Giornalisti e opinione pubblica rischiano di perdersi dietro vicende ad effetto, come la deprecabile storia del bonus 600 euro

Richiesti da chi non ne aveva bisogno e perdono di vista temi molto più impegnativi da un punto di vista politico ed etico.

di Giorgio Riondino
Martedì 18 Agosto 2020
Roma - 18 ago 2020 (Prima Pagina News)

Richiesti da chi non ne aveva bisogno e perdono di vista temi molto più impegnativi da un punto di vista politico ed etico.

I giornalisti, come tutti, più o meno consapevolmente, si rendono spesso complici della stupidità pubblica e tendono sempre al titolo "ad effetto", che evita di esporre ed approfondire i veri problemi del Paese e di ognuno di noi. Una volta il titolo di agosto era "Sub aspirato da un Canadair in rifornimento e gettato sull' incendio insieme all' acqua".

Inutile dire e ripetere, per anni, ogni volta, che i Canadair non possono aspirare altro che acqua durante le planate di rifornimento sul mare o sui laghi, mai e poi mai una persona: il titolo "tiene" la pagina per due o tre giorni e i lettori sono ben lieti di commentare. Quest'anno l'imbeccata l'ha data l'INPS,non il suo Presidente, che non riesce a mascherare una gestione che sempre più fa rimpiangere quella seria di un uomo preparato come Tito Boeri.

Ed ecco che si apre l'enorme scandalo dei cinque deputati che hanno preso il bonus Covid per le partite IVA, cosa che hanno fatto anche Consiglieri regionali e locali. Riprovevole, eticamente condannabile, ma non sta qui la questione morale. Avvilente anche, a mio parere,l'accanimento con cui Luca Telese e David Parenzo ed altri ospiti della loro trasmissione si sono lanciati, alcune sere fa, contro un consigliere comunale di Firenze, benestante, che ha "girato" i 600 euro ad una ONLUS.

" Ha fatto beneficenza - continuava ad urlare un ospite - con i soldi nostri!". Mi torna in mente l'allora Presidente della Repubblica O.L. Scàlfaro che riceveva 100 milioni di lire al mese, ma li usava per beneficenza. Un po' di strepito, richieste formali di dimissioni e tutto fu messo a tacere: troppo comodo mantenere quel presidente al Quirinale. Ora fa comodo fare gazzarra.

Si richiama la Costituzione, si mette alla berlina l' intera classe politica, ma ci si dimentica che la gran parte dei consiglieri comunali riceve un compenso poco più che simbolico , spesso lavora con partita IVA e ha , legalmente e moralmente, diritto ad usufruire delle agevolazioni previste dalle leggi dello Stato.

Altri sono i temi degni di attenzione per porre una vera "questione morale". Mi limiterò ad elencarne alcuni, promettendomi di approfondirli in seguito e sperando che colleghi ben più autorevoli seguano questi modesti suggerimenti. Primo tema: la decisione del PD di sostenere , dopo essersi impegnato diversamente con i suoi elettori,la riduzione del numero dei Parlamentari; Parigi val bene una Messa e la primogenitura si vende per un piatto di lenticchie, ma cosa c'è di più esecrabile?

Vedremo il PD piangere lacrime di coccodrillo quando il referendum avrà confermato lo scempio della rappresentatività ? Secondo : i 5 stelle hanno fondato il loro successo elettorale sull' anti governo, sull'anti casta, sulla volontà di non collaborare con i partiti tradizionali, sulla "doverosa" necessità di abbattere i politici di professione, non consentendo di espletare un mandato elettivo per più di due volte. Vuote parole.

Arrivati al dunque nessuno di loro vuole lasciare i benefici ( per se stessi, non per gli elettori) raggiunti. Ed ecco che le alleanze, il terzo mandato elettivo ( ma poi perchè no un quarto o un quinto) non sono più un tabù: il maggior tradimento di un impegno preso con gli elettori, non è tema da questione morale ben più grave dei 600 euro di rimborso? Terzo: quale etica mostra la Corte Costituzionale quando i suoi membri ( non parliamo di quanti lì lavorano a supporto) sommano prebende che fanno lievitare i guadagni dei Giudici a livelli spesso astronomici, con benefici aggiuntivi non sempre palesi?

Una carica, quella di Giudice Costituzionale,che dovrebbe certamente godere di una giusta ed alta remunerazione, ma che dovrebbe avere come prima motivazione quella dell'onore di servire il Paese al massimo livello. Quarto: la retribuzione dei vertici delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia.

A tutti costoro viene corrisposto, oltre allo stipendio, una notevolissima indennità di carica, che non cessa con il decadere dall'incarico ed è pensionabile, con effetti logicamente anche sulla liquidazione. Il mantenimento di questa indennità anche quando non si ricopre più l'incarico che l'ha motivata è corretta da un punto di vista legale (ma lo sono anche i 600 euro), ma non certo da un punto di vista etico! Quinto: la Magistratura. Qui è come sparare sul pianista. Dovunque guardi c'è da spaventarsi.

Dalle carriere "aperte", per cui si raggiungono praticamente per età i massimi livelli possibili, senza neppure dover svolgere le relative funzioni. Quanti sono, per esempio,i magistrati di Cassazione e quanti effettivamente ricoprono quelle funzioni in Cassazione? Perché i magistrati, ordinari ed amministrativi, se svolgono funzioni diverse presso i vari Ministeri o altrove ( Capo di Gabinetto, Capo ufficio legislativo,Consigliere...) devono godere di indennità supplementari , in genere ricche, quando già percepiscono uno stipendio per lavorare per lo Stato?

Mi fermo qui per non aprire i temi del CSM, della separazione delle carriere, delle forze di polizia a disposizione dei magistrati inquirenti... Quinto :L' indennità di risultato attribuita ai dirigenti della Pubblica Amministrazione, nazionale, regionale e locale ( e della quale anch'io ho beneficiato a suo tempo). Ha senso? Lo Stato non è un'industria privata che premia i migliori venditori o simili. I dirigenti pubblici vengono assunti per svolgere una funzione e si assegna loro un incarico.

Il risultato lo devono raggiungere, altrimenti vanno licenziati, non "premiati" con ulteriori generose e dispendiose elargizioni di denaro pubblico. Sesto: i Deputati, nazionali e regionali. Il problema non è quello della retribuzione ( e della riduzione di quelli nazionali per " risparmiare", una barzelletta!), ma quello di tutti i benefici che vengono aggiunti alla retribuzione e sui quali spesso non c'è chiarezza.

Dalle indennità di presenza ( sono già pagati per essere presenti!), alle dotazioni, ai "portaborse", ai rimborsi di spesa, alla continuità pensionistica che in alcune Regioni sembra andare al di là del coniuge superstite...fino ai figli.

Mi viene in mente Suor Flaminia, una vita spesa in terra di missione e per il suo Ordine.

Da laica, zia Pia, sorella di mio padre, che ci ha lasciati nel 2006, a 91 anni, con 64 di professione religiosa. Era nubile ( in realtà sposata al Cristo) e quindi ha usufruito sin quasi alla fine della vita dei biglietti gratuiti o scontati sui treni delle Ferrovie dello Stato, perché il padre, mio nonno, morto precocemente nel 1928, era stato impiegato delle ferrovie!

Mi auguro che zia e nonno non me ne vogliano per questa citazione che potrebbe sembrare irriverente, se non fosse riferita a quanto scritto sopra.

Quanti temi affascinanti per giornalisti che vogliono essere tali.

Quanta scarsità di etica nel Paese.


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