giornalismo, dovesse chiederle di voler fare il giornalista cosa gli direbbe, e soprattutto cosa gli consiglierebbe?

«Lo esorterei a fare il medico, o il chimico, o il fisico. Ma penso che la professione avrà sempre un grande valore nella mediazione e nella verifica della notizia».

Grazie Direttore. E naturalmente, in bocca al lupo.

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