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Cinquanta tappe sul Truck Della Salute per aumentare gli screening e la medicina di prossimità.
Cinquanta tappe sul Truck Della Salute per aumentare gli screening e la medicina di prossimità.
Presentato oggi il piano di promozione della salute “La prevenzione sotto casa”, un’iniziativa che integra lo screening oncologico e la medicina di prossimità tramite l’utilizzo di una unità mobile, che nei prossimi mesi sarà impiegata costantemente nei sei distretti della ASL Roma 1. Presenti il Direttore Generale della ASL Roma 1 Giuseppe Quinavalle, il Delegato del Sindaco Monica Moriconi, il Prof. Massimo Andreoni, il Direttore del SISP ASL Roma 1 Enrico Di Rosa, il Direttore del Dipartimento delle Professioni Sanitarie, Carlo Turci, il Dott. Gennaro Cerone, Dirigente medico in Staff alla Direzione Generale, il Presidente del Municipio XIV di Roma Capitale Marco Della Porta, oltre agli operatori sanitari e alle associazioni territoriali.
Si tratta di un vero progetto di comunità, realizzato attraverso il Dipartimento di Epidemiologia, il Dipartimento di Prevenzione, il Dipartimento delle Professioni Sanitarie e Sociali e i Distretti Sanitari, con il contributo dei Municipi 1, 2, 3, 13, 14, 15.
La Prevenzione sotto casa ha già fissati oltre 50 appuntamenti sul territorio. Vera novità dell’iniziativa è stata la targhettizzazione della platea. Le tappe entro cui si articolerà "La prevenzione sotto casa" sono state scelte effettuando una valutazione scientifica e rigorosa basata su dati di tipo epidemiologico e sociodemografico.
Sono state prese in esame le caratteristiche sociodemografiche delle diverse zone, la distanza della popolazione target dagli ambulatori e dai punti di erogazione dei servizi, la distribuzione territoriale dei tassi di adesione allo screening e la distribuzione dell’incidenza delle patologie oncologiche, nonché la copertura vaccinale per l'HPV.
L’obiettivo primario del programma è quello di rispondere ai bisogni di salute dove c’è bisogno e aumentare la promozione della salute su tutto il territorio tramite un modello integrato di intervento basato su screening, servizi ambulatoriali e vaccinazioni.
In questo processo gioca un ruolo importante anche l’empowerment della popolazione, i cittadini potranno beneficiare di consulenze e interventi di informazione/formazione, grazie all’impiego di diverse figure professionali: infermieri, ostetriche, fisioterapisti, dietisti e di assistenti sociale della ASL Roma 1.
Un intervento a 360 gradi che punta a trasformare lo straordinario in ordinario: negli ultimi mesi infatti, il Camper della Salute è stato impiegato in varie iniziative di successo, dal Tennis and Friends agli incont4ri del SaMiFo e alla grande partecipazione di “Primavera in Salute”, con oltre 200 vaccinazioni per l’HPV erogate all’Università La Sapienza in una sola giornata.
"Noi oggi diamo un messaggio per il futuro: non dobbiamo solo curare i malati, ma dobbiamo non curare i sani di oggi, prevenendo le loro patologie tramite un modello di sanità proattiva e che non aspetta l’insorgere delle patologie. Questo programma – prosegue Quintavalle – è innovativo sin dai suoi presupposto metodologici: abbiamo stratificato la popolazione secondo dei target, arrivando a individuare delle aree dove ci possono essere problemi di salute non manifesti, oppure dove più semplicemente non arriviamo fisicamente. Grazie al truck ci stiamo avvicinando agli standard regionali, ma la sfida deve essere complessiva: entrare nelle zone dove i cittadini non ci percepiscono. L’obiettivo deve essere superare la centralità dell’ospedale creando un modello di territorio, comunicando con i cittadini anche tramite le strutture della società civile come parrocchie, centri anziani e punti di aggregazione. Solo così riusciremo ad arrivare preparati alle sfide che ci si presenteranno domani.
"Si tratta di un modello itinerante, un’iniziativa che ha già dato risultati sia qui in ASL Roma 1 che a livello nazionale, che nasce nell’ambito delle iniziative messe già in piedi per l’incremento dello screening oncologico - ha commentato Dott. Gennaro Cerone, coordinatore del Progetto - Su tutti e tre i programmi di screening oncologici siamo in un trend di costante aumento rispetto al 2024, e questo perché non stiamo semplicemente facendo girare l’ambulatorio mobile, ma perché ci siamo tarati sulle esigenze stimate della popolazione. Abbiamo stratificato la popolazione e sub-stratificato le aree dei distretti con il Dipartimento di Epidemiologia e i Direttori di Distretto, è stato un lavoro a più mani che ci ha permesso di avere più dati a disposizione e di proporre un programma all’avanguardia e che non lascia nessuno indietro".
"È un progetto innovativo perché valorizza tutte le professionalità della ASL, non sono i medici ma anche infermieri, ostetriche, fisioterapisti, assistenti sociali - ha sottolineato il Dott. Carlo Turci Direttore Dipartimento delle Professioni Sanitarie e Sociali -
L’occasione è nostra ma anche della cittadinanza, perché il camper porta i servizi vicino al cittadino, rompe gli schemi tradizionali della cura e si avvicina ai cittadini. La sinergia fra i vari servizi, dai dipartimenti sino ai distretti, ci permette di avvicinare le criticità di ogni territorio, portando la nostra conoscenza dei problemi sino ai cittadini. Siamo consapevoli che la prevenzione si gioca su vari tavoli, e il Dipartimento delle Professioni Sanitarie e Sociali gioca un ruolo importante insieme agli altri servizi".
"Devo ringraziare il Direttore Quintavalle - ha concluso il Dott. Enrico Di Rosa, Direttore del Servizio Igiene Sanità Pubblica (SISP) - perché sin dal suo insediamento ha capito subito che occorreva intervenire in maniera incisiva sugli screening oncologici, dove eravamo veramente carenti. Dovevamo aumentare l’offerta, ma sapevamo che bisognava fare qualcosa di più e questo lo abbiamo fatto avvicinandoci ai cittadini anche tramite la comunicazione. Siamo passati dalle convocazioni cartacee a quelle telefoniche, stabilendo anche un contatto diretto con i cittadini. Abbiamo riscontrato interesse e partecipazione, ma anche la difficoltà di alcune persone di accedere ai servizi. Il truck risponde a questa esigenza: ci permette di promuovere la salute in maniera attiva, ampliando l’offerta e la platea tramite un’azione unica, consapevoli che la prevenzione deve essere vicina e facile da raggiungere".