Le (sovra)strutture che nascondono l'incapacità di governare
L'ignoranza dei meccanismi e delle strutture dello Stato ed il piacere di stupire, dimostrando di saper decidere e governare, producono danni difficilmente riparabili.
di Giorgio Riondino
Domenica 29 Novembre 2020
Roma - 29 nov 2020 (Prima Pagina News)
L'ignoranza dei meccanismi e delle strutture dello Stato ed il piacere di stupire, dimostrando di saper decidere e governare, producono danni difficilmente riparabili.
Uno dei più importanti luoghi di riunione decisionale poco conosciuto ai più è il pre-Consiglio dei Ministri. Non si tratta di un organo codificato e regolamentato con leggi e regolamenti di attuazione, ma è la riunione, presieduta normalmente dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, alla quale partecipano i Capi di Gabinetto e degli Uffici Legislativi di tutta la compagine governativa.

Si esaminano le bozze delle leggi da sottoporre al Consiglio dei Ministri, si studiano le formulazioni migliori,si smussano gli attriti fra i diversi Ministeri interessati, si valutano l'eventuale contrasto con norme già esistenti, le possibilità pratiche di applicazione, le differenti opzioni politiche. Si cerca, in breve, di predisporre testi che permettano ai Ministri di decidere politicamente, senza doversi eccessivamente preoccupare degli aspetti tecnici.

Almeno in teoria. Maestro nella guida dei pre-consigli era Gianni Letta,sempre preparatissimo da un punto di vista tecnico ed insuperabile nel cogliere tutti gli aspetti politici di ogni singola virgola.Con l'abituale signorilità,non mancava di evidenziare immediatamente ogni errore, tecnico o politico, che giovani o meno giovani responsabili dei gabinetti o degli uffici legislativi potessero commettere più o meno consapevolmente per cercare di raggiungere un risultato gradito al proprio ministro di riferimento.

Letta conosceva, anzi conosce, perfettamente tutta la macchina dello Stato, il suo funzionamento, la maggior parte dei dirigenti che occupano posti di responsabilità e la loro storia. Oggi si sente la sua mancanza in una cabina di regia decisionale, anche se la sua funzione consultiva resta, ritengo, immutata.

Questo preambolo per dire che non ci si può improvvisare uomini di governo, ignari di tutto ciò che già esiste ed è a disposizione di chi deve guidare il Paese. E' nota la mia contrarietà (per fortuna suffragata da pareri ben più autorevoli) all'uso di DPCM per motivare provvedimenti di emergenza al limite della costituzionalità, l'accentramento di troppe funzioni nelle mani di una sola persona, il sostituire organi codificati dalle leggi ad esercitare precise funzioni con prodotti di legislazione emergenziale.

Ritengo che, come accade nei paesi civili, sarà necessario il prima possibile studiare - senza che sia messo alcun vincolo di segretezza - quanto è avvenuto e sta avvenendo in questi mesi caratterizzati dall'epidemia, non per trovare ad ogni costo dei "colpevoli", ma per vedere se e dove si sono create situazioni di criticità ai vari livelli e trovare il modo di dettare norme di comportamento per future situazioni simili.

Quello che più preoccupa, al momento, è la grande crisi economica che si prospetta e il modo di affrontarla Il vertice di maggioranza della scorsa notte, ai fini dell'utilizzo dei futuri fondi europei, sembra aver partorito una "piramide" gestionale/politica che vede coinvolti il Presidente del Consiglio, i Ministri dell'Economia, degli Affari Europei, dello Sviluppo Economico, diversamente affiancati dal Comitato interministeriale per gli Affari Europei e da una "cabina di regia politica".

Sarebbe logico che i Capi dei Dipartimenti della Presidenza del Consiglio e di tutti i Ministeri (interessati) fossero responsabili, con i loro dipendenti, di gestire i fondi previsti in arrivo, ognuno per il proprio settore e per i progetti di competenza, visto che godono della fiducia dei politici di riferimento perché da loro sono stati scelti e nominati.

Ricordo infatti che il decreto di nomina per questi funzionari al vertice delle strutture non è a vita, ma a discrezionalità del responsabile politico.

Ecco allora che non riesco assolutamente a capire per quale motivo il Presidente del Consiglio ed i ministri di cui sopra dovrebbero essere affiancati da un comitato esecutivo o una struttura di missione, costituita da -probabilmente- sei "manager" ( che poi in italiano sarebbero "dirigenti") ed una task force ( in italiano"unità operativa") di trecento elementi! E' il modo più semplice per sprecare denaro pubblico ed effettuare assunzioni clientelari, o almeno questo rischio sussiste.

La Magistratura Amministrativa più volte ha denunciato l'uso non chiaro o illegittimo di creare strutture di missione quando lo Stato già possiede le competenze specifiche al suo interno e ha chiaramente detto che per ognuna di esse la durata deve essere indicata tassativamente, senza possibilità di reiterarla, come spesso i politici tendono a fare per assicurare prebende a persone conosciute, senza ricorrere a concorsi.

Le strutture di missione costano: o si eliminano i corrispondenti dipartimenti e direzioni generali ministeriali oppure non si fanno. il resto è spreco di risorse comuni. Ancora: i manager ( questa è la dizione usata) dovrebbero avere,si preannuncia, poteri eccezionali, con deleghe in deroga alla legislazione vigente. No, la legge è uguale per tutti. Se non va bene o è inadeguata si sostituisce con una nuova legge discussa ed approvata dal Parlamento.

Lo stesso Parlamento che dovrebbe approvare o meno gli obiettivi di intervento indicati dal Governo, dopo un dibattito serio e non una pseudo discussione a cui segue una votazione a colpi di maggioranza e di fiducia. Le scelte strategiche per il futuro del Paese devono passare attraverso gli organi dello Stato. Tutti.

Così come prevede lo spirito e la norma della Costituzione vigente. Se osservare le norme di convivere civile che ci hanno dato i nostri genitori e che noi abbiamo confermato può rendere difficile mantenere gli equilibri ricercati dai partiti che costituiscono l'attuale governo, questi equilibri si possono rompere.

Meglio cercare, col voto o senza, nuove maggioranze che perpetuare pericolose legislazioni emergenziali.

I ritardi accumulati (e le incapacità) sono ormai tanti che diventa inutile richiamare l'urgenza di provvedimenti economico finanziari per giustificare il mantenimento dello status quo.

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