I 100 anni dell’Eparchia di Lungro, solenne manifestazione in Vaticano con la Principessa Maria Elettra Marconi

Un evento storico presso la sala Guglielmo Marconi della Radio Vaticana.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 20 Febbraio 2019
Roma - 20 feb 2019 (Prima Pagina News)

Un evento storico presso la sala Guglielmo Marconi della Radio Vaticana.

I 100 anni dell’Eparchia di Lungro, solenne manifestazione in Vaticano con la Principessa Maria Elettra Marconi
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Un evento storico presso la sala Guglielmo Marconi della Radio Vaticana , per il popolo albanese che vive ormai in Italia da secoli, e che il Grande Eparca di Lungro, Mons. Donato Oliverio, ha voluto consacrare in forma solenne e ufficiale con la presentazione di un francobollo commemorativo emesso dall’Ufficio Filatelico delle Poste Vaticane.

La manifestazione in Vaticano anticipa solo di qualche mese la prossima Udienza Speciale concessa dal Santo Padre, Papa Francesco, a maggio nell’Aula San paolo VI, alle Comunità dell’Eparchia di Lungro e che quest’anno compie esattamente cento anni di vita e di impegno ecclesiale al servizio di questo popolo.

Una manifestazione  che rimarrà nel ricordo dei presenti come una cerimonia ricca di significati simbolici e altamente spirituali, e che il Grande Eparca di Lungro, con il suo carisma e la sua immensa cultura, ha voluto aprire e concludere nel ricordo di Guglielmo Marconi, rendendo onore e merito alla figlia Principessa Maria Elettra Marconi (in alto nella foto di Maurizio Riccardi alla sinistra dell’Eparca) che per l’occasione è arrivata in vaticana puntuale ed elegantissima come sempre. A fare gli onori di casa uno dei figli più illustri della terra d’Arberia, Nicola Barone, influente e autorevolissimo Presidente di Telecom San Marino, ma qui soprattutto in veste di allievo prediletto e seguace fedelissimo del Grande Eparca Mons. Donato Oliverio.

“E’ esattamente il 13 febbraio 2019 – dice l’Eparca di Lungro- che l’Eparchia ha dato inizio al programma celebrativo del centesimo anno dalla istituzione. L’Eparchia è stata infatti istituita il 13 febbraio 1919 da Papa Benedetto XV con la Costituzione Apostolica Catholici fideles graeci ritus. L’anno del centenario è iniziato con il rendimento di grazie e la lode a Dio, dal Quale viene ogni Provvidenza, con la celebrazione della solenne Divina Liturgia, nella Cattedrale di Lungro, presieduta dal sottoscritto, nella sua qualità di Vescovo di Lungro.

Hanno partecipato il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il Cardinale albanese Ernest Simoni, unico sacerdote superstite della persecuzione ateista in Albania, gli Arcivescovi e i Vescovi della Conferenza Episcopale Calabra, Vescovi provenienti da varie Regioni Italiane e dall’Albania, dalla Grecia, dal Kossovo, dall’Ungheria.Ma ha assistito alla celebrazione anche il Presidente della Repubblica d’Albania, onorevole Ilir Meta, con le Ambasciatrici dell’Albania presso lo Stato Italiano e presso la Santa Sede. Ma c’è di più, hanno partecipato, inoltre, tutti i Presbiteri dell’Eparchia di Lungro, numerosissimi presbiteri provenienti dalle Diocesi calabresi, i Sindaci dei Paesi Italo – Albanesi e i rappresentanti delle Autorità civili e militari del territorio e una marea di fedeli provenienti dai Paesi dell’Eparchia e da varie Diocesi della Calabria, un popolo in fuga che ha ritrovato qui nella nostra cattedrale calabrese il punto più alto della propria conversione cristiana”.

Da qui la storia di questi secoli. “L’Eparchia di Lungro è stata istituita dalla Santa Sede in risposta alle richieste e alle attese dei discendenti del condottiero albanese ed eroe europeo Giorgio Castriota Skanderbeg, a suo tempo insignito del titolo di “Atleta di Cristo”, per l’impegno profuso, dal 1443 al 1468, con i suoi valorosi soldati, nella difesa della libertà e dell’autodeterminazione del proprio popolo e della cristianità europea. L’esodo degli Albanesi nel Meridione Italiano avvenne nei secoli XV-XVIII, dopo il Concilio di Firenze del 1439, la caduta di Costantinopoli nel 1453 e la morte di Skanderbeg nel 1468.

I poveri profughi dovettero dolorosamente abbandonare la Madre Patria, per poter rimanere in vita, liberi e cristiani; nel doloroso viaggio poterono portare con loro poche cose, le meno pesanti, le più preziose, quelle incancellabili: i ricordi, la lingua, la fede cristiana, vissuta secondo il rito bizantino. Nel suolo patrio lasciavano dolore, vuoto e desolazione. Tale prezioso patrimonio è tuttora custodito e sono ubicate in paesi sparsi, a macchia di leopardo, sul territorio di quattro Diocesi della Calabria: Cassano all’Jonio, San Marco Argentano-Scalea, Rossano-Cariati e Cosenza-Bisignano e di altre quattro Diocesi al di fuori della regione Calabria: Tursi-Lagonegro, Bari-Bitonto, Lecce, Pescara-Penne”.

E sotto gli occhi entusiastici di tutti mons. Oliverio ricorda come “Nell’Eparchia si vive e si osserva, con pienezza di comunione ecclesiale con la Sede di Pietro, la tradizione bizantina con il suo ricco patrimonio liturgico, cerimoniale, iconografico, teologico, spirituale, melurgico.

Nel vissuto di ogni giorno, gli Arbereshe – Italo-Albanesi –, per strada e in famiglia, parlano due lingue, l’italiano imparato a scuola e la lingua arbëreshe, imparata succhiando il latte dal seno materno; nelle Chiese, durante le ufficiature liturgiche, si prega e si canta in greco e in albanese, custodendo viva la memoria degli Antenati e ringraziando Dio per coloro che, nel tempo della Provvidenza, li hanno fraternamente accolti, ospitati e favorito la loro integrazione.

La presenza delle Comunità arbëreshe testimonia un magnifico esempio di integrazione perfettamente riuscita, in ogni ambito e contesto del territorio e si offre, ai nostri giorni, come documento storico di una possibile pacifica convivenza tra persone di lingue, culture e tradizioni diverse che, se condivise pacificamente, come nel caso nostro, possono contaminare e arricchire, umanamente e culturalmente, territori e persone.

In occasione del Centenario è stato pubblicato un sussidio dal titolo “Eparchia di Lungro, una piccola diocesi cattolica bizantina per i fedeli italo-albanesi precursori del moderno ecumenismo”; il lavoro in appena 96 pagine, corredate di 260 foto, partendo dalla venuta degli arbëreshë nel XV secolo e scorrendo agilmente nel tempo presenta lo stato attuale dell’Eparchia di Lungro e ciascuna delle 30 comunità parrocchiali che ne fanno parte”.

Meravigliosa testimonianza di fede questa resa dal Grande Eparca di Lungro che alla fine della manifestazione riserva un grazie speciale a Elettra Marconi, per tutto ciò che la sua famiglia e la sua dinastia ha rappresentato per la storia dell’Italia nel mondo, e poi al Direttore della Sede Rai della Calabria, Demetrio Crucitti, che ha fatto del culto e della difesa delle minoranze linguistiche il suo mantra e la sua missione speciale, lui oggi qui a Roma in rappresentanza di una grande Azienda che non ha mai dimenticato gli ultimi e che si è sempre battuta per la difesa delle minoranze.

“Voglio qui rendere testimonianza della grande sensibilità e costante vicinanza della sede RAI Calabria all’Eparchia e al mondo Italo – Albanese- dice l’Eparca- e a cui chiedo altresì di attivare ogni possibile attenzione per divulgare, non tanto e non solo le notizie relative al centenario ma, attraverso esse, il miracolo di questa significativa nostra presenza nel Meridione Italiano, di una minoranza linguistica, culturale, religiosa che da sei secoli si è perfettamente integrata ma non omologata, che è di piena cittadinanza italiana e, quindi, soggetto di diritti costituzionali e legislativi, anche relativamente ai servizi televisivi, e che contribuisce con la sua presenza ad arricchire ed abbellire il meraviglioso patrimonio della nostra Italia.

Confido in un benevolo accoglimento della presente e spero vivamente che possano giungere proposte operative a riguardo. Mi valgo dell’occasione per porgere cordiali saluti e auguri di buon lavoro, ed elargisco a ciascuno di Voi, ai propri familiari, a tutti gli operatori della RAI, la benedizione che viene dall’Alto ed è portatrice di pace e di serenità”. Per la Rai non poteva esserci riconoscimento più autorevole e importante di questo. B.N.


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