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Il 62% dei manager crede che i loro dipendenti non siano capaci di comprendere le minacce legate all'Ia.
Il 62% dei manager crede che i loro dipendenti non siano capaci di comprendere le minacce legate all'Ia.
Più della metà delle aziende italiane non è preparata contro le minacce informatiche correlate all'Intelligenza Artificiale: il 51% si aspetta possibili interruzioni delle loro attività entro i prossimi 12-24 mesi, a causa di un incidente dovuto alla mancanza di competenze specifiche sui software di Ia e sulle nuove minacce portate avanti dai criminali.
E' quanto emerge dal report Cybersecurity Readiness Index 2025, stilato dagli esperti di Cisco Systems, che delinea un quadro generale sulla maturità delle imprese nel settore della sicurezza informatica.
Secondo gli esperti, soltanto il 4% delle organizzazioni globali è pronto a fronteggiare i rischi legati al mondo digitale, in aumento di un punto percentuale rispetto allo scorso anno (3%).
In Italia, il 62% dei manager crede che i loro dipendenti non siano capaci di comprendere le minacce legate all'Ia, incluse le tecniche d'attacco più sofisticate per l'accesso non autorizzato ai sistemi e le campagne hacker sempre più verosimili, che riescono a mimare i colleghi di lavoro, nel tentativo di rubare, tramite email, dati e informazioni sensibili.
In questo contesto sta emergendo l'utilizzo dei deepfake, contenuti audio-video costruiti con l'Ia per raggirare le persone tramite riferimenti vocali e visivi.
"L'intelligenza artificiale sta ridefinendo in modo profondo il panorama della cybersecurity", ha dichiarato Renzo Ghizzoni, country leader sales security di Cisco Italia. "I dati della ricerca evidenziano un grande potenziale, ma allo stesso tempo mettono in luce i rischi crescenti. Bisogna investire in modo più mirato nella sicurezza".
Proprio la mancanza di figure competenti è una criticità del sistema di cybersecurity nazionale. Secondo Cisco, l'83% delle organizzazioni italiane intervistate ritiene che la carenza di professionisti qualificati sia una sfida cruciale, e oltre la metà di queste ha riferito di avere aperto oltre dieci posizioni lavorative.
Nonostante questo, l'intelligenza artificiale ha un ruolo di primo piano nella cybersecurity italiana: il 77% delle organizzazioni la usa per il rilevamento, il 60% per reagire agli attacchi e il 62% per ripristinare i sistemi.
Il problema è che non mancano solo figure tecniche: c'è carenza anche di conoscitori basilari dei software di Ia, del funzionamento delle piattaforme e delle applicazioni di intelligenza artificiale, di chi sa quali tra questi strumenti possono essere utilizzati e se siano sicuri o meno per condividere informazioni sensibili.
Basta un dato su tutti: l'80% dei responsabili di sicurezza delle imprese non conosce le interazioni dei dipendenti con gli strumenti di Ia. Inoltre, in Italia il 68% delle aziende ha dubbi sulla capacità di rilevare quando i dipendenti usano strumenti di Ia non regolamentati mentre sono al lavoro. Questo fenomeno è conosciuto come "Ia ombra" e aumenta i rischi per la cybersicurezza e la riservatezza dei dati.
Per quanto riguarda il futuro, il 66% degli italiani intervistati crede che le minacce esterne (malintenzionati o gruppi finanziati da altri Stati) siano un rischio maggiore rispetto agli incidenti interni (34%). Un altro motivo valido per adottare strategie difensive integrate e semplificate.