Le Nazioni Unite chiedono alle Filippine di consentire al Nobel Maria Ressa di poter andare in Norvegia a ritirare il prestigioso Premio
Maria ressa ha condiviso il Premio con il giornalista d’inchiesta russo Dmitry Muratov nel nome della difesa del diritto di libera espressione, oggi sotto tiro incrociato in tutto il mondo.
di Francesco Tortora
Martedì 30 Novembre 2021
Roma - 30 nov 2021 (Prima Pagina News)
Maria ressa ha condiviso il Premio con il giornalista d’inchiesta russo Dmitry Muratov nel nome della difesa del diritto di libera espressione, oggi sotto tiro incrociato in tutto il mondo.
Le Nazioni Unite hanno chiesto con insistenza al Governo filippino di concedere al Premio Nobel, la giornalista Maria Ressa di poter viaggiare verso la Norvegia per poter ritirate la prestigiosa onorificenza.

La Ressa è il primo Premio Nobel raggiunto dalle Filippine, condiviso nell’edizione di quest’anno con un altro giornalista investigativo, il russo Dmitry Muratov, una mossa che è stata unanimemente vista come un dichiarato appoggio ufficiale al diritto di libera espressione che oggi è particolarmente vessato in ogni angolo del Pianeta.

Maria Ressa ha chiesto l'approvazione del governo per recarsi in Norvegia per ricevere il Premio Nobel per la Pace il prossimo 10 dicembre. Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha affermato che le Nazioni Unite sono "molto preoccupate" per le restrizioni di viaggio imposte alla Ressa dal Governo filippino.

"Esortiamo il governo delle Filippine a ritirare immediatamente tali restrizioni e a consentirle di recarsi a Oslo", ha detto Dujarric ai giornalisti a New York.

La licenza per il sito di notizie di Ressa, Rappler, è stata sospesa e ha dovuto affrontare azioni legali per vari motivi. I sostenitori affermano che è stata presa di mira per il suo controllo sulle politiche del Governo, inclusa una sanguinosa guerra alla droga lanciata dal presidente Rodrigo Duterte.

La classifica delle Filippine nel World Press Freedom Index 2021 è scesa di due posizioni, ora è a 138 su 180 paesi e il Committee to Protect Journalists classifica le Filippine al settimo posto nel mondo nel suo indice di impunità, che tiene conto delle morti dei membri dei media i cui assassini sono stati liberati.

Il Governo nega di perseguitare i media e afferma che tutti i problemi affrontati dalle organizzazioni sono legali, non politici. Dice di credere nella libertà di parola.

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