I RICORDI DI PPN: 41 anni fa veniva assassinato Piersanti Mattarella, emblema della lotta alla mafia
A Palermo  il 6 gennaio del 1980.
(Prima Pagina News)
Mercoledì 06 Gennaio 2021
Roma - 06 gen 2021 (Prima Pagina News)
A Palermo  il 6 gennaio del 1980.
I RICORDI DI PPN: 41 anni fa veniva assassinato Piersanti Mattarella, emblema della lotta alla mafia
Guarda la fotogallery
Quarantuno anni fa moriva assassinato da Cosa nostra durante il mandato di presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, fratello del nostro Capo dello Stato.

La mattina di domenica 6 gennaio 1980, in Via della Libertà a Palermo, non appena Piersanti Mattarella entrò in una Fiat 132 insieme alla moglie, ai due figli e alla suocera per andare a messa, un sicario si avvicinò al finestrino e lo freddò a colpi di pistola.

In seguito alla sua morte, il vice presidente, il socialista Gaetano Giuliano, guidò la giunta regionale fino al termine della legislatura, avvenuta cinque mesi dopo.

Nel luogo dove è avvenuto l'omicidio è stata posta una targa in suo ricordo. Inizialmente fu considerato un attentato terroristico, poiché subito dopo il delitto arrivarono rivendicazioni da parte di un sedicente gruppo neofascista.

Pur nel disorientamento del momento, il delitto apparve anomalo per le sue modalità, portando il giorno stesso lo scrittore Leonardo Sciascia ad alludere a "confortevoli ipotesi" che avrebbero potuto ricondurre l'omicidio alla mafia siciliana.

Piersanti, secondogenito di  Bernardo Mattarell, uomo politico della Democrazioa Cristiana, e Maria Buccellato, venne battezzato dal  padrino Pietro Mignosi, nella  chiesa di Sant'Antonio di Padova a Castellammare del Golfo, con cui il padre aveva un rapporto profondo.

 Nel 1941 nacque il fratello minore Sergio, divenuto in seguito, il 3 febbraio 2015, Presidente della Repubblica.

Crebbe con istruzione religiosa, studiando a Roma al San Leone Magno, dei Fratelli maristi.

Dopo l'attività nell' Azione Cattolica (associazione in cui ricoprì anche incarichi nazionali), si dedicò alla carriera politica nella Democrazia Cristiana avendo fra i suoi ispiratori Giorgio La Pira e avvicinandosi allacorrente politica di Aldo Moro. Divenne assistente ordinario di diritto privato all'Università di Palermo.

Aveva due figli: Maria e Bernardo. Quest'ultimo è stato deputato all'Assemblea regionale siciliana nel corso della XIV e della XV legislatura: dal 2006 al 2012.

Poco dopo l'omicidio di Peppino Impastato, conduttore radiofonico candidato sindaco a Cinisi per Democrazia Proletaria, avvenuto per ordine di Tano Badalamenti, Mattarella si recò nella città per la campagna elettorale comunale pronunciando un durissimo discorso contro Cosa nostra che stupì gli stessi sostenitori di Impastato.

Rappresentò una chiara scelta di campo il suo atteggiamento alla Conferenza regionale dell'agricoltura, tenuta a Villa Igiea la prima settimana di febbraio del 1979.

Il deputato Pio La Torre, presente in quanto responsabile nazionale dell'ufficio agrario del Partito Comunista Italiano (sarebbe divenuto dopo qualche mese segretario regionale dello stesso partito) attaccò con furore l'Assessorato dell'agricoltura, denunciandolo come centro della corruzione regionale e additando lo stesso assessore come colluso con la delinquenza regionale.

Mentre tutti attendevano che il presidente della Regione difendesse vigorosamente il proprio assessore, Giuseppe Aleppo, Mattarella riconobbe pienamente la necessità di correttezza e legalità nella gestione dei contributi agricoli regionali.


Sfidando il clima imposto, un solo periodico, Terra e Vita, pubblicò il resoconto, sottolineando come fosse generale lo sconcerto e come fosse comune la percezione che quel giorno, a Palermo, si fosse aperto un confronto che non avrebbe potuto non conoscere eventi drammatici. Un senatore comunista e il presidente democristiano della regione si erano, di fatto, esposti alle pesanti reazioni della mafia.

Il mese successivo comunque Mattarella confermò Aleppo alla guida dell'assessorato.

Il Procuratore Gian Carlo Caselli, in un'intervista a Repubblica del 12 agosto 1997, ha affermato: “Piersanti Mattarella un democristiano onesto e coraggioso ucciso proprio perché onesto e coraggioso”.

Il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, nel libro Per non morire di mafia, ha scritto che Piersanti Mattarella «stava provando a realizzare un nuovo progetto politico-amministrativo, un'autentica rivoluzione.

La sua politica di radicale moralizzazione della vita pubblica, secondo lo slogan che la Sicilia doveva mostrarsi 'con le carte in regola', aveva turbato il sistema degli appalti pubblici con gesti clamorosi, mai attuati nell'isola

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

Piersanti Mattarella
PPN
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU